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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

lunedì 20 febbraio 2017

Quando mi tocchi il cuore





Quando mi tocchi il cuore
accarezzandolo per non far rumore
con i tuoi baci, per non farlo soffrire,
per darmi il conforto del tuo amore,
lo sento vibrare sotto la tua mano
come un uccello in pace
che quasi si ritrae
per non affievolire il suo volo verso l’alto,
per non farsi di basalto
nella tua contemplazione.

Quante volte ho già perso il treno
della felicità
facendo viaggiare fianco a fianco
amore e realtà,
il sentimento con la pudicizia
affogandoli nel sapore della liquirizia
o del caramello
con gli occhi che non sanno dove posarsi,
dove mettere il pensiero dell’amarsi,
come contemplarlo
per non portarlo a perdersi
nelle stretta mortale degli abbracci impetuosi,
nella ricerca astrusa delle parole
coniugate fino a far del male.

Onnipotenza e vita di chi ama
col sapore delle cose fresche
con le parole che delle tresche
non hanno il sapore,
dei pensieri lineari e puri
dalla natura spontanea irripetibile,
priva di stanchezze e di tepori
senza i tremori delle vertigini.

Mi assale, quando mi tocchi,
la dolcezza che i tuoi occhi diffondono
intorno ai tuoi gesti
manifesti di un amore
che vuol darmi gioia
togliendomi dal cuore
la noia dei pensieri amari già vissuti
che a volte affranti tornano
a inquietarmi ancora.

Gioacchino Ruocco

20.02.017               Ostia Lido

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