Enfiteusi
Non era il nostro
“amore a prima vista”.
Godevo in enfiteusi di te
da sotto casa per andare a scuola
e al ritorno per fare i compiti assieme
e tenerci compagnia.
I tuoi erano fuori ed io
con mia zia mentre nei campi
quelli più adulti
dividevano il tempo
in ore di lavoro alterno
per ristorarsi all’ombra
degli alberi più adulti,
più chiomati.
Dal caldo al freddo
dal brutto al bello
due anime gemelle
sempre assieme
con i nostri sorrisi
con i nostri pianti
fino a quando
non ti strinsi a me
e in quell’abbraccio
scopri di non essere
più quello che pensavo
bruciandomi il cervello
in un solo istante.
Continuavamo a star
sempre vicini
e ti stringevi a me
non come la bambina
che ha bisogno di aiuto.
Stavi diventando
l’amor mio, il mio tormento
finche il vento
non mi sconvolse i pensieri
portandomi altrove
forestiero.
Non fu un dirci addio,
ma prendendo le distanze
necessarie
fu un ritrovarsi
senza addii
senza un sol pianto
in mezzo ai campi
che dissodiamo
come confinati,
ormai in enfiteusi
costante.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 06.09.2020
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