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mercoledì 22 febbraio 2012

Il museo di Villa Croce a Genova si gemella con altre città


Si inizia con Bologna per riscoprire gli angoli bui dell'istituzione

Il Museo di Villa Croce a Genova

L'idea del museo diffuso è alla base del progetto "Cartabianca” una dimensione dove l’arte, temporanea e compartecipata, vuole interagire con gli spazi del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova per innescare dinamiche relazionali che coinvolgano la città e per tessere relazioni con le altre principali città italiane, attraverso un ciclo di mostre dedicate all’emergente e vitale mondo dell’arte contemporanea.
Per la durata di un mese, un capoluogo si trasferirà a Genova e i curatori "locali” proporranno una loro visione di ciò che li circonda, in modo da fornire un’istantanea precisa e globale della città in cui si trovano ad operare. Ogni tappa avrà anche una conferenza dedicata alla città focalizzata e al percorso dei suoi artisti negli ultimi anni, oltre a tavoli di lavoro tra artisti, curatori, critici ed operatori del contemporaneo per la progettazione di workshop, opere site specific, residenze d’artista. Altro spazio di Villa Croce che verrà utilizzato per il progetto è la Biblioteca del museo in collaborazione con la sezione didattica, che svilupperà parte dei progetti, sottolineando il ruolo del museo come luogo che accoglie, stimola e legittima la ricerca.
Prima tappa del plurigemellaggio è Bologna, con i curatori Roberto Daolio, Massimo Marchetti e Anna Santomauro, che vede coinvolti undici artisti e gruppi: Alessandra Andrini, Emanuela Ascari, Claire Bosi, Giulia Cenci, Curandi Katz, Anna Ferraro, Antonello Ghezzi, Luciano Maggiore, Stefano  Pasquini, Chiara Pergola ed Emanuele Serafini.
Attenzione però, non si parla di interventi travolgenti o di mostre in pompa magna, ma di azioni che vanno da progetti specifici a gesti minimi e piccoli spostamenti per evitare modelli predeterminati di fruizione. Un sottile workshop per la riqualificazione degli spazi collaterali del museo, di ambienti non specificatamente deputati all’attività espositiva, ma elementi fondamentali per la vita del museo che pongono uno stimolo per costruire nuovi percorsi da condividere. Dal prossimo 25 febbraio.

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