Ho vissuto le langhe,
come prima esperienza,
nelle sue parole,
nelle sue poesie.
nelle sue ritrosie
che danno alle sue parole
un che che mi commuove
andando su per le sue colline
che alla fine
son diventate mie.
All’offertorio
le sue storie si consumano
da un rigo all’altro
con la stessa gloria
di chi non fa un dramma della
vita
anche se quello resta
per chi rimane alla finestra
a guardare
o per chi lo vuol sfangare
senza tragedie
con i buoni e i cattivi pensieri
che comandano da sempre
per una vita
che se la vivi
come va vissuta
ti porta a desiderare
tutte le evasioni
per sfuggire al lavoro che stanca,
alla nebbia capace
di farti sentire
soltanto le parole
con una intimità
che si misura altrove
quando le parole
diventano fatti
per accomunarci
con gli stessi pensieri
come corsari
che salpano
solo per un’ora di piacere.
Per me che sto a guardare
il mare davanti casa
ho sperato tanto
che la cosa
mi sbocciasse tra le mani
per trascinarti via
con l’odore di quelle rose
che coltivo ancora
nei pensieri
lungo le sponde di un fiume
che mi rese naufrago
come se fosse ieri.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 03.12.2020
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