Credevo ci fossero più Ruocco di quelli che ho rintracciati.
I ricordi a volte fanno brutti scherzi, ma manco dal Piemonte dal 29 giugno del 1973.
Intanto un saluto e un augurio a tutti gli abitanti di Ciriè e a quelli che hanno il mio stesso cognome
che mi hanno indotto a fare questo viaggio a ritroso.
Cirié (Siriè o Ciriè in piemontese)
è un comune italiano di 18.832 abitanti della provincia di Torino.
Geografia
Il comune, distante 21 chilometri dal
capoluogo, è situato presso lo sbocco delle valli di Corio e diLanzo,
in prossimità di un altopiano chiamato Vaude, termine d'origine celtica,
che significa foresta. Il territorio è bagnato dalla Stura di Lanzo,
che scorre nelle vicinanze della città.
Storia
La zona di Cirié e dell'Alto Canavese era abitata, sin dall'antichità, dai Salassi,
una popolazione di origine celtica. Prima della
dominazione romana il Canavese, come riferisce lo storico Polibio,
era ricoperto da fitte boscaglie, con poche radure, qualche piccolo villaggio e
rari sentieri che scorrevano tra la vegetazione. Nell'anno 141 a.C. i Romani,
guidati dal console Appio Claudio,
mossero guerra contro le tribù stanziate nelle valli dell'Orco e della Dora Baltea,
con l'intento di aprirsi una via verso l'Elvezia e la Gallia transalpina. Si riteneva che
l'occupazione sarebbe stata assai rapida, invece la reazione delle tribù locali
fu durissima e gli invasori furono costretti, in un primo momento, alla
ritirata. Per questo i Romani ritennero necessario stabilire alcuni
accampamenti nella zona, per meglio organizzare l'esercito e sorvegliare le vie
di comunicazione verso le valli. Vennero così allestiti accampamenti nei pressi
di Ivrea, di Torino e nell'area dove sorge attualmente
Cirié. Da qui era possibile sorvegliare l'accesso alle vallate di Lanzo e di Viù. L'accampamento
stanziato presso l'attuale Cirié prese il nome di Castrum Cerreti, in riferimento
alla grande quantità di cerri presenti nella zona. Successivamente, per
brevità, venne chiamato semplicemente Cerretum. La strada maestra dell'antico
accampamento era situata ove oggi si trova Via Vittorio Emanuele II, la strada
principale del centro storico. Con il definitivo assoggettamento dei Salassi e
con la conseguente pace, il campo cominciò a diventare un importante crocevia
di scambi commerciali ed in prossimità di esso si concentra un gran numero di
abitazioni, dapprima povere baracche di paglia e legno, successivamente case di
pietra e mattoni. In seguito alla penetrazione della religione cristiana, si
decise di assegnare all'abitato un santo protettore: venne scelto, per via
della somiglianza con il precedente nome del paese, San Ciriaco di Roma, martire cristiano ucciso a Roma nel 303. La presenza romana
nel territorio ciriacese è testimoniata dal ritrovamento di monete dell'età
imperiale, frammenti di terrecotte e lapidi funerarie, conservate, queste
ultime, nella chiesa di San Martino.
Dalla caduta dell'Impero Romano e dalle prime invasioni barbariche, vi è un vuoto di
informazioni che dura quasi un millennio. Sappiamo per certo che nel1229 il territorio di Ciriè viene occupato
dai Marchesi del Monferrato.
Nel 1296 Margherita di Savoiasposa Giovanni I, ottenendo in questo modo i
diritti sulle terre di Caselle,
Ciriè e Lanzo. Alla morte prematura del marito, Margherita si trasferisce nel
grande castello di Ciriè, che
sorgeva nella piazza che ancora oggi ne porta il nome. L'insediamento di
Margherita nel castello, che avviene nel 1506, viene ricordato
ancora oggi con il Palio dei Borghi,
manifestazione che si svolge ogni due anni nel territorio ciriacese. Di questo
castello non restano tracce, poiché andò distrutto durante l'invasione francese
del1536.
Pochi resti, che si riducono ad alcuni fregi, sono stati rinvenuti durante
operazioni di scavo nella piazza e sono conservati, incastonati in un muro
interno, nella chiesa di San
martino di Liramo. Margherita di Savoia procede al restauro e
all'ampliamento del castello, che diventa in breve tempo una delle residenze
più importanti del territorio. Nobili da tutta Europa vi si recano in visita
portando appresso guarnigioni e servitù, che non vengono alloggiati a palazzo,
ma presso le residenze dei cittadini ciriacesi. In segno di ringraziamento
verso la pololazione, Margherita provvede alla concessione di "patenti", importanti riconoscimenti
alla popolazione. Procede all'annullamento delle tasse e all'istituzione del
mercato cittadino nella giornata di venerdì, che si svolge ancora oggi. Tale
mercato, che, anche grazie alla favorevole posizione di Ciriè, attira un gran
numero di visitatori da tutta la zona, diventa un'importante fonte di reddito
per la città.
Nel 1576 i Savoia effettuano uno scambio con i
Marchesi genovesi D'Oria:
la Castellania ciriacese viene ceduta in cambio di alcuni territori sulla costa
ligure. Gian Gerolamo D'Oria stabilisce la sua residenza a Ciriè,
inaugurando una lunga dinastia che durerà fino ai primi anni del Novecento,
concludendosi con il marchese Emanuele D'Oria, che è
anche il primo sindaco di Ciriè, dopo che questa, con un decreto regio del 1905, ottiene il titolo di città.
Luoghi di interesse [modifica]
Duomo di San Giovanni
Battista
Il Duomo di san Giovanni riprodotto su un cartolina degli anni Venti
Dichiarato monumento nazionale nel 1887, si trova nella
centralissima piazza San Giovanni,
oggi pedonale. Bellissimo esempio di gotico
piemontese, viene realizzato nel corso del XIV secolo.
È affiancata da un campanile a quattro piani, la cui sommità si presenta con
una guglia centrale e quattro pinnacoli posti negli angoli. All'interno della
chiesa si trovano alcune opere d'arte di gran pregio, fra cui una pala ovale
conosciuta come la Madonna del
Popolo, attribuita alla bottega del pittore chivassese Defendente Ferrari e un bel crocefisso in legno di scuola bizantina,
databile fra il XII e il XIII secolo. Sopra l'altare maggiore è posto un
trittico su legno realizzato nel 1531 da Giuseppe Giovenone da Vercelli. Per
esso, racconta Angelo Sismonda nelle sue Notizie
storiche di Cirié, il re Carlo Alberto offrì quattromila lire per arricchire
la Pinacoteca Reale,
ma il comune di Cirié non accettò la proposta. All'interno di una cripta (non
accesibile al pubblico) che si trova al fondo della navata di destra della
chiesa, sono custodite le tombe dei Marchesi D'Oria.
Palazzo dei Marchesi D'Oria
L'edificio è realizzato sulla struttura di un
precedente palazzo del Cinquecento di proprietà dell'importante ciriacese
famiglia Provana. Acquistato in seguito dai marchesi D'Oria, viene modificato
durante il XVII secolo,
secondo lo stile delle "delizie" di caccia reali. A questo scopo, il
complesso viene dotato di un ampio spazio esterno ad uso venatorio; una parte
di questo viene recintato nella seconda metà del secolo XVIII.
Il bel parco retrostante il palazzo era dotato anche di un laghetto.
L'appartamento situato a sud del palazzo, denominato di Carlo Emanuele,
è riservato ai soggiorni dei Savoia,
che di tanto in tanto, nel corso di uno dei loro itinerari di caccia,
dimoravano nel palazzo. È questa la parte più ricca di decorazioni, sia
plastiche che pittoriche, realizzate da artisti svizzeri provenienti da Lugano, che
lavorano anche presso le residenze reali. All'inizio del Novecento
tutto il complesso viene acquistato dalla Famiglia Remmert, proprietaria di un
importante opificio nella città. Il laghetto viene prosciugato e il parco, che
si estendeva fino all'attuale Via Parco, smantellato e il terreno lottizzato e
reso edificabile. Nella sua area si costruiscono, durante i primi decenni
Chiesa di San Giuseppe
Durante la terribile peste del 1630-1631, la popolazione di
Ciriè fa voto di edificare un ospedale, se riesce a superare la terribile
epidemia. Nell'anno successivo, mancando i fondi necessari per l'edificazione
dell'ospedale, si decide di procedere alla costruzione di una chiesa, che,
terminata nel1647,
viene dedicata a San Giuseppe.
Tipico esempio di architettura della Controriforma,
la chiesa custodisce al suo interno diverse opere di pregio, tra cui spicca una
bellissima pala d'altare raffigurante la Madonna e
attribuita a Defendente Ferrari. Tale opera, commissionata
dai commercianti di lana ciriacesi, era precedentemente custodita nel convento
agostiniano, oggi non più presente.
Chiesa di San Martino di
Liramo
È uno dei più significativi esempi di architettura romanica del territorio piemontese. Il campanile è la parte più antica del complesso,
essendo stato edificato intorno all'anno 900. L'abside centrale viene invece realizzata un
secolo dopo. Esterna alle mura che cingevano il borgo di Ciriè, la chiesa si
trovava in corrispondenza di un antico insediamento e il suo ingresso non era
rivolto verso Ciriè, ma verso il sentiero che conduceva a Nole. Venne probabilmente
edificata sulle fondamenta di un antico tempio di epoca romana. Lo testimoniano
le due pietre utilizzate come altari, ancora oggi presenti all'interno della
Chiesa, che rivelano, con la presenza di cavità per raccogliere il sangue
animale, un loro uso per la celebrazione di antichi riti pagani.
La
chiesa di San Martino di Liramo in una fotografia di fine Ottocento
La Ciriè industriale
A partire dalla fine dell'Ottocento, la città ha
dimostrato una spiccata vocazione all'industria,
che è andata crescendo nel corso del secolo successivo. Al suo sviluppo ha
contribuito in modo determinante la presenza della ferrovia proveniente
da Torino, che ha
raggiunto Ciriè nel 1869. In quell'occasione
viene inaugurata la stazione ferroviaria, presente ancora oggi. Nel 1876 la linea viene portata fino a Lanzo e
nel1919 fino a Ceres.
Nel 1921 la Torino-Ceres è una delle prime
ferrovie italiane ad adottare la trazione elettrica a corrente continua ad alta
tensione.
All'inizio del Novecento sono presenti a Ciriè
la fabbrica di nastri e trecce Remmert & C, diverse
cartiere (De Medici, Olivetti, Marietta, Borla, Melanotte), la prestigiosa
fabbrica di coperte Mosconi & Cesa, che sorgeva nell'area conosciuta come
il Babau, a ridosso di
dove oggi è situato il quartiere del Villaggio
Sant'Agostino, l'antico stabilimento di filatura della seta Craponne &
Vigano; inoltre tintorie, cuoifici, coltellerie, falegnamerie. Nel 1935 viene fondata la SAIAG, Società Anonima Industria
Articoli Gomma, nata dalla fusione di due aziende preesistenti: la IAC,
produttrice di teli gommati per dirigibili e maschere antigas usate
dall'esercito italiano durante la prima guerra mondiale e la FIRGA,
specializzata nel settore della produzione di articoli rigenerati in gomma. Nel 2000 l'azienda è stata venduta e
successivamente frazionata in due società: la Trelleborg e la Metzeler.
Di grande importanza per lo sviluppo industriale e per la crescita
dell'occupazione nell'area di Ciriè fu l'arrivo della famiglia Remmert, di origini prussiane,
che insediò due importanti opifici nella zona e costruì, accanto allo stabilimento
ciriacese, la bella villa di famiglia.
ex Opificio Remmert
Attiva fino ai primi anni ottanta,
l'area della vecchia Remmert,
conosciuta come La Biancheria,
è stata oggetto, in tempi recenti, di una vasta opera di ristrutturazione, che
ha portato alla nascita del centro polivalente chiamato Ciriè 2000, che ospita, oltre a
diverse attività commerciali, il tribunale, l'Ufficio Postale, il Ministero
delle Finanze, la redazione dello storico settimanale Il Risveglio e la Biblioteca comunale Alvaro Corghi.
