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venerdì 4 maggio 2012

Castellammare di Stabia: Via Napoli


Via Napoli, se non ricordo male, prendeva origine dal Largo Fusco (‘O llargo ‘e Fusco) denominta poi Piazza Spartaco.

Quando ormai vivevo a Torino già da qualche anno l’amministrazione dell’epoca, erano gli anni sessanta, cambiò i nomi di molte strade. Non li ricordo tutti, ma la piazza antistante la stazione centrale della Vesuviana aveva un altro nome e così tante altre ancora che ancora oggi mi disorientano solamente per la ridotta frequentazione del territorio. Ho ragione di credere di essere nel vero in quanto durante la mia permanenza sul posto la percorrevo abbastanza spesso per i più svariati motivi.



Piazza Spartaco










Via Rajola





















C’era anche un detto che veniva abusato un po’ per scherzare e a volte per minacciare l’interlocutore se uno credeva di avere la forza di farlooppure eufemisticamente parlando per significare che una persona era  ormai defunta.

Più o meno il detto era: - Si è trasferito a via Napoli. Oppure l’hanno trasferito a via Napoli o ancora: - Te manno a via Napoli, ecc. ecc.

Nell’attuale sede del Municipio c’era il pastificio d’Apuzzo che sfornava una eccellente pasta presso il quale mia madre faceva degli acquisti con la disponibilità che lo stipendio di mio padre poteva permettere.

Nella palazzina d’epoca dei d’Apuzzo e il professor Mannara che ci onorava della sua amicizia fraterna.

Nel palazzo ‘e ‘Ndracchinella abitava la famiglia di un mio compagno di scuola e le zie che commerciavano in alimentari salvo scoprire, più tardi che era il nipote del proprietario e il padre costruiva botti per la Spagna.

Più avanti negli anni sciopriì anche che la chiesa dopo la traversa mercantile era dedicata al santo che aveva il mio nome e che nella zona agricola a ridosso dell’AVIS c’erano dei cugini di mio nonno.

Quando ormai ero fuori quel pochettino di campagna che ancora era rimasta davanti al pastifico fu subissata di costruzioni, Villa Bocchetti aperta al traffico e lottizzata, la Ciro smise di produrre pelati, il pastificio la pasta, ma la strada era sempre oberata di traffico o per funerali o nei festivi in quanto il culto dei morti è molto sentito e praticato.

Ancora oggi strada Napoli è interessata da nuove costruzioni che soppiantano i vecchi fabbricati, ma continua a conserva la sua aria disordinata e precaria per l’aria casereccia che ancora trasuda dalla residua attività campagnola che resiste alle tentazioni industriali di quelli che non amano i carciofi e le eccellenti verdure che il terreno è capace di produrre sotto la cura accorta e sapiente dei contadini che ancora resistono.


STRADA  NAPOLI








































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