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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

giovedì 25 settembre 2014

IVAN - …non me lo sono ancora perdonato.

Ivan

   Come ogni mattina Delia entrò in cucina, preparò il caffè e aggiornò il calendario: 24 ottobre.
    Sorseggiò il caffè ancora bollente affacciata alla finestra di cucina e il fresco autunnale la disincantò dal torpore del sonno. Ritornò con la mente allo stesso giorno di otto anni prima.
 ……………
   Suo fratello non stava bene da tempo e lei era preoccupatissima. L’aveva sentito al telefono il giovedì precedente e gli aveva promesso di andare a trovarlo nel fine settimana, ma le piogge incessanti l’avevano costretta a casa. Provò a cercarlo al telefono; una volta, due, tre…
   Ivan non rispondeva. Non era una novità, non rispondeva mai alle chiamate quando non ne aveva voglia o quando dormiva pesantemente, ma quegli squilli a vuoto la trascinavano in uno stato d’ansia crescente.
   Riprovò a chiamarlo il venerdì, e ancora il sabato, ma fu inutile. Decise di fare un salto da lui la domenica; pioggia o non pioggia, si sarebbe fatta accompagnare in auto da suo marito appena fosse tornato dal servizio di soccorso agli alluvionati, ma Alessandro rincasò più tardi del previsto, stanco e infangato; proprio non se la sentiva di rimettersi in macchina sotto la pioggia e di correre all’altro capo della città. Si riattaccarono al telefono ma non ebbero risposta.
    “Sta’ tranquilla”  - le disse Alessandro - “sai com’è fatto Ivan. Non è la prima volta che ci fa stare in ansia per giorni”. Ma Delia non era tranquilla affatto, sentiva in cuor suo che qualcosa di brutto era accaduto. Si mise a letto e provò a dormire ma non riuscì a chiudere occhio.
    La mattina dopo Alessandro uscì di casa prima del solito: sarebbe passato a casa di Ivan prima di andare al lavoro. Delia cominciò a prepararsi per andare in ufficio, ma era sempre più agitata. I battiti del suo cuore le sembravano amplificati, le mani le tremavano, non riusciva a compiere le abituali azioni che metodicamente compiva da anni.
    Squillò il telefono. “Siediti” le disse Alessandro… e lei capì.
 ……………
    Era una morte annunciata, Delia sapeva che sarebbe accaduto presto, ma rifuggiva quel pensiero e benché ne avesse avuto il presentimento si sentì svuotata.
    Ivan se n’era andato e aveva portato via con sé le recenti angosce, le corse in ambulanza, i ricoveri in ospedale e tutte le preoccupazioni che negli ultimi due anni avevano offuscato i teneri ricordi dell’infanzia.
    Ivan era morto lì da solo e lei non era con lui. Non se lo sarebbe mai perdonato.
.…………
…non me lo sono ancora perdonato.


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Gioacchino Ruocco Ma di chi era parente Ivo e chi é l'autrice del pezzo che sembra un racconto breve invece di una cronaca di una perdita familiare ? Solo Dio lo sa....
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Gioacchino Ruocco Aspetto un tuo aneddoto.
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Delfina Ruocco L'autrice del pezzo sono io, Gioacchino, e Ivo era mio fratello minore. Sai che mi piace scrivere e raccontare di me, cose belle e brutte. Dopo tutto la vita non è fatta così? Prima o poi arriverà anche qualche aneddoto divertente.
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Tempo fa mi stavi raccontando o meglio scrivendo la storia della tua famiglia, ma la cosa si fermò appena iniziata perché si sollevò dal tuo entourage familiare una voce che disse di non farlo (è un eufemismo) e la cosa si fermò alla prima puntata. Anche se a volte vado in cerca di immagini non avevo fatto la conoscenza fotografica di tutti i tuoi familiari per cui il tuo scritto,adesso che lo so, per il modo in cui è stato redatto mi è sembrato una pagina di un racconto breve o di una storia  vissuta soltanto in maniera letteraria. Volevo scriverti altro, un complimento, ma non avevo capito che la cosa ti apparteneva intimamente e se ne eri l'autrice. Rispetto il dolore di qualsiasi essere vivente. Non voglio passare per altro dopo aver fatto già tra i tuoi seguaci e conoscenti la figura del rompi... ma vorrei lanciarne uno diverso: chiedere di nominare dieci stabiesi da segnalare ai posteri  con le motivazioni della segnalazione in positivo e in negativo ?
Il giochetto potrebbe fornire una consistente mole di informazioni sia sulla personalità di chi si esprime, sia sui valori che ogni persona mette alla base del proprio vivere e a quali di essi è più strettamente legata la popolazione che risponderà al quesito.
I risultati, potrai assicurarli, saranno pubblicati in forma anonima, mentre chi vuole metterci la faccia lo dovrà dichiarare esplicitamente. Vogliamo provare ? Inoltre tra i Ruocco vorrei organizzare una campagna fi familiarità e di divulgazione della propria appartenenza con gemellaggi come avviene tra le città. L'idea sarà un pò vecchia se no veramente il mio lavoro diventa una tesi e non un blog di dervizio per avvicinarci glu uni agli altri com'è mio desiderio. Ti saluto caramente come un fratello aggiunto, ma più grande per la mia età. Vedi un po' tu. Ciao e a presto.
Gioacchino

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