La
centrale elettrica della ferrovia Torino-Ceres in una riproduzione degli anni
Venti
Villa Remmert
Edificata tra il 1902 e il 1906 in stile liberty,
su progetto dell'architetto Roberto Fenoglio. La villa comprendeva, in origine,
un vasto giardino all'inglese e una tenuta agricola. Nel 1988 viene acquistata dal comune e dal
maggio 2006 ospita mostre di arte contemporanea
gestite dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.
L'IPCA: la Fabbrica del
Cancro
L'Industria Piemontese dei Colori di Anilina viene fondata nel 1922 dai fratelli Sereno e Alfredo Ghiotti
nel territorio della frazione Borche, dove prima sorgeva una fabbrica di
fiammiferi. La fabbrica è passata alla storia per una tragica vicenda di
inquinamento ambientale e per i moltissimi lavoratori deceduti per cancro alla vescica. Nel 1972 due ex operai
dell'IPCA, Albino Stella e Benito Franza, entrambi ammalati di tumore alla
vescica, presentano denuncia contro la fabbrica. Nel 1977, al termine di un
lungo e tortuoso processo, i titolari e i dirigenti dell'azienda vengono
condannati per omicidio colposo.
L'IPCA chiude definitivamente i battenti nel 1982. Da una ricerca
condotta dall'INAIL emerge che ben 168 lavoratori dell'IPCA sono deceduti per cancro alla vescica. Nel 2005 viene realizzato il documentario Non si deve morire per vivere,
del regista Daniele Gaglianone (Ancona, 1966), al quale
partecipano Cinzia Franza, Daniele Stella, figli dei due operai che
denunciarono l'azienda e Paolo Randi, ex lavoratore dell'IPCA, il quale
racconta le terribili condizioni di lavoro a cui erano sottoposti gli operai
della fabbrica.
La stampa locale
Nei primi anni del Novecento,
si diffonde nel Ciriacese il fenomeno della stampa locale. I giornali
vengono stampati in piccole tipografie cittadine, con cadenza settimanale e
sono composti da sole quattro pagine, di cui l’ultima, solitamente, dedicata
alla pubblicità. Fra i più antichi ricordiamo L’Aurora,
edito già alla fine dell’Ottocento, La Stura, il cui primo
numero viene stampato il 15 giugno 1901 dalla tipografia Streglio, di Ciriè.
Il giornale, che ha vita piuttosto breve, confluisce più tardi ne Il Progresso del Canavese e delle
Valli Stura. Dal 1904, il giornale viene
stampato nella tipografia di Giovanni Capella, un ex collaboratore di Streglio.
Capella è direttore responsabile dal 1943 al febbraio 1944, quando viene
pubblicato l'ultimo numero. Una discreta diffusione ha Il Canavese e le Valli di Lanzo,
nato nel novembre del 1908 e pubblicato la domenica. Fra i
collaboratori del giornale vanno ricordati Giacomo Bollati e il professor Nino Costa.
L'ultimo numero esce il 12 settembre 1909. Il Risveglio del Canavese nasce il 6 gennaio 1921. Il giornale si pone
in contrasto sia con socialisti e comunisti, sia con i fascisti, di cui vengono
spesso denunciate le violenze. Nel 1924 il giornale esprime critiche al nuovo
sistema elettorale voluto da Mussolini,
ma dall'anno successivo gli articoli a sfondo politico diventano più rari, per
poi sparire completamente a causa della censura sempre più rigida. La
pubblicazione del Risveglio termina nel 1925, e riprende al
termine della Seconda guerra mondiale. Oggi la redazione
del giornale ha sede presso la struttura denominata Ciriè 2000, nell'area dell'ex
Opificio Remmert.
Artisti ciriacesi
Letteratura [modifica]
§
Nino Costa -
poeta dialettale (1886-1945). Nasce a Torino da una famiglia di origini ciriacesi.
Studente al liceo Cavour, laureato in Lettere e in Veterinaria, svolge per
tutta la vita la professione di bancario presso la Cassa di Risparmio di
Torino. Con lo pseudonimo di Mamina pubblica le sue prime poesie sul
settimanale dialettale Birichin,
fondato a fine Ottocento. A partire dal 1922 pubblica le sue raccolte di versi in
piemontese:Mamina (1922), Sal e Pèiver (1924), Brassabòsch (1928), Fruta madura (1931), Poesie religiose piemontèise (1934), Ròba nòsta (1938),Tempesta,
pubblicato postumo nel (1946).Muore
a Torino il 5 novembre 1945, un anno dopo la
prematura scomparsa del figlio diciannovenne Mario, ucciso durante un'azione partigiana in Val Chisone.
