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martedì 7 febbraio 2017

Antonio Ruocco di Carinola

dal carcere i pizzini per il racket

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«È solo grazie al mio intervento che quelli di Casale non ti hanno ancora sparato, ti conviene pagare altrimenti faranno del male a te e alla tua famiglia». Parola di Mario Migliozzi, estorsore tra più feroci, probabilmente, dei dieci arrestati nell’ultima retata della procura Antimafia di Napoli e dei carabinieri di Casal di Principe. Ennesima operazione contro la batteria di fuoco del clan Schiavone e Zagaria. E ogni volta sembra di eliminare una goccia dal mare.



I dieci, però, non erano solo uomini dal grilletto facile. Per la procura, erano coloro che avevano contatti con i politici locali e le amministrazioni, come quella di Trentola Ducenta. Eseguivano alla lettera gli ordini scritti su un pizzino fatto uscire dal carcere da Giovanni Nicolò, uno dei destinatari dell’ordinanza. Il foglio di carta, indirizzato falsamente ad «Anna», veniva fatto scivolare fuori dalla tasca di Nicolò per finire poi nel reggiseno della sua compagna durante i colloqui in carcere, sotto gli occhi della polizia penitenziaria. Arrivava nelle mani degli affiliati che battevano cassa per «i carcerati» a Natale, Pasqua e Ferragosto.



Chi non pagava, finiva con una bomba piazzata fuori al portone di casa. Come era successo a un imprenditore del settore dei tabacchi a Santa Maria Capua Vetere, il quale, un giorno, si vide arrivare un gruppo di camorristi armati di mazze da baseball in ufficio. Stando al pentito Attilio Pellegrino, ex fedelissimo del boss Michele Zagaria, i «picchiatori» erano Biagio Ianuario di Capua, detto Gino e Antonio Santamaria di Cancello ed Arnone, due degli arrestati oltre a Nicolò e a Giovanni Sciorio di Cancello ed Arnone, Antonio Ruocco di Carinola, Vincenzo Della Corte di San Cipriano d’Aversa, Mario Cavaliere e Nicola Alfiero di Casal di Principe, Annibale Tummolo di Cancello ed Arnone e Mario Migliozzi di Castel Volturno.



Tutti sono accusati, a vario titolo, di estorsione. Almeno 18 le richieste di «pizzo» accertate dai carabinieri della compagnia della compagnia di Casal di Principe, diretta dal tenente Simone Calabrò, quattro le tentate estorsