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venerdì 15 maggio 2020

Merio ci racconta il suo Campari

Merio ci racconta il suo Campari

 
Merio Campari
Durante la clausura forzata, restare in contatto e parlare con i propri amici è consigliato dagli psicologi ed è effettivamente un gran bella abitudine da mantenere (tranne forse le migliaia di notifiche di Houseparty). Merio non è di certo un mio amico – o almeno non ancora – ma dopo questa chiacchierata nata per farci raccontare un po’ il suo nuovo singolo Campari (uscito il 24 aprile per Hokuto Empire) mi è sembrato di conoscerlo da sempre. Dopo qualche rassicurazione sulla reciproca salute e una buona dose di risate, questo è quello che è venuto fuori da mezz’oretta di discorsi – più o meno “alti” – riguardo il suo nuovo percorso musicale.

Partiamo da Campari: come è nato il singolo?

Campari fa parte della trilogia di pezzi – Madame PutainIsola e appunto Campari – in cui ho voluto raccontare la mia storia d’amore ormai finita. Un giorno stavo con Markino e con degli amici sul lago ed è venuta fuori questa melodia che mi è restata in testa per un po’. Poi la mia tipa mi ha scritto, all’improvviso mi sono preso subito male e ho voluto capire perché (dato che la melodia è presa bene). Quello che ho capito è che certe persone, anche se non fanno parte più del tuo percorso di vita, restano una parte di te che non se ne andrà mai e non puoi farci nulla. Alla fine le strofe del pezzo riflettono questo ragionamento, il brano in generale non è fine a se stesso infatti (ho provato a dargli un senso per tutti). Da qui ti odio come il campari, anche se ci sto male ne voglio ancora.
Ascolta Campari su spotify

Il pezzo era previsto che uscisse durante il lockdown?

In realtà mi sono trovato col pezzo pronto appena è iniziato il casino, quindi ho deciso di non pubblicarlo subito (anche per la situazione iniziale). Ho deciso di aspettare un mesetto e buttarlo fuori anche come forma di inno per quando potremmo uscire, essendo abbastanza preso bene. In generale, in questo periodo la gente ha più tempo per riflettere e poteva assorbirlo meglio a livello musicale essendo un po’ una svolta, ed è importante per me perché è l’anello di congiunzione tra quello che ho sempre fatto e quello che vorrò fare in futuro. Insomma, un po’ mi ci sono trovato e un po’ poteva essere un buon momento. È un pezzo liberatorio anche da questo punto di vista.

Quindi come è arrivato il cambiamento tra Pezzi di Merio e questa trilogia?

Vorrei avere un discorso bellissimo da farti, ma in realtà ci sono arrivato a questo punto – non c’è niente di studiato. Io sono una persona che si annoia molto facilmente, avevo bisogno di nuove sfide e fare qualcosa che non avessi mai fatto. Stavo in una comfort zone che poteva diventare una gabbia (anche se sono soddisfatto del risultato di Pezzi di Merio). Ho anche molti altri pezzi oltre Campari che magari sono anche più al di là a livello musicale, però volevo arrivarci (aiutando anche la gente che mi ha sempre seguito), non volevo fare troppo il wannabe pubblicando Campari subito all’inizio prima degli altri due.
Comunque, lavorare così mi dà stimoli nuovi, perché non è come al solito che Markino mi da un beat e ci scrivo sopra, lo costruiamo insieme (infatti ho incominciato a suonare il piano in questi tempi).

Come vedi che è stata accolta questa trilogia?

Con Campari vedo che si è recepito tanto il nuovo Merio, tanta gente che mi segue mi ha detto che il pezzo li rappresenta, che è come se l’avessero scritto loro. Campari, se noti, è più semplice come testo, è arrivato anche per provare ad essere più diretto e meno malinconico del solito. Pensa, una volta, subito dopo l’uscita di Madame Putain stavo in palestra e un ragazzo giovane mi ha chiesto cosa volesse dire “sono le 9 ma sembrano le 4”. Mi sono preso un po’ male, perché se un ragazzo di 20 anni non recepisce queste cose, ho pensato che devo essere più chiaro e esprimermi con concetti semplici. Anche, ad esempio, proprio Madame Putain è stata fraintesa come termine, pensando che fosse rivolto alla tipa (invece è solo un’imprecazione). Alla fine quando scrivi non puoi scrivere solo per te stesso, mi prendo la colpa quando qualcuno non capisce il senso.
Forse anche per questo ho aperto questo gruppo Telegram, per stare a contatto con la gente. Le opinioni fa bene sentirle e poi valuti che farci nel caso.

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