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giovedì 25 ottobre 2012

Francesco Marotta alla ricerca della Prova del Paradiso








Le visioni simboliche e surreali di
 FRANCESCO MAROTTA
Un artista del litorale romano alla ricerca della Prova del Paradiso.

Il dottor Eben Alexander, neurochirurgo americano,  finito in coma per una meningite, autore del racconto choc Proof of Heaven, La Prova del Paradiso, racconta l’incredibile rivelazione di una vita oltre la vita fatta di gioia, pace ed amore che ha portato con sé tanti cambiamenti. Anche l’artista Francesco Marotta - grafico, pittore e restauratore – nel 1999 per un blackout totale della coscienza e dei sensi a causa di un infarto, ha esplorato un simile universo post mortem, pervaso da una luce pura e da una pace assoluta subendo, dopo la sua guarigione, l’incredibile rivelazione di un mutamento sostanziale dei suoi processi creativi.
La sua pittura, precedente al coma, aveva forme d’immediata comunicazione e tematiche  legate alla realtà che spaziavano dalla natura morta al paesaggio, dai contesti urbani ai mercatini popolari, dalle figure di animali ai nudi di donna, dai corsi silenziosi dei fiumi alle tempeste di mare, dai volti buffi dei pagliacci alle composizioni floreali, resi con una sua personale sapienza compositiva, con uno stile abbreviato ed impressionista e con colori chiari ed intrisi di una luce ora fredda e mattinale, ora calda e crepuscolare.
Il coma con la sua perdita di coscienza, di sensibilità e di motilità esteriori diviene per Francesco Marotta un mezzo per liberare le sue parti più profonde, i segreti del suo inconscio e per esplorare più a fondo la sua dimensione spirituale e metafisica, un mondo del tutto nuovo svincolato dalle leggi della realtà e del pensiero.  Ed è così che la sua pittura è andata evolvendosi in un mondo di immagini con nuovi rapporti misteriosi ed inesplorati in una foresta intricata di archetipi,  di simboli e di sentimenti latenti e forti come il rimorso, l’odio, il pentimento ed il rancore. Una mutazione che lo ha lasciato smarrito e confuso, poiché si è accorto che il suo subcosciente non sempre è un paradiso e sente di eseguire le sue opere quasi attraverso una scrittura automatica. Infatti si pone come primo spettatore della sua pittura provando lui stesso la meraviglia di chi vede il quadro di qualcun altro e per la prima volta.  Gli elementi di ogni sua composizione sono  legati in maniera analogica, quasi chiusi in una loro estrema  solitudine, in uno spazio spettrale e metafisico, così che ogni immagine diviene evocativa come se alludesse allo spazio emotivo dell’esistenza, alla ricerca dell’intima essenza di ogni cosa, del senso e del significato della vita con i suoi valori ed i suoi legami che solo un sentimento forte come l’amore in tutte le sue più sottili sfumature ed implicazioni può far emergere e rivelare.
          Ed è così che nascono opere come “Verso l’interno” di grande suggestione visionaria dove l’artista rappresenta il fuoco distruttivo e irrinunciabile di un lontano amore; “Il viso nascosto” in cui ripercorre i sentieri oscuri di una passione malata; “Ricordi sospesi”  in cui emergono tutte le dicotomie esistenziali come il bene ed il male, l’amore e l’odio, l’esistere e la sua negazione; “Visione” in cui due occhi dotati quasi di poteri magici sembrano annullare le difese vitali del proprio partner; “Fragile tentativo”  pervasa da una struggente poesia esistenziale, resa attraverso simboli grafici e cromatici; “Il bene ed il male” dove il dolore umano è la metafora del concime di ogni trasformazione; “Da ogni male ci proteggono” dedicata all’Arma dei Carabinieri dove l’accumulazione dei vari elementi  concorre a creare un tessuto di fluente tranquillità e di protezione dagli strappi e dalle lacerazioni sociali;  “Il rimorso senza viso” dove un clown,  simbolo del confine invalicabile della riconoscibilità del proprio destino,  una figura di donna, indifesa nella sua nudità  e nella sua bellezza ed alcuni esemplari di dollaro concretizzano la denuncia ed il disagio di un rapporto venale, fisico, senza affinità elettive e senza armonia.
 Francesco Marotta è un artista che ha fatto del suo percorso creativo una sorta di percorso alchemico di trasformazione del “Sè” che lo ha portato a vivere l’arte a vari livelli. Infatti ha operato sia riferendosi al mondo reale dove hanno trovato spazio implicazioni sociali e la rappresentazione della vita di ogni giorno, sia quello spirituale ed innovativo dell’esplorazione del suo universo interiore e delle dimensioni superiori in un viaggio di “chiaroveggenza” artistica. Emerge chiaro e senza ombre di dubbio che per lui la pittura è il mezzo privilegiato per conoscersi meglio e ricercare ancora quel “guardiano sulla soglia”, che lui ha trovato in un episodio particolare della sua vita che lo ha portato ai confini della vita e della morte, dove tutto si annulla e il ”tutto” diventa, in un solo attimo, oggetto di un “nuovo vedere” e latore di un nuovo linguaggio sia espressivo, sia di analisi e ricerca. Anche per quest’artista, come afferma Karel Appel,  creare un’opera è come una battaglia tanto mentale quanto fisica, una lotta per liberare qualcosa che si rivela solamente man mano che si svolge il combattimento.


                                                                                                   Anna Iozzino
                                                                                           (storica e critica d’arte)







  Mostra "UNA VITA PER LA CULTURA"
ROMA 2012 - Galleria  "Il Salotto dell'arte"


Alcuni momenti della manifestazione


Da sinistra: 2 opere dell'artista premiate durante l'Evento Artistico
Galleri vista dall'esterno




Roma - 2012 - Galleria Il salotto dell'Arte durante la mostra "Una vita per la cultura"




Altre manifestazioni alle quali ha partecipato

L'artista ad una sua mostra collettiva




Pomezia - Marotta Francesco, mentre riceve l'attestazione I° classificato al concorso di pittura  2011



L'artista ad una mostra collettiva alla quale ha partecipato a Roma

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