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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

lunedì 4 aprile 2011



Inizia il conto alla rovescia per iscriversi alla seconda edizione del

PREMIO COMBAT - COMBAT PRIZE 2011,

il concorso italiano indipendente interamente dedicato alla pittura e al disegno, a pochi giorni dalla chiusura ecco in sintesi le caratteristiche del premio.

Chiusura iscrizioni: sabato 16 aprile 2011
Sezioni: Pittura, Disegno
Partecipazione: il concorso è aperto a tutti gli artisti senza limiti anagrafici
Finalisti: 70 Artisti
Pubblicazione facoltativa sul sito http://www.premiocombat.it/
Mostra finale: dal 10 al 18 giugno
Sede: Livorno "Bottini dell'olio"
Premi: 6000 Euro vincitore sezione Pittura
Premi: 4000 Euro vincitore sezione Disegno
Premio speciale Borsa di studio ad un artista under 35
(Residenza d'artista presso GlogauAIR - Berlino)
Premio Giuria Popolare
Catalogo: Sillabe
Giuria:
 Adriana Polveroni, Ausonia, Daniele Capra, Francesca Baboni, Luca Coser,
Nicola Davide Angerame, Stefano Taddei, Irene Pascual.

Iscriversi è facile:ISCRIVITI ON-LINE


Info: Associazione Culturale Blob ART
corso Amedeo 118 Livorno

T 0586881165info@premiocombat.it www.premiocombat.it

La pittura e il disegno possiedono potenzialità intrinseche forti e dense di significati.
A queste intende dar voce il PREMIO COMBAT, che nei medium della pittura e del di-segno, spesso trascurati in favore di media espressivi più di moda, vuole avere fiducia.
Il PREMIO COMBAT nasce per avviare un'indagine, attraverso gli autori che vi parteciperanno, delle più interessanti proposte della nostra realtà italiana.
COMBAT prende nome ed ispirazione concettuale dai combat film, filmati realizzati da cineoperatori militari americani durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, in cui venivano filmati spesso in prima linea e in diretta gli orrori della guerra per documentare e mostrare alla popolazione americana - non ancora certamente preparata a questa tv verità - ciò che stava succedendo, compresi gli episodi più cruenti.
La finalità del PREMIO COMBAT ha lo stesso obiettivo forse ambizioso ma senz'altro efficace dal punto di vista culturale: scendere in prima linea per cercare i diversi percorsi all'interno del panorama della pittura e del disegno italiano attuale ed al contempo documentare cosa sta succedendo nei linguaggi contemporanei.

Il PREMIO COMBAT promuove dunque attraverso la ricerca strettamente pittorica e del disegno un confronto-scontro proficuo e non banale, una sorta di combattimento culturale più che mai necessario e vitale nell'attuale incerto periodo storico. Il PREMIO COMBAT si presenta sotto una forma originale rispetto agli altri premi avendo una struttura divisa per zone regionali per monitorare con accuratezza le differenziazioni delle diverse realtà del Paese e per presentare un nuovo modello d'indagine basato su di un fare cultura slegato da ogni discorso prettamente commerciale.


Contatti

Le mie foto
Gioacchino Ruocco
     Il blog, nei suoi pochi giorni di vita, è stato già visitato da 145 persone (Italia 110 + Stati Uniti 33 + Singapore 2) e in questo momento sono presenti sul blog (11 Italiani + 1 Statunitense). Speravo, però, anche in contatti scritti. Anche se parlo soltanto due lingue l'italiano e il napoletano sono in grado di comprendere l'inglese, il tedesco ed il francese e qualcosa di spagnolo visto che in famiglia siamo multilingue.

     Comunque le visite mi hanno fatto enormemente piacere anche se dettate, forse, dalla curiosità di capire.

Che cosa voglio fare con questo l'ho scritto nelle prime pagine.

     Non voglio isolarvi dal momdo circostante, ma trasportarvi un'isola in cui trovare un conforto, una possibilità di recuperare quello che avete perso per la lontananza, per la mancanza di tempo, per non sentirci più soli, per annullare il tempo e lo spazio nel luogo immaginario della nostra consanguineità, per dare a qualcuno quel rifugio che non ha mai trovato, la spalla su cui appoggiare la testa in un momento di tempesta, l'amico, il fratello, la forza che è venuta meno.

