Mi sono
acquartierato appresso a te
e per certi versi sto una
meraviglia.
E’ quando non sto bene che ti
avverso
col mio stupore o con il mio
silenzio.
Indifferente no, non riesco ad
esserlo.
Sarebbe ancor più duro del
granito.
L’atavica pazienza mi comporta
che ascolto sempre e quando non
è vero
quello che mi viene detto
divento un maledetto che si
infuria
e la penuria delle parole
quando sto in questo stato
mi porta dire cose che non
penso.
Mi meraviglia invece la tua
rabbia
quando non sei una belva che sta
in gabbia
e libera di andare dove vuoi.
Perché dovrei essere l’incomodo
quando i problemi sono solo tuoi
che cambi umore soltanto se non
cedo.
Io non ho corredo da portarmi
via,
son come ero nato nudo e crudo
come il carattere che ho sempre
avuto
che dice pane al pane e vino al
vino
che quando perde perde e chiede
scusa
ma quando vince vince e non usa
la vittoria per umiliare gli
altri
che invece scaltri come sono
approfittano e fanno ancora i
fatti loro.
Tornare indietro ? E per fare
cosa ?
Meglio il profumo di una rosa
per un giorno solo che parole a
ufo
che quasi sempre vuote fanno
abuso
della pazienza altrui per
convincerli
che oggi è buono quello che ieri
no.
Per questo io ti guardo e mi
commuovo
fino a prenderti fra le mie braccia
che il mondo sembra nuovo
quando sorridi e mi ti poni
addosso
come il desiderio che germoglia
nuova vita e muove la speranza
che il tempo che avanza sarà
dolce ed infinito.
Ostia Lido, 05/08/2012
Inserita nella raccolta
“Odi e odii”
Prima edizione. 2012 - poesia 1
Autore : Gioacchino Ruocco
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