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giovedì 29 novembre 2012

Cosi m’è apparsa ancora la montagna …


C.mare di Stabia : Faito 
























Così m'è apparsa ancora la montagna
dove andavamo a volte o il percorso che tentavamo
quasi per gioco da rifare per donarci forse la gioia dell’incanto
che sentivamo a un passo e irraggiungibile: il cuore
sussultava ad ogni passo, ad ogni svolta.
Ancor di più se il vento dissipava la nebiuccia
che si formava quando il sole riscaldava il sottobosco.
Non conoscevo e ancora non conosco
tutte le gioie del paesaggio che sotto appare improvviso
come se fosse il paradiso a risvegliarsi dentro di noi.
Cosi m’è apparsa ancora la montagna che sovrasta
la casa dove abitai bambino ignaro dei suoi frutti
e delle voci degli alberi che ancora l’affollano.
Non bisognava andarci, c’era l’orco, il lupo
non so cos’altro c’era oltre all’uomo
che come una bestia voleva aggredirci mentre
arrancavamo alla ricerca di frutti nei cespugli.
Tenue era l’odore che ci accompagnava nella salita,
gioiose le voci che poi si persero in un grido disperato.
Eravamo senza più speranze e ancora oggi io mi guardo intorno
quando sento un fischio, un passo, un tramestio di foglie.
Sembrava persa la casa e il paesaggio che diventò un dirupo
con quell’uomo che come un lupo ci spingeva a valle.
Dentro sento il vento e i colori spenti dalla paura,
un groviglio di gioia e di tormento fino ad allora sconosciuto
senza un arnese appresso per salvarmi fino a quando
non ripresi fiato e mi guardai intorno per vedere se era
il verde o il giallo delle foglie o quelle cose che uno coglie
da portare via senza saperne il nome o cosa farne
o il profumo di un fiore che languido sfiorisce
mentre tu passi senza soffermati a pensare e non capisci
nelle narici la sua fragranza mentre avanza la sera.


Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       29/11/2012      ore 18.00
Inserita nella raccolta “Fasicolo personale”


L'immagine è stata presa dal sito "Libero Ricercatore"

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