È sepolto accanto al figlio nel cimitero di Ciriè. A lui il Comune ha dedicato
una scuola media e una via nel centro cittadino.
§
Ugo Riccarelli - scrittore. Nato a Ciriè nel 1954 dove ha abitato per molti anni. Uno
dei più significativi esponenti della letteratura italiana contemporanea,
vincitore del Premio Campiello nel 1998 con Un
uomo che forse si chiamava Schulz e
del Premio Strega nel 2004 con il romanzo Il dolore perfetto. Riccarelli era già
conosciuto al grande pubblico per il suo libro Le scarpe appese al cuore,
racconto autobiografico di un difficile trapianto di cuore e di polmoni.
§
Gianni Milano -
poeta e pedagogista. Nato nel 1938,
ha vissuto e lavorato per diversi anni a Ciriè. Uno dei
principali esponenti del movimento beat in
Italia durante gli anni sessanta e autore di un gran numero di
antologie poetiche, articoli e libri di argomento pedagogico-educativo.
Nell'ambito della cultura underground, che trae i propri temi e
le modalità espressive dagli autori della beat generation,
si colloca anche la produzione poetica di Pier Castrale, (1955-2010). Nato a Torino, Castrale
visse a Ciriè fino alla fine degli anni ottanta. Di lui va ricordata, in
particolare, la raccolta Le
rovine curiose, pubblicata nel 1979 per l'editrice Forum/Quinta
Generazione, con prefazione di Giorgio Barberi Squarotti. Nell'ambito
degli autori contemporanei di poesia, va segnalata la raccolta Blu e oro in scaglie di Nicoletta Polon, pubblicato nel 2007 per l'editore Libroitaliano World (ISBN
978-88-7865-590-4).
§
Luigi Bairo (1962),
scrittore. Autore di diversi saggi, libri di viaggio e di narrativa per
ragazzi. Nel 2011 pubblica Novecento
piemontese. Storie di sconosciuti illustri dalla provincia torinese. Il libro traccia la storia di alcuni
personaggi ciriacesi, le cui vicende si dipanano nel corso del XX secolo.
§
Giovanni Crosetto, storico che ha pubblicato alcuni interessanti
testi di storia locale.
§
Danilo Naretto, nato a San Maurizio Canavese nel 1957, bibliotecario presso
la civica Alvaro Corghi di Ciriè, è autore del romanzo La ciliegina all'occhiello. Le
medievali avventure di Raymond de Plafond della Boulagna, edizioni Robin,
Roma, 2009 (ISBN
978-88-7371-528-3). La vicenda del romanzo, tra storia, invenzione e
divertenti paradossi, si svolge in Francia durante la Guerra dei Cento Anni, subito dopo il 1360.
Pittura
§
Romano Gazzera - Nato a Ciriè nel 1906 e morto a Torino nel 1985 è conosciuto come il pittore dei fiori giganti.
Figlio del Ministro della Guerra Pietro Gazzera, comincia ad appassionarsi alle
arti figurative sin da giovane, ma deve lottare contro l'opposizione del padre.
Legato da profonda amicizia con pittori quali De Chirico e Savinio, Gazzera
deve la sua fama internazionale proprio ai suoi dipinti che raffigurano fiori
dalle proporzioni enormi. È autore di un importante ritratto del marchese Emanuele
D'Oria, ultimo esponente della nobile famiglia ciriacese. Questo dipinto è
conservato insieme agli altri ritratti della dinastia nella quadreria storica
del Palazzo dei Marchesi D'Oria. A lui è dedicata la scuola elementare di
Devesi.
