…MAHMOOD!
Un contesto differente, a partire dal luogo in cui si è svolto lo show, ma accomunato dal tutto esaurito (dettaglio che mi fa ancora sorridere). Il Café de la Danse, che si trova vicino a Place de la Bastille, ha una platea a sedere e uno spazio più ampio per chi desidera rimanere in piedi. Anche il prezzo rende l’idea, infatti 35€ garantiscono un sound e un ambiente migliore, ma non un concerto approfondito che è durato solamente un’ora. Insomma, una location degna di ospitare un artista con la A maiuscola (dal Rap al Rock, ma anche l’elettronica). Iniziando dalla fila chilometrica che si presenta davanti ai miei occhi appena arrivato davanti al posto, mi rendo conto di quanto la musica italiana sia finalmente riuscita a sfondare i confini nazionali. Alle 22:15, con un quarto d’ora di ritardo per l’affluenza imprevista del pubblico, Alessandro si è presentato stanco, ma sorridente e con una voglia incredibile di far divertire tutti. Guardandomi intorno, ho visto persone di qualunque posto, tra le quali ragazzi in Erasmus (anche dalla Bielorussia) e lavoratori italiani trasferiti a Parigi. Tra balli, scenografie e una band che ha saputo supportare Mahmood (composta da tre musicisti), sessanta minuti sono passati veramente in fretta. Oltre a Soldi, il ragazzo con origini divise tra l’Egitto e la Sardegna ha ripercorso brani come Gioventù Bruciata, Calipso, Uramaki (inclusi altri più indirizzati alla figura del padre, che ha segnato in negativo la prima fase della sua vita) fino al bis finale con il suo ultimo pezzo, cioè Barrio. Ma la ciliegina sulla torta è stata la reinterpretazione di una hit internazionale, cioè Sound of Silence di Simon & Garfunkel, che ha lasciato il pubblico esterrefatto e sicuramente soddisfatto.
In conclusione, due concerti completamente differenti, che rispecchiano al 100% il loro costo, a partire dall’organizzazione, le sonorità e l’accoglienza. Il consiglio personale è di provare un’esperienza simile, perché ne vale la pena, così da rendervi del feedback che i maggiori artisti italiani ricevono in un paese che non è il loro.