     Per questo spetto i vostri commenti ed i vostri suggerimenti.
Intanto continuo la mia ricerca nel mare magnum di Internet dove c'è tutto e non c'è niente, ma si trova almeno l'illusione di esistere in qualche maniera, nell'eco del nostro navigare oltre le colonne d'Ercole, ma anche all'interno della nostra esistenza.

     La mia faccia ce la metto tutta e anche il mio impegno.
Saluti a tutti quelli che visiteranno il blog e a quelli che l'hanno già fatto e a tutti i Ruocco in particolare. Spero soltanto che qualcuno metta fuori la testa per farsi conoscere e raccontare agli  altri qualcosa di se.

A presto.
Ostia Lido, 5 aprile 2011
gioacchinoruocco@libero.it

NB. Oggi ho pubblicato anche il mio curriculum o biografia.

Nel frattempo vi consiglio di visitare il blog "Il gusto dei ricordi" redatto dalla carissima amica Cinzia Cripe residente in Florida a tampa. Vi troverete delle ricette fantastiche e il racconto di una vita di lavoro entusiasmante che vi catturerà sicuramente.

Biografie: Gioacchinio Ruocco


Le mie foto
Gioacchino Ruocco


     Poeta, pittore,  scultore,  critico d’arte,  regista.  Roma - Via delle Quinqueremi, 70 - (00122) - Tel. 06 / 56.30.45.65.  E' nato a Castellammare di Stabia (Na) nel  1939. Ha composto le sue prime poesie in dialetto  napoletano  quando  era  ancora studente dell’Istituto Nautico di Piano di Sorrento.   
 
     Fu proprio il suo professore d’italiano Giuseppe IORIO a fargliele pubblicare sul giornale   “La voce di Stabia” nel 1956.
Prima di arrivare ad una pubblicazione organica, le sue poesie sono state pubblicate su Il  Mezzogiorno N. D’Italia, Il  giornale dell’Etna, Il cittadino Canadese, Scena Illustrata, Il gusto dei ricordi (Florida), Annuario Comed, ArteRoma.cm ed altre testate,cataloghi d’arte e blog.                   
 
     Ha collaborato per diversi anni alla rivista d'arte “Scena Illustrata” e all’Annuario  Comed  (Guida  ragionata delle Belle Arti) per il quale nel 1985 ha curato e presentato nella collana “I profili d’arte” la monografia  “La scultura nell’arte contemporanea” e nel 1994  “Arte e Poesia” nella quale ha pubblicato 56 poesie italiane.
 
     Ha diretto l’ “Art Gallery’s Meeting” di Roma e ha fatto par- te del Comitato organizzatore del Premio Salvatore Quasimo- do per i ragazzi. Fa parte del Comitato d’onore  della  F.I.A. (Federazione Internazionale Artisti) che cura la salvaguardia degli interessi generali degli artisti.
 
     Dal 1988 è membro dell’UNUPADeC (Unione Nazionale Unitaria Professionale Autori Drammatici e Cinematografici) per conto della quale nel 1992 viene nominato dal ministro sen. Boniver del Ministero del turismo e dello spettacolo, membro della seconda commissione di censura cinematografica a difesa degli autori dove resta per otto anni.
 
     Come pittore e scultore ha tenuto mostre a Roma, Napoli, Castellammare di Stabia, Altopiani di Arcinazzo, Mandela, Marino, Subiaco, Spoleto, ecc. mentre le sue opere sono presso collezionisti in tutto il mondo. E’ inserito  nei cataloghi d’arte Annuario Comed a partire dal 1985; in Arte  Mercato dal 1992 ; in Falleroni Arte del 1988; in Flash art e in altri cataloghi italiani e stranieri
 
     Come regista ha diretto, con Anna Iozzino, i documentari televisivi  Lorenzo Viani ad Ostia ” ('90), “Arte sacra” ('91); “ARTE e Cinema " ('92) e “Dal segno al sogno. Iconografia dell’ex libris del primo Novecento” ('97), prodotti dalle Edizioni Comed di Milano, realizzati per le mostre di arte tenutesi a Ostia, Marino e Roma. Come critico d'arte ha recensito numerosi artisti e ha segnalato sull'Annuario Comed Olga Minardo,  Carmine Muliere,  Giovanni Bonaldi,  Nicoli Mirella, Andrea Cerqua, ecc.
 
     Al suo attivo annotiamo anche  il “Manuale per l’organizzazione dei Servizi di prevenzione delle ASL” scritto in collaborazione con la dott.ssa M.C.Proietti nel 1999;  Indagine conoscitiva su alcuni fabbricati con coperture in cemento-amianto in località Magliana di Roma assieme a L. Fiumi, L. Camillucci, A. Campopiano, S. Casciardi, D. Ramirez, F. Fioravanti. Edizioni CNR-ISPESL 2004 e le collaborazioni alle testate IL giornale di Ostia (2004/2007) con la rubrica settimanale "L'esperto risponde", al Tirrenico (2007/2008), a La gazzetta del Litorale" (2008), a La Gazzetta (2009), ad @urelium 18, e la mensile telematico OBSERVO.
 
     Nel 2010 ha pubblicato la raccolta di poesie napoletane "Turnanno arreto" nella collana  ilmiolibro.it   

Scrittori ebook: Rodolfo Ruocco

Rodolfo Ruocco




     La casa editrice Cuec e la Italic Digital Editions hanno appena dato alla luce una nuova ed innovativa collana di ebook dal titolo Futurebook. Si tratta di una collana di instant ebook in progress ossia di ebook scaricabili in modo semplice e veloce e a basso costo che possono essere poi aggiornati in ogni momento a titolo completamente gratuito.

     L’idea di realizzare una collana di ebook di questa tipologia nasce dall’esigenza di offrire a tutti coloro che amano leggere testi di attualità e di politica dei testi che non risultino obsoleti il giorno dopo l’uscita ma anche anzi continuino ad essere di grande attualità giorno dopo giorno.

     Il primo ebook di questa collana è “Rubysconi, I giorni che sconvolsero l’Italia”, un testo in cui il giornalista Rodolfo Ruocco cerca di mettere in evidenza gli venti più eclatanti del caso Ruby e di tutte le vicende ad esso connesse offrendo ai lettori un numero di dettagli davvero impressionante. In questo modo i lettori potranno finalmente riuscire a farsi un’idea quanto più precisa e chiara possibile sulle vicende che stanno sconvolgendo l’Italia e l’opinione pubblica ed essere sempre aggiornati sugli ultimi avvenimenti.
Ecco ciò che afferma Rudolfo Ruocco a proposito delle opportunità che testi di questo genere offrono: “Puoi ripetere l’operazione all’infinito: ogni volta che i fatti da te raccontati hanno bisogno d’un nuovo capitolo. Il tuo lavoro non invecchia mai, perché puoi tenere in vetrina sempre e solo l’ultima edizione. Per una merce come l’inchiesta giornalistica che invecchia rapidamente a causa dell’incalzare degli avvenimenti è una rivoluzione”.
    
     L’ebook “Rubysconi” può essere scaricato direttamente dalla piattaforma Bookrepublic ad un prezzo di soli 3,99 €.


Si ringrazia camilla.biagini

Compositori: Renato Ruocco

Renato Ruocco


Biografia  




Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



SUSPIRANNO NA CANZONE

E. De Mura - R. Ruocco (1956)



Mo lùceno, pe' me, stelle a migliara...
'E stelle cchiù lucente 'e tutt''e ssere...
I' porto nu mistero dint''o core
'mpastato 'e sciure, lacreme e suspire...
Mo lùceno, pe' me, stelle a migliara...

Mme ne vogl'í pe' viche e vecarielle,
suspiranno na canzone
cu 'o mandulino...

S'arápeno feneste e fenestelle
e s'affaccia chi durmeva
a suonno chino...

Chi allucca, chi mme dice: "'A vuó' ferní?!"
"Guaglió'..." "Mannaggia..." "Ccá s'ha da durmí!"

Mme perdunate, amice,
ma v'aggi''a fá sapé
ca i' sóngo assaje felice
e ca nisciuno è cchiù felice 'e me!

Amice, chiaro e tunno
i' mo ve ll'aggi''a dí:
'a femmena cchiù bella 'e tutt''o munno,
mm'ha ditto "sí"!

Lle sóngo state attuorno ciento amante...
Ll'hanno fatto vedé, comm''int''e cunte,
palazze d'oro e perle 'e ll'Oriente...
Ca mme vò' bene nun se só' cunvinte...
Lle sóngo state attuorno ciente amante.

Mme ne vogl'í...

Chi allucca, chi mme dice: "'A vuó' ferní?!"
"Guaglió'..." "Mannaggia..." "Ccá s'ha da durmí!..."


    

Renato Ruocco nasce a Napoli il 16 settembre del 1922 da padre napoletano e madre Greca. Frequenta il liceo classico e studia musica contemporaneamente. All'età di 18 anni forma un piccolo complesso orchestrale da ballo per night clubs e trasmette da Radio Napoli per diversi mesi. Compone musiche per riviste e per ballo. Nel 1938 si iscrive alla Società degli Autori (SIAE) in qualità di autore e compositore. La sua prima canzone in Lingua è del 1941: "La signorina dal giubetto rosso", prescelta ad un concorso nazionale della radio ed affidata al cantante Lucio Ardenzi con l'orchestra del maestro Nello Segurini; fu ripresa dal noto Alberto Rabagliati, accompagnato dall'orchestra ritmo- sinfonica del maestro Alberto Semprini e, successivamente, dal Quartetto Cetra. La sua prima canzone napoletana è del 1944: "Tu ca me fai suffrì" lanciata da Amedeo Pariante. Seguirono nel 1948: "Cennere" e "St'ammore è 'na buscia". Partecipa al 1°. 2° e 3° Festival di Napoli con poca fortuna. Al 4° Festival di Napoli, nel 1956, viene ammesso con due canzoi: "L'ultima sigaretta", testo di Raffaele Mallozzi, e "Suspiranno 'na canzone", paole di Ettore De Mura. "L'ultima sigaretta" per un solo voto non entrò nelle finaliste ma ebbe, in seguito, un notevole successo; "Suspiranno 'na canzone", cantata da Giacomo Rondinella e Aurelio Fierro, vince il secondo premio e Renato Ruocco laurea compositore. Come diceva il Maestro Giuseppe Cioffi: "Quando una canzone varca le frontiere e gli oceani vuol dire che l'autore si è Laureato" e "Suspiranno 'na canzone" arriva fino in Giappone con il titolo "O kage samade" che, tradotto in italiano, significa "La vostra onorevole ombra". "Suspiranno 'na canzone", quell'anno, perse per soli 8 voti dalla prima classificata! Nel 1961 "Tutt'e duje", su testi di Raffaele Mallozzi e Alfonso Chiarazzo, sempre al Festival di Napoli, è favorita ma non riesce a piazzarsi nei primi tre posti. Subito dopo avrà un grandissimo successo e verrà prescelta al "Giugno Canoro Napoletano": Gli interpreti sono Sergio Bruni e Maria Paris. Al Festiva di Napoli del 1965 "Serenata all'acqua 'e mare", su versi di Angelo Carbone, è la prima delle finaliste però, purtoppo, quell'anno gli Enti organizzatori cambiano il regolamento e quindi vince, dopo un anno, la canzone che vende più dischi che risulta essere "Core napulitano" solo per qualche disco in più. Resta comunque indimenticabile l'interpretazione di Aurelio Fierro e non da meno quella di Tony Astarita al suo primo Festival. Al XIV Festival di Napoli, nel 1966, partecipa con "Ciento catene", versi di Alfonso Chiarazzo, interpretata da Maria Paris e Mario Merola; la canzone è bella sia nelle parole che nella musica, quasi poetica, e si classifica al 6° posto. Registrerà un grande successo e sarà rappresentata , più tardi, in sceneggiata proprio da un egregio Mario Merola alle sue prime interpretazioni. Ancora al festival di Napoli, nel 1968, si classifica al 3° posto, ex-equo, con "Ammore 'e Napule" interpretata da Claudio Villa e Mirna Doris. Gli autori dei testi sono tutti suoi cari amici, lui diceva. "... si, perchè se tra collaboratori non c'è amicizia sincera, stima profonda, non nascono canzoni di successo... nascono canzoni fredde!". Il binomio Mallozzi-Ruocco, che il poeta Enzo Bonagura definisce "storico", per alcuni anni da molto agli spettacoli di Piedigrotta. Un giorno del lontano 1966, in Galleria Umberto I, al Bar Romano, Renato Ruocco incontra, sono seduti ad un tavolino, Gigi Pisano e Giuseppe Cioffi che l'invitano a bere un caffè, felicissimo accetta perchè li ammira; ad un certo punto Pisano dice a Cioffi: "Peppì, hai visto chell che sta facenno Renatuccio nostro? Tu che ne dici?" e Cioffi risponde: Gigì, noi compositori siamo sentinelle ai confini della nostra Napoli. Quando saremo congedati lasceremo il moschetto in caserma per affidarlo alle nuove Leve". poi, rivolgendosi a Renato Ruocco: "Tu 'a può ffà 'a sentinella!"

domenica 3 aprile 2011

Poeti napoletani di oggi: Gioacchino Ruocco 1



Le mie foto
  
Gioacchino Ruocco


‘E primma matina









Stammatina

                       
Stammatina ‘o mare
è comme a chillo ‘e na cartolina
e ll’aria chiena ‘e sole
ca nun ce stanno parole
pe t’’o raccuntà.
Scetate e ajesce
ma si te rencresce
‘e lascià ‘o lietto
so’ pronte mille dispiette
d’’a parte mia
ca te stongo aspettanno
‘nmiez’’a sta via
già ‘a n’anno.
Curre
c’’o sanghe se scete
e dint’’e vene
siente ‘a freve ‘e campà.
Nuie simmo ancora guagliune
pure si ‘qualcuno
dice ‘o contrario.

Ma che te ne ‘mporta !
Arape sta porta
e viene cu me
primmo c’’o tiempo se cagna
e addeventa na lagna
ca male po’ fà.
Si viene t’aspetto
sto sott’’o purtone
si no fra poco
me siente ‘e bussà.
            


Ostia Lido - 30 aprile 2009 - Ore 08,30





Si tiempo me ne resta

Si tiempo me ne resta
te voglio fa na festa
c’’a gente d’’o quartiere
addà dicere:
- Ma ch’è succieso ?
Ma a te ca si na ‘mpesa
nun te ne ‘mporta niente.
‘A ggente, ma ch’è ‘a gente.
Pe te ce sto sul’io,
o ce sta pure n’ato ?.

‘A gelosia è nu sfizio
ca nun te faie mancà,
‘e chiacchiere
sultanto pe parlà.
‘O riesto è cosa seria
comm’’a miseria
‘e chi p’‘a stessa via
fenesce ‘mbracci’ a ll’angele
o perde ‘a fantasia.

Si tiempo me ne resta
te voglio dì ‘o cunto
‘e chi nun parte e resta
pe mantenè ‘o punto.

Si tiempo me ne resta
te voglio accuntentà
almeno pe na vota
senza sta a ssindacà
chello ca faie o dice
pecchè
so’ ll’ommo chiù felice
assieme a te.

Pe te ce sto sul’io,
o ce sta pure n’ato ?

                                                                                                                                    
Ostia Lido, 30 aprile ore 13.30
            




Nmiez’’o mare

‘A cartulina ca t’aggio scritto
‘a quase nu mese
sta ancora aspettanno c’’a mbuca.
‘O saccio ca si me ‘mpiccio
‘ o core s’appiccio cchiù forte.
‘O miccio ‘e tutta sta storia
‘e chillu sguardo,
‘e cchillu suspiro
ca t’é fatto scappà.
‘O sapivo ca nun  l’ive fa!
Me canusce
e ’o saie ‘a quann’ire guagliona
ca pe te aggio perzo
‘o suonno e ‘a pazienza
ca so’ juto addò ogne ragione
nun tene chiù ’o tiempo ‘e penzà !
Ma mò che vuo ‘a me ?
Ma pecchè quanno m’è visto
m’è guardato cull’uocchie sperute ?
Pe me quanno n’ammore è fenuto
nun c’è niente pe farlo turnà.
E si quanno ce simme ‘ncuntrate
t’aggia stretta ‘a mano cu forza
tu è capito na cosa pe n’ata
pecchè cu forza so’ abituato a campà.
E io cu forza te dico sincero
ca nun è comm’a ll’urdema sera
primm’’e partì.
Si te penzo e ce penzo,
’a vita è cagnata
pecchè ’a vita c’aggio campata
me l’aggio sudata
juorno pe juorno
e nun vulesse mettere scuorno
ne a me ne a te.
Mò so n’ommo tranquillo,
so n’ommo ‘e na sola parola.
E si ‘a nostalgia me piglia
m’’a faccio passà.
‘E canzone so tante.
e ‘a chitarre già ‘e sape.
N’accordo e me scordo
‘e penziere cchiù amare:
tu nun ‘o saie,
ma ‘nmiez’’o mare
c’è poco ‘a suffrì
si no se va sotto
e nun tuorne cchiù a galla.


Ostia Lido – 30 aprile 2009 ore 16.30





Gelusia

Me sto perdenno
appriesso a nu pensiero
ca fin’a iere nun penzavo ‘e avè.
E t’’o dico cu n’animo sincero
ca nun so stato maie geluso ‘e te.