§
Alvaro Corghi (1908-1998) - È stato uno degli ultimi
artisti futuristi italiani. Nato in Emilia-Romagna, nel 1933 ottiene il terzo posto nel concorso Ritratto
sintetico del Duce. Dopo aver aderito al gruppo di futuristi torinesi
guidati dal poliedrico artista Luigi Colombo, in arte Fillia, Corghi si
trasferisce a Ciriè dove risiede per lungo tempo, diventando uno dei principali
animatori della vita culturale della città e dove fonda il circolo culturale Ars et Labor. Corghi deve la
sua fama soprattutto alle sue caricature - o, come lui stesso le definiva, fisiosintesi - di importanti personaggi della
storia del Novecento. A lui è dedicata la biblioteca comunale cittadina. Suo
figlio Azio Corghi (1937) è un importante compositore di musica contemporanea.
Ciriè,
aprile 1968.Il pittore Alvaro Corghi durante la premiazione di un concorso di
disegno per bambini
§
Luciano Blotto
§
Giovanni Carlo Rocca, nato
a Tiriolo, in provincia di Catanzaro nel 1960, si trasferisce a Balangero,
in provincia di Torino nel 1969, vive a Torino dal 1994. Già conosciuto come
restauratore, ha legato strettamente la sua produzione pittorica alla città di
Ciriè. Dopo aver proceduto al lungo restauro dei dipinti della quadreria
D'Oria, Rocca ha voluto reinterpretare gli stessi in chiave moderna. Da questo
vasto progetto è nata la mostra Radici
quadrate, che si è svolta presso il Palazzo D'Oria nella primavera del 2006. In occasione della
mostra, l'artista ha realizzato, sotto gli occhi del pubblico, l'opera
intitolata La cavalcata dei
vizi, un grande dipinto di 20
metri per 2,10 ispirato ad un affrescoquattrocentesco
restaurato dallo stesso Rocca.
Il
marchese Emanuele Doria in un autoscatto di fine Ottocento
Musica
§
Azio Corghi, figlio del pittore Alvaro Corgi, nato a Ciriè il 9 marzo 1937, è compositore, musicologo e didatta.
Ha compiuto gli studi musicali presso Conservatorio di Torino e a Milano sotto la guida diBruno Bettinelli.
Dal 1995 è docente del corso di perfezionamento
di composizione presso
l'Accademia Nazionale di Santa
Cecilia a Roma. Estraneo alle forme
più estreme e radicali della musica contemporanea, Corghi ama confrontarsi
con i grandi compositori del passato, attraverso parodie di opere di Rossini, Händel, Mozart e altri autori. Da tempo collabora con
lo scrittore portoghese Jose Saramago.
Tra le sue opere si segnalano Gargantua (1984), Blimunda (1989), Divara (1993), Tatjana(1999) e Senja (2002). Nel 2006 ha presentato a Lisbona e poi al Teatro alla
Scala la sua ultima
opera,Il dissoluto assolto, una parodia del Don Giovanni di Mozart.
Musica pop e Musica rock
Fin dagli anni sessanta il territorio ciriacese è stato ricco
di musicisti rock, pop e jazz. Fra i gruppi più
significativi che gravitavano nell'area cittadina vanno ricordati gli Assoluto Naturale, gruppo di rock progressivo attivo nei primi anni settanta.
I Free Wave System, nati
nella seconda metà del decennio, proponevano un jazz-rock strumentale vicino
alle sonorità dei Perigeo.
Nel 1981 il gruppo pubblica un LPper
l'etichetta torinese Drums
Records. Il disco, dal titolo Nonostante
tutto, viene riproposto su cd nel2004 (Mellow MMP 410 - 2004). Fra i gruppi
attivi nel corso degli anni ottanta si ricordano i Nightdriving Gossip, che
mutarono in seguito il loro nome in Harp1.
Nel 1991 nascono gli Arigret, i quali, muovendosi con una
libertà espressiva tipica degli anni settanta,
fondevano jazz, metal, rap, progressive.
Dal vivo gli Arigret, oltre al loro repertorio, nel quale spiccava Fisionomia contadina, ironica
hit provinciale, riproponevano brani degli Area, dei Gong e
dei newyorkesi Lounge Lizard. A partire
dal 1993, dopo lo scioglimento
della formazione originaria, gli Arigret iniziano un percorso indirizzato verso
il free jazz.
Nel 1995 pubblicano il cd Se Una Notte d'inverno un Viaggiatore... e suonano in diversi paesi europei. In
seguito il batterista Dario Bruna e il bassista Federico Marchesano entrano a far parte della band di Carlo Actis Dato, uno dei
più importanti sassofonisti di sax baritono del panorama mondiale. Con la Actisband realizzano quattro cd e si esibiscono
dal vivo in diversi continenti. Nel 1999, inoltre, Marchesano
e Bruna danno vita, insieme al trombettista Ramon Moro, al terzetto 3quietmen, che pubblica l'albumtrump'n'drum'n'bass(2000)
per la CMC Records. Federico Marchesano collabora inoltre come contrabbassista
con l'Orchestra sinfonica della RAI ed è attualmente bassista nei Mau Mau e nella Banda Ionica.
A partire dal 2006 è attivo, nell'area dell'ex Opificio
Remmert, il Taurus, uno
spazio dato in gestione dal Comune di Ciriè, che ospita importanti eventi
culturali e musicali sia nazionali che internazionali.
A Ciriè si svolge ogni anno il concorso musicale Senza etichetta per gruppi, cantautori e cantanti,
giunto ora all'undicesima edizione. Il vincitore di Senza Etichetta 2008
riceverà in premio una borsa di studio che permetterà di frequentare un corso
di alta formazione presso il CET, Centro Europeo di Toscolano (Terni), la scuola fondata e
coordinata da Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Musica per banda
Dal 1976 è attiva a Cirié l'Orchestra a Fiati Giovanile Italiana I Music Piemonteis, fondata e
diretta da Ugo Bairo. Con l'orchestra a fiati, lavora
stabilmente il coro dei Music Piemonteis, diretto da Carmelo Luca Sambataro: l'ensemble,
specializzato in trascrizioni operistiche per orchestra a fiati e coro
(trascrizioni curate dai due direttori), si è esibito in tutto il mondo (da
ricordare, fra le numerose altre, le due tournée in Brasile nel 2005 e2007, la tournée austriaca del 2006, quella tedesca del 2008 e lo straordinario tour in Francia, Spagna e Portogallo del 2009) riscuotendo ovunque
calorosi consensi.
Esponenti del mondo
culturale, politico e scientifico
§
Eugenio Gerardi (1882-1968). Uno dei più conosciuti e stimati amministratori
di Ciriè nel corso della prima metà del '900. Assessore dal 1907 al 1924,
volontario nella prima guerra mondiale, molto attivo nel Circolo Sociale, è uno
dei fondatori a Ciriè del Partito nazionale fascista e partecipa alla
fondazione dello stesso partito a Torino. Dalla fine del 1929 al 1935 è Podestà
di Ciriè (unico ciriacese a ricoprire tale carica). Dal 1936 si allontana dal
Fascismo. Nel 1948, nel 1953 e nel 1957 è eletto consigliere comunale.
§
Domenico Giacomino Piovano (Ciriè, 1943 - Ciriè, 2010). A cavallo tra il 1972 e il 1973, per sei puntate, fu
campione nella trasmissione televisivaRischiatutto condotta da Mike Bongiorno.
Allora trentenne, avrebbe voluto rispondere a domande sulla storia russa, ma i
curatori del programma gli suggerirono un argomento meno “sospetto”: la geografia.
Vinse 32 milioni di lire. Alla settima puntata perse contro Enzo Bottesini.
Grande viaggiatore, Piovano conosceva alla perfezione oltre dieci lingue.
§
Enrico Giraudo , 1970, ricercatore
ciriacese nato a Savigliano.
Dopo il dottorato a Torino, ha
lavorato 4 anni presso l’Università di San Franciscoper
approfondire le ricerche sul cancro.
Ritornato in Italia, ha iniziato a studiare il ruolo delle semaforine nella regolazione dello sviluppo
tumorale. Il gruppo di ricerca coordinato da Giraudo sta attualmente lavorando
per sintetizzare una molecola in grado di mimare gli effetti della semaforina, nella speranza di portare
queste conoscenze al più presto in ambito clinico e giungere, nei prossimi
anni, alla realizzazione di un farmaco. Di questo importante studio condotto
dai ricercatori dell'Istituto per la
Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo si è occupato il Tg regionale delPiemonte e lunedì 12 ottobre 2009 la
trasmissione di approfondimento scientifico “Leonardo”,
in onda su Rai tre.
§
Gian Paolo
Brizio Falletti di Castellazzo (Ciriè,
8 luglio 1929 - Ciriè,
19 maggio 2008), è stato un
dirigente industriale e un amministratore locale. Uomo politico, legato alla Democrazia Cristiana è stato Sindaco di Ciriè dal 1966-1975e successivamente dal 1978-1980. Dal 1975 al 1978
consigliere provinciale. Dal 1980 consigliere regionale, poi assessore
nel 1988. È stato l'ultimo
presidente della Regione Piemonte con il vecchio sistema elettorale dal 1990-1995. Nel corso della sua
lunga presidenza, Brizio ha guidato in tutto tre giunte. La prima, di
pentapartito, in carica dal 25 luglio 1990 al 16 marzo 1993. La seconda restò
invece in carica per pochi mesi, dal 25 febbraio 1994 al 7 giugno dello stesso anno. La terza
giunta Brizio, di centrosinistra, durò in carica fino al marzo 1995.
§
Pasquale Cavaliere (Gragnano,
24 febbraio 1958 - Córdoba, Argentina,
6 agosto 1999), è stato un uomo
politico, legato al movimento ambientalista, consigliere
regionale dei Verdi a
partire dal 1995.
Esponenti del mondo
sportivo [modifica]
§
Giovanni Brunero (1895-1934). Ottiene 23 vittorie da
ciclista professionista, è il primo a vincere per tre volte il Giro d'Italia (1921, 1922, 1926) a cui si aggiungono
il 2º posto nel 1923 e 1927 ed il 3° nel 1925. Vince tutte le più importanti
corse italiane. Nel 1924 vince la Nizza - Briancon al Tour, da cui deve
ritirarsi per bronchite quando è 3° in classifica.
§
Giuseppe Enrici (1896-1968). Nel 1922 è 3° al Giro
d'Italia (1° nella categoria "juniores"). Nel 1924 vince il Giro
d'Italia e nel 1926 è 5°, sempre al Giro.
§
Secondo Martinetto (1894-1968). Nel 1924 è 4° al Giro
d'Italia. Nel 1927 è 18° al Tour de France,
1° degli italiani e 1° nella categoria Turisti-routiers (gli isolati,
cioè quelli che non erano inseriti in una squadra).
§
Gervasio "Vasito" Bastino (1916-1993). Nel 1934 e nel
1935 è Campione italiano di pentathlon.
Nel 1940 è selezionato per la squadra olimpica. Nel 1945 e 1946 è campione
italiano di decathlon.
Nel 1962 è presidente dello Sport Club; con lui la squadra sfiora la promozione
in serie D.
§
Giovanni Aghem (1924-2008). Più volte campione piemontese nel lancio del disco.
Nel 1951 è terzo al campionato italiano di
lancio del disco (dietro a Consolini e Tosi).
§
Giuseppe Siletto (1926). Più volte campione piemontese dei 400
ostacoli. Nel 1943 è campione italiano III Serie nel 110 ostacoli, nel 1947 vince i 110 ostacoli ai Campionati
giovanili europei a Praga, nel 1948 si ripete nella II serie sui 400 ostacoli ed è anche Campione italiano universitario.
Fa parte della nazionale italiana di atletica leggera che incontra l'Argentina. È
l'unico ciriacese che ha giocato a rugby, gareggiando anche
in Spagna.
§
Giovanni "Nanni" Buggia storico capitano del Ciriè negli
anni '70.
§
Franco Semioli (1980), calciatore cresciuto nel Torino FC,
ha, successivamente vestito le maglie di Salernitana, Ternana, Vicenza Calcio, Chievo Verona, Fiorentina e Sampdoria.
Etnie e Minoranze
Straniere [modifica]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la
popolazione straniera residente era di 1.035 persone. Le nazionalità
maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della
popolazione residente erano:
Romania 661 3,49%Credevo che i RUOCCO a Ciriè fossero di più e invece ci sono soltanto due famiglie con questo cognome e abitano nella zona verso San Maurizio Canavese.
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