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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

giovedì 3 dicembre 2020

Rileggendo Pavese

 

Ho vissuto le langhe,

come prima esperienza,

nelle sue parole,

nelle sue poesie.

nelle sue ritrosie

che danno alle sue parole

un che che mi commuove

andando su per le sue colline

che alla fine

son diventate mie.


All’offertorio

le sue storie si consumano

da un rigo all’altro

con la stessa gloria

di chi non fa un dramma della vita

anche  se quello resta

per chi rimane alla finestra

a guardare

o per chi lo vuol sfangare

senza tragedie

con i buoni e i cattivi pensieri

che comandano da sempre

per una vita

che se la vivi

come va vissuta

ti porta a desiderare

tutte le evasioni

per sfuggire al lavoro che stanca,

alla nebbia capace

di farti sentire

soltanto le parole

con una intimità

che si misura altrove

quando le parole

diventano fatti

per accomunarci

con gli stessi pensieri

come corsari

che salpano

solo per un’ora di piacere.


Per me che sto a guardare

il mare davanti casa

ho sperato tanto

che la cosa

mi sbocciasse tra le mani

per trascinarti via

con l’odore di quelle rose

che coltivo ancora

nei pensieri

lungo le sponde di un fiume

che mi rese naufrago

come se fosse ieri.


Gioacchino Ruocco

 

Ostia Lido           03.12.2020


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