La mail è del mese di aprile 2012 alla quale nessuno ha fornito una risposta, eppure a Procida e negli stati Uniti ci sono tanti Ruocco, tanti Ambrosino che potrebbero ricordare della loro storia per fornire a questo amico e fratello la possibilità di riabbracciare qualche discendente della propria famiglia.
Mi rivolgo in particolar modo agli amici del Gruppo di Ruocco Tribù.
Ruocco cerca Ruocco come tutti quelli che hanno sentimenti irrinunciabili e vanno alla ricerca di quei parenti che per un motivo o per un altro hanno perso di vista o non hanno dato più notizie si se a a quelli che sono rimasti a casa, in patria.
Mi rivolgo in particolar modo agli amici del Gruppo di Ruocco Tribù.
Ruocco cerca Ruocco come tutti quelli che hanno sentimenti irrinunciabili e vanno alla ricerca di quei parenti che per un motivo o per un altro hanno perso di vista o non hanno dato più notizie si se a a quelli che sono rimasti a casa, in patria.
I motivi di questi silenzi sono tanti specialmente quando ci sono di mezzo guerre che hanno troncato la vita di tanta gente o deportazioni subite di cui ancora si ignorano gli esiti o fatti come quelli riportati nelle due note appresso.
-A. Julien, Histoire de l’Algérie contemporaine
cit.,
p. 242. Con una legge del 1887 i lavoratori italiani nel settore della pesca
che risiedevano in Algeria furono obbligati a prendere la nazionalità francese.
Tra il 1887 e il 1891, 4.752 italiani (per la maggior parte pescatori) furono
naturalizzati francesi (V. Briani, Il lavoro italiano in Africa cit., p.
69).
Non ho dimenticato la richiesta che mi giunse qualche mese addietro. Non sono uno di quelli che fa rumore per niente.
Le tracce dei nostri connazionali sono dentro l'avvenimento della naturalizzazione riportato nelle opere di Julien e di Briani.
A questo si aggiunge che
"la maggior parte delle statistiche disponibili, basate sulla quantità di passaporti rilasciati dalle autorità di polizia, non permette di precisare la dimensione reale dell’emigrazione.
L’osservazione di Romain H. Rainero, che si riferisce al caso algerino, secondo cui questa emigrazione sfugge a qualsiasi controllo […] delle autorità italiane che
sembrano sempre alla ricerca di dati sulla consistenza della presenza italiana
nel paese e che
sono costrette a procedere a stime, e solamente a stime, per
valutare la dimensione reale del fenomeno6, può applicarsi alla totalità dei paesi di arrivo. Ricordiamo tra
l’altro con Rainero che l’obbligo del passaporto riguardava unicamente
il capofamiglia, e che dunque non si può sapere a quante persone
realmente emigrate corrisponda un passaporto; che una parte
dell’emigrazione
verso i paesi magrebini, soprattutto quella delle regioni
settentrionali, prendeva la strada della Francia e dei porti francesi, e dunque non appariva nelle statistiche italiane come
un’emigrazione ‘africana’; che una parte dell’emigrazione era clandestina,
soprattutto quella generata da ragioni politiche, e dunque sfuggiva ai
controlli e alle statistiche… "
Non è certamente il caso dei personaggi per i quali è stato chiesto l'intervento sperando nell'aiuto fortuito che questo blog poteva fornire.
L'anagrafe da me istituita va registrando notizie che arrivano un po da tutte le parti del mondo, ma non confortano l'attesa di chi è desideroso di ritrovare i propri cari o di avere una loro notizia.
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