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lunedì 2 novembre 2015

Delfina Ruocco: A mia madre


Pia Giovanna Ruocco

A mia madre

Socchiudo gli occhi, mamma, e ti rivedo 
seduta là nell’angolo in cucina 
col tuo lavoro a maglia o all’uncinetto 
con i tuoi occhiali e con la testa china.

Socchiudo gli occhi e quando li riapro 
sento una fitta lacerarmi il cuore, 
non posso più vederti, né toccarti 
e mi riavvolge - perfido - il dolore.

Lo strazio che perpetuo si rinnova 
quando il pensiero mio ritorna a te 
e mi chiedo perché te ne sei andata 
lasciando un vuoto immenso dentro me.

Mi abbandono ai ricordi di bambina, 
ai giorni dell’infanzia spensierata 
e mi rivedo insieme ai miei fratelli 
nella piccola casa tanto amata.

Tu che cantavi intenta alle faccende, 
che parlavi in dialetto veneziano, 
che ci seguivi attenta con lo sguardo, 
pronta, nel caso, a tenderci la mano.

Ci hai tracciato la strada della vita 
scostando i sassi per non farci inciampare, 
amandoci con tanta dedizione 
come solo una mamma riesce a fare.

Ci hai fatto grandi con tanta fatica, 
con pochi soldi ma con tanti affanni 
che tenevi segreti nel tuo cuore 
per non impensierire i nostri anni.

Hai affrontato impavida le prove 
per te tenute in serbo dal destino 
e se la forza a volte ti mancava 
chiedevi aiuto al soccorso divino.

Gli anni sono trascorsi lentamente, 
o troppo in fretta, a ripensarci ora. 
Vorrei tornare indietro con il tempo 
per rivederti e riabbracciarti ancora,

per chiederti perdono dei miei sbagli, 
e ricevere in cambio il tuo sorriso, 
per riascoltare la tua cara voce 
e accarezzarti dolcemente il viso.

Vorrei trovar conforto in un tuo abbraccio 
quando mi sento sola o preoccupata, 
rannicchiarmi sopra le tue ginocchia 
e sentirmi di nuovo coccolata.

Lo vorrei, mamma cara, ma non posso, 
perché la dura legge della vita 
è che chi nasce, prima o dopo muore, 
e paga quindi la contropartita.

Ma nel mio cuore serbo la speranza 
di ritrovarti ancora, oltre la morte 
e di correrti incontro, finalmente, 
quando sarà compiuta la mia sorte.

Ti tenderò le mani sorridendo, 
e forte al cuore tuo mi stringerai, 
ed entrambe sapremo in quel momento 
che dopo non ci lasceremo mai.

Delfina Ruocco - Novembre 2007

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