Fattura elettronica: quando usare codice destinatario SDI e PEC
Con l’arrivo della
fatturazione elettronica tutti dovremmo dotarci di uno strumento per ricevere i
documenti fiscali. Ecco le opzioni a disposizione
15 Gennaio 2019 - L’introduzione
della fatturazione
elettronica a partire dal 1 gennaio 2019 cambia in maniera sostanziale le nostre
abitudini. Fatture cartacee, bolli e timbri sono destinati a scomparire e
quando arriva il momento di chiedere fattura a un qualunque professionista
(idraulico, elettricista, dentista o anche il commercialista) dobbiamo essere muniti
di uno strumento idoneo alla ricezione.
La fattura elettronica, infatti, non
viene inviata direttamente da chi la emette al “legittimo” destinatario, ma
passa attraverso i server del Sistema di Interscambio, un’infrastruttura creata
dall’Agenzia delle Entrate per controllare la correttezza delle fatture e
girarle alla persona o all’azienda che doveva riceverla. Questo passaggio, come
accennato, è possibile solo nel caso in cui si è dotati di uno degli strumenti
previsti dalla stessa Agenzia delle Entrate.
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Come ricevere le
fatture elettroniche
Uno dei dubbi maggiori che attanaglia
tanto i 5 milioni di possessori di Partita IVA quanto i “comuni” cittadini
è come
fare per inviare e ricevere una fattura elettronica. Per emettere fattura
elettronica, a dir la verità, non serve poi molto: se si è parte di una delle
categorie interessate al provvedimento (al momento, sono esentati dall’obbligo
di fatturazione elettronica solamente i possessori di P.IVA al regime dei
minimi o forfettario) si può scegliere di agire autonomamente, rispettando però
i parametri tecnici decisi dall’Agenzia delle Entrate; oppure affidarsi a una
delle tante piattaforme compatibili con il Sistema di Interscambio che
consentono di facilitare l’emissione di fattura elettronica. Per inviarla,
però, sarà necessario indicare come recapitare la fattura al destinatario:
attraverso il codice destinatario SDI o l’indirizzo di posta certificata.
Che cos’è e come
ottenere codice destinatario SDI
Il codice destinatario SDI è una stringa di sette
cifre legata in maniera univoca alla partita IVA (e, per questo motivo, chiamato anche codice
univoco). Viene generata direttamente dall’Agenzia delle Entrate e può essere
richiesta sia personalmente, sia avvalendosi del supporto di un professionista.
Come si evince facilmente, il codice univoco può essere rilasciato solo a
professionisti e aziende che hanno una partita IVA e non a tutti coloro che hanno
bisogno di ricevere dei documenti fiscali da utilizzare, ad esempio, in fase di
dichiarazione dei redditi.
Cosa fare se non si ha
il codice destinatario SDI
In casi come questi, però, il codice
univoco può essere sostituito
dall’indirizzo di Posta Elettronica Certificata. Lo SDI, infatti,
prevede anche un campo per la PecDestinatario: per spedire la
fattura elettronica all’utente, dunque, basterà conoscere il suo indirizzo PEC
e inserirlo all’interno del form da inviare al Sistema di
Interscambio.
Proprio per questo, aprire un indirizzo
di posta elettronica ora potrebbe essere più conveniente che
mai. Al di là dei bassi costi di gestione (Libero Family Peccosta appena 9,90 euro
l’anno e consente di inviare e ricevere un gran numero di messaggi di posta
certificata), la PEC ti permetterà di ricevere le fatture del dentista e del
meccanico, di inviare lettere di
disdetta a servizi e abbonamenti(come la pay TV o l’abbonamento
telefonico), di comunicare con la Pubblica Amministrazione e molto altro
ancora.
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