Pandemia di
COVID-19 del 2020 in Italia
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Patologia |
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Origine |
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Nazione coinvolta |
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Primo focolaio |
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Periodo |
30 gennaio 2020 - |
Dati statistici[2] |
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Numero di casi |
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Numero di guariti |
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Numero di morti |
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Con pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia si
fa riferimento alla diffusione in Italia della malattia infettiva COVID-19.
I primi due casi italiani della pandemia sono stati
confermati il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati
positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma.[5] Un
focolaio di infezioni di COVID-19 è stato successivamente rilevato il 21 febbraio
2020 a partire da 16 casi confermati in Lombardia, a Codogno,
in Provincia di Lodi,[1] aumentati
a 60 il giorno successivo[6] con
i primi decessi segnalati negli stessi giorni.[7]
Alla data del 18 novembre 2020 sono stati registrati
1 272 352 casi positivi, tra cui 481 967 dimessi e guariti,
47 217 deceduti, 743 168 casi attivi e sono stati effettuati
19 474 341 tamponi,[3] rendendo
l'Italia il nono paese al mondo e il quinto in Europa per numero di casi totali
e complessivamente il sesto paese al mondo e il secondo in Europa per numero di
decessi.[4][8][9]
Per quanto riguarda le misure di contenimento
dell'infezione, l'Italia è stata il primo paese europeo a sospendere tutti i
voli diretti da e verso la Cina, con una delle misure più drastiche nell'UE.[9] Una
volta scoperto il primo focolaio interno, tra le prime misure adottate vi è
stata la quarantena di 11 comuni dell'Italia settentrionale (in Lombardia e
in Veneto).
Il 23 febbraio il Consiglio dei ministri emana
il decreto-legge n. 6, che sancisce la chiusura totale dei
comuni con focolai attivi e la sospensione di manifestazioni ed eventi sugli
stessi comuni; nei giorni successivi il Presidente del Consiglio dei
Ministri Giuseppe Conte emana una serie di decreti
attuativi (DPCM)
in cui le misure di restrizione si fanno progressivamente più ferree ed estese
via via all'intero territorio nazionale: DPCM del 25 febbraio, del 1º, 4, 8, 11
e 22 marzo e del 1º, 10 e 26 aprile.
Con il DPCM del 16 maggio 2020 il Presidente del
Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte annuncia
al Paese l’inizio della fase 2, dal 18 maggio sino al 14 giugno 2020. In questa
fase riprendono molte attività commerciali al dettaglio, inclusi bar,
ristoranti e parrucchieri e si annullano alcune restrizioni, quali isolamento
sociale e spostamento regionale. Viene eliminata definitivamente anche l’autodichiarazione
che si sarebbe dovuta esibire alle autorità competenti. Lo spostamento tra
regioni è stato ripristinato dal 3 giugno 2020 con un ulteriore allentamento
delle restrizioni.[10]
In seguito alla risalita della curva dei contagi
nell'autunno dello stesso anno, con il decreto-legge n. 125 del 7 ottobre e i
DPCM del 13, 18 e 24 ottobre sono state progressivamente introdotte rinnovate
restrizioni incentrate, più che sulla limitazione ai movimenti, a norme per
regolare le attività commerciali e private.
Con il DPCM del 3 novembre 2020 le Regioni italiane
vengono raggruppate in tre tipi di scenari epidemiologici diversi, con
l'adozione di misure più o meno restrittive a seconda dello scenario.
Da Wikipedia
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