Le visioni simboliche e surreali di
FRANCESCO
MAROTTA
Un artista del litorale romano alla ricerca
della Prova del Paradiso.
Il
dottor Eben Alexander, neurochirurgo americano, finito in coma per una
meningite, autore del racconto choc Proof
of Heaven, La Prova del Paradiso, racconta l’incredibile rivelazione di una
vita oltre la vita fatta di gioia, pace ed amore che ha portato con sé tanti
cambiamenti. Anche l’artista Francesco Marotta - grafico,
pittore e restauratore – nel 1999 per un blackout totale della coscienza
e dei sensi a causa di un infarto, ha esplorato un simile universo post mortem,
pervaso da una luce pura e da una pace assoluta subendo, dopo la sua
guarigione, l’incredibile rivelazione di un mutamento sostanziale dei suoi
processi creativi.
La
sua pittura, precedente al coma, aveva forme d’immediata comunicazione e
tematiche legate alla realtà che spaziavano dalla natura morta al paesaggio, dai contesti urbani ai mercatini popolari, dalle figure di animali ai nudi di donna, dai corsi silenziosi dei fiumi alle
tempeste di mare, dai volti buffi dei pagliacci alle
composizioni floreali, resi con una sua
personale sapienza compositiva,
con uno stile abbreviato ed impressionista e con colori chiari ed
intrisi di una luce ora fredda e
mattinale, ora calda e
crepuscolare.
Il coma con la sua perdita di
coscienza, di sensibilità e di motilità esteriori diviene per Francesco Marotta
un mezzo per liberare le sue parti più profonde, i segreti del suo inconscio e
per esplorare più a fondo la sua dimensione spirituale e metafisica, un mondo
del tutto nuovo svincolato dalle leggi della realtà e del pensiero. Ed è così che la sua pittura è andata
evolvendosi in un mondo di immagini con nuovi rapporti misteriosi ed
inesplorati in una foresta intricata di archetipi, di simboli e di sentimenti latenti e forti
come il rimorso, l’odio, il pentimento ed il rancore. Una mutazione che lo ha lasciato
smarrito e confuso, poiché si è accorto che il suo subcosciente non sempre è un
paradiso e sente di eseguire le sue opere quasi attraverso una scrittura
automatica. Infatti si pone come primo spettatore della sua pittura provando lui
stesso la meraviglia di chi vede il quadro di qualcun altro e per la prima
volta. Gli elementi di ogni sua composizione
sono legati in maniera analogica, quasi
chiusi in una loro estrema solitudine, in
uno spazio spettrale e metafisico, così che ogni immagine diviene evocativa
come se alludesse allo spazio emotivo dell’esistenza, alla ricerca dell’intima
essenza di ogni cosa, del senso e del significato della vita con i suoi valori
ed i suoi legami che solo un sentimento forte come l’amore in tutte le sue più
sottili sfumature ed implicazioni può far emergere e rivelare.
Ed
è così che nascono opere come “Verso l’interno” di grande suggestione
visionaria dove l’artista rappresenta il fuoco distruttivo e irrinunciabile di
un lontano amore; “Il viso nascosto” in cui ripercorre i sentieri oscuri di una
passione malata; “Ricordi sospesi” in
cui emergono tutte le dicotomie esistenziali come il bene ed il male, l’amore e
l’odio, l’esistere e la sua negazione; “Visione” in cui due occhi dotati quasi
di poteri magici sembrano annullare le difese vitali del proprio partner;
“Fragile tentativo” pervasa da una
struggente poesia esistenziale, resa attraverso simboli grafici e cromatici;
“Il bene ed il male” dove il dolore umano è la metafora del concime di ogni
trasformazione; “Da ogni male ci proteggono” dedicata all’Arma dei Carabinieri
dove l’accumulazione dei vari elementi
concorre a creare un tessuto di fluente tranquillità e di protezione
dagli strappi e dalle lacerazioni sociali; “Il rimorso
senza viso” dove un clown, simbolo del
confine invalicabile della riconoscibilità del proprio destino, una figura di donna, indifesa nella sua
nudità e nella sua bellezza ed alcuni
esemplari di dollaro concretizzano la denuncia ed il disagio di un rapporto
venale, fisico, senza affinità elettive e senza armonia.
Francesco
Marotta è un artista che ha fatto del suo percorso creativo una sorta di
percorso alchemico di trasformazione del “Sè” che lo ha portato a vivere l’arte
a vari livelli. Infatti ha operato sia riferendosi al mondo reale dove hanno
trovato spazio implicazioni sociali e la rappresentazione della vita di ogni
giorno, sia quello spirituale ed innovativo dell’esplorazione del suo universo
interiore e delle dimensioni superiori in un viaggio di “chiaroveggenza”
artistica. Emerge chiaro e senza ombre di dubbio che per lui la pittura è il
mezzo privilegiato per conoscersi meglio e ricercare ancora quel “guardiano
sulla soglia”, che lui ha trovato in un episodio particolare della sua vita che
lo ha portato ai confini della vita e della morte, dove tutto si annulla e il
”tutto” diventa, in un solo attimo, oggetto di un “nuovo vedere” e latore di un
nuovo linguaggio sia espressivo, sia di analisi e ricerca. Anche per
quest’artista, come afferma Karel
Appel, creare un’opera è come una
battaglia tanto mentale quanto fisica, una lotta per liberare qualcosa che si
rivela solamente man mano che si svolge il combattimento.
Anna Iozzino
(storica e critica d’arte)
Mostra "UNA VITA PER LA CULTURA"
ROMA 2012 - Galleria "Il Salotto dell'arte"
Alcuni momenti della manifestazione
Da sinistra: 2 opere dell'artista premiate durante l'Evento Artistico |
Galleri vista dall'esterno |
Roma - 2012 - Galleria Il salotto dell'Arte durante la mostra "Una vita per la cultura" |
Altre manifestazioni alle quali ha partecipato
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