Pe me tu si na femmena
comme i’ songo n’ommo
diverse pe fa ‘e stu munno
nu triato overo.

Tu tiene nu pensiero
e io ne tengo n’ato
pe chesto me songo ‘nnammurato ‘e te.

So’ fatto ‘e na manera
e voglio sta cu te
senza male penziere.

Te voglio guardà ‘nfaccia
sicuro ‘e guardà sempe ‘a stessa femmena
ca tutt’’e juorne
trovo affianc’a me.
Ma ogge a che pienze
ca nun m’è ditto ancora na parola ?
Si ‘ncielo ce sta ‘o sole,
io sento sule tronele ?

Si nun ‘a penzo sempe comme a te
nun te sto danno ‘o sfratto.
Te voglio bbene sempe
ma nun me fa penzà

a chello ca nun voglio.
‘O mare è chino ‘e scoglie
pur’io pozzo affunnà.   


Ostia L. 2 maggio 2009 ore 7.30





E’ primavera…

‘O friddo ‘e sti juorne
m’è miso ‘ncuollo na malinconia
ca nun me vo lassà.
M’astregno a te
ma nun se scarfa st’anema
ca chiù nun trova
nu penziere doce.
Comme aggio fà
si me sento ‘ncroce
e ‘a voce toia
è nu pensiero
ca nun me fa murì ?


Me giro dint’’o lietto
e nun te trovo,
te chiammo
ma nun me stai’ a sentì.
‘O saccio songo ‘e nove
e già te si sesuta
ca tiene tante ‘a fà.
Comm’è stu fatto,
sta freve ‘a do è venuta  ?
Che brutto tìempo!
Me pare ca mò more
eppure ‘o core sbatte,
sta ‘mpazzenno.
‘O ssento
ca nu’ stongo murenno.

Ma nun se po’ suffrì
‘e sta manera
aspettanno ca na sera
tutto po’ cagnà.
Tu si ‘a felicità
ca m’è rimasta,
ma io che so’ pe te
si nun t’avasto ?
Mò nun è tiempo
ch’’e fronne hanno cadè,
è primmavera
e io me fido ‘e te.





‘O senzo d’’e parole

Me songo perzo
‘nmiez’’e chiacchiere
centenare ‘e vote
pecchè ‘e parole tenene
tanta sfumatura
e ognuno ‘a po’ cuntà
comme le pare
‘a verità ca tene dint’’o core.
Comm’io e te
ca sempe ‘e amore parlammo
‘a quanno stammo ‘nziemo.
Ma tu dice na cosa e io ne dico n’ata
ca pare ‘a stessa
pure si m’è lassato
appeno ll’atu juorno.
E nun t’’o dico
p’accummincia daccapo
‘a stessa vernia
‘a stessa litania.
Stevemo ‘nziemo,
ma ognuno pe na via
e ognuno mò
pe fatte proprie.
Che t’aggia dicere ?
Può fa chello ca vuò!
I’ stammatina me ne so juto a mmare
e aggio piscato nu cenceniello appena,
tu forse truove ‘e meglio.
Chello ch’è stato è stato
e cu ll’estate ca vene
chi sa ‘a gente
ca te vene attuorno
e io’ quantu frisco
ca me sto gudenne
riflettenne
su ‘e parole ca dice
ca quanno nun me fanno felice
pene me danno.


Ostia Lido 7 maggio 2009 ore 10.00





Si tu vuò fa….

Si tu vuo fà
a chi cchiù grossa‘a dice
allora se po’ fa.
Ma si ‘o faie
pe metterte sultanto a coppa
allora lassa stà
ca già me so stancato
‘e pazzià.
Quanno me sceto
nun aggia sta a penzà
si chello ca te dico
è poco o tante,
si è quanto
o assie cchiù poco
‘e chello ca me dice tu,
si te faccio felice
oppure no.
I’ voglio pazzià,
ma no’ c’’o fuoco
I’ voglio sta cu te,
ma no a f’’a corza
a chi arriva primmo.
Si nun scapizza,
si nuie nun ce capimmo,

che vuò fa ?
Vulisse cuntinuà
a fà stu juoco ?
M’allora nun staie bbona,
tu vuò pazzià c’’o fuoco !


Ostia lido 13/05/2009 ore 07.20






A quantu tiempo…

‘A quantu tiempo ca ce canuscimmo !
Eremo guagliuncielle
‘ncopp’’e bbanche d’’a scola
quanno ‘e parole nun serveveno a niente,
ma era ‘a simpatia a ce piglià.
Eremo duie friarielle,
diverse ‘a ll’ate
ca facevano remmore sulamente,
nuie, invece, stevemo appartate
dint’a nu munno
c’apparteve a nuie sultante.
T’avevo perzo, pecchè criscenno
e cagnanno scola,
capette c’’a vita mia era na lotta
e ‘a toia nu sunno ca nun putevo fà.
E te guardavo speruto ‘nmiez’’a via
quanno passave sciantosa ‘nziem’a ll’ate
quanno guardave, ma no d’’a parte mia
ca te venevo appriesso ‘nnammurato.
Ma po’ nu juorno,  
nun saccio comme fuie,
qualcuno te facette ‘o nomme mio
e ce ‘ncuntraiemo
comme a chi nun s’è maie scurdate.
E mò ? E mò é n’appiche appriesso a n’ata.
Che dicene ll’amice ?
E chi ‘e benedice st’appicciche ?


E chi te sta dicenno ‘e me lassà ?
Raccuntamelle prime ca sta storia
avesse cagnà ‘a vita ‘e tutt’’e duie,
almeno si te ‘ncontro
saccio ‘e che panne vieste.
Chi fa festa, dimane, nun ‘o saccio,
ma te voglio guardà deritto ‘nfaccia
senza rancore, senza malinconia
e alluntanarme tranquillo pe sta via
ca me porte fore
senza cchiù strille
pe putè campà.


Ostia Lido             13/05/2009     ore 22.00





Ma che vulisse dicere

S’io te voglio bbene
e tu me ne vuo’ ‘e chiù
m’avesse convenì
chello ca dice tu.

Ma chistu fatto ‘e dicere
ca faie chiù assaie ‘e me
me fa suffrì nu poco,
pure si  ‘o dice tu.

Ma che vulisse dicere
ca tu si meglio ‘e me ?
Allora parla pe primma
c’’a  mette a  copp’a te.


Ostia lido 14/05/2009   ore 14.20





Sinceramente

Si nu juorno avesseme fà ‘e cunte
‘e chello ca m’è dato e t’aggio dato
i’ te dicesse chello ch’è stato è stato.
L’ammore po’ feni e si è fenuto

na ragione ce stà sicuramente,
ma che ce pozzo fà si cchiù niente
arreto ce fa turnà.

Aggio sbagliato, nun saccio quanta vota
e tu, me ll’arricuorde ogne mumento,
nun passa juorne ca nun m’’o faie capì.
Pe nu principio o pe delusione

tenesse pur’io ciente ragione,
ma nun l’annote ‘e cose ca nun vanno
si no stesseme a dicere  cient’anne,

invece ‘e ce gudè chille mumente
ca stammo a perdere, uno e po’ n’ato,
e ce trovammo ancora  nnammurate
cca ce vulimme bene overamente.


Si nu juorno avesseme fa ‘e cunte
io che te conte
c’a modo mio t’aggio vuluto bbene ?

Senza me fa ragione meza vota
mettendo ‘a capa sotto e faticanno
te so’ stato vicino pe tant’anne
cantanno e sfrennesianno ogne mumento.

Si quanno te ne vaie a n’ata parte
lasciame almeno ‘e suonne c’aggia fatte
si avesseme  fa ‘e cunte… all’intrasatte.


 Ostia Lido,  25/04/2010





Tanto dimane….

Tanto dimane ‘o maletiempo passa
sarraie felice pure senz’’e me.
‘A vita, ‘o ssaie, ca sola nun te lassa,
starraie cu n’ato si nun starraie cu me.

E si m’allaie ‘e faccia passa ‘nnanze.
Si te fa male ancora cagna via.
Si ‘a vita è chesta, allora cosi sia,
forse dimane me ne vaco ‘a ccà.

Si s’è cagnato chistu sentimento
meglio accussì ca dirce na buscia,
guardarte int’a ll’uocchie e suspirà.
Tanto dimane me ne vaco ‘a ccà.

Parto pe nu paese addò nisciuno
me sape, addò pozzo fa bbene all’ate,
addò si do na mano a na perzona
   nisciuno haddà penzà chi sa pecchè.

Pecchè t’aggia scurdà pure si m’è fatto
capì l’ammore,  m’è fatto adeventà
n’ata perzona, cu na ragione ‘e vita .
Che vonno sapè ll’ate, e a chi ‘o ddico?





‘A quanno te conosco…

A quanno te conosco
n’aggi’ acchiappate schiaffe
e seguzzune arraffe
‘a tutte quante.

All’anema d’’e sante
ca ce stanno ‘ngiro!
Forse pecché so’ niro
me tratteno accussì !

No ‘e pelle, ‘e core,
ma quanno facci’ ammore
assieme a te
me passa tutte cose.

Basta na rosa
pe te fa felice,
i’ voglio ca me dice
ca sempe me vuò bbene,

tutt’’e juorne
pure si nu latuorno
songo cierte mumente.
Ma basta ca te sento.

‘A quanno te conosco
tengo na ‘mmiria ‘ncuollo
ca chiù ‘e uno aspetta
‘o juorno ca me muollo.

Ma a me nun me ne ‘mporta
so’ giovane e capace
e a chi m’’e fa girà
le dico: - Schiatte in pace.

‘A quanno te conosco
n’aggi’ atterrata  gente.
Nisciuno po’ cchiù niente
‘a quanno sto cu te.


Ostia Lido,           27/06/2009             ore  08,45



‘O saie che c’è di nuovo ?

‘O saie che c’è di nuovo ?
Te voglio tantu bbene
ca pe forze, oj né,
t’aggia cantà.

Stasera si siente
na canzone dint’’o vico,
na voce ‘e notte
comme a chella antica,
é ‘a voce mia
ch’è appena nu sussurro
ma te canta ’o bbene
ca tu nun vuò capì.

Quann’uno è pazza
e nun vò sta a sentì
e na manera o ‘e n’ata
haddà fernì.

E io ca nun m’arrenno
si nun capisco pecché
nun me vuò sentere
Carmè,
vulesse
ca tu me rispunnisse
cu nu signale,
cu na mmasciatella,
cu na palomma
ca sta giranno
‘a quanno te sto appriesso
e nun se dà maie tregua.

Stanotte ‘a freva è tanta,
ma nun avé pietà;
si me capisce affacciate,
nun me fa cchiù aspettà
si no dimane muorte
sule me può guardà .


Ostia Lido            27/06/200


Me ne vogl’j’ a Surriento

Me ne vogl’j’ a Surriento
appena tengo ddoie lire
e me vulesse truvà
na guagliona cu ll’uocchie nire
e senza ‘nfamità.
Sotto all’albero ‘e nu scardino
me voglio arrepusà
c’‘addore  d’‘e llimone,
arance e mandarine
ca scetanneme
me pare ‘e stà a sunnà.

Me ne vogl’j’ a Surriento
 ‘nponte ‘o Capo
pe ragiunà c’’o mare e po’ c’’o viento,
ma pe capì ‘int’’o core che ce tengo,
chi gli’ ‘o fa fa e s’agità
e fà tempeste
quanno ‘nterr’a na marina
l’onne s’addormeno quiete
senza turnà cchiù arrete.

Me ne vogl’j’ a Surriento
pe sentì ‘a voce d’’o viento
quanno passa ‘a na fronne a n’ata
purtanno na ‘mmasciata
‘e chi sa chi
o sbarea ‘nzieme all’arillo
e dint’’e capille
é na mano lligera ca m’accarezza
levanneme ‘a cuollo tanta tristezze
ca m’aggio pigliato.

Me ne vogl’j’ a Surriento
pe nun me scurdà
ch’esisto pur’io
quann’accummience c’’a stessa zampogna,
quann’’o tiempo se ‘ngrogna  e si chiove
trovo nu purtone e m’arrepare.

Me ne vaco a Surriento,
ma t’’o ddico ca si vuò venì
basta ca scinne d’’o treno e me truove.
Me ne so juto a Surriento pe t’aspettà
no pe fuì ‘ncap’’o munno, si ‘o vuo’ capì
si ancora me vuò, si ancora te voglio.


Ostia Lido - 25/04/2010


Dalla raccolta TURNANNO ARRETO

Per notizie sull'autore vedi:  Ruocco Gioacchino - Biografia


LINGUA E LETTERATURA ARABA: Monica Ruocco

Lingua e letteratura araba

Monica Ruocco

Ruolo: Professore associato
Settore scientifico disciplinare: L-OR/12 LINGUA E LETTERATURA ARABA
Insegnamenti
  • Letteratura araba
  • Lingua e linguistica araba

Dipartimento: Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche
Telefono:   FAX:
E mail: monica.ruocco@unipa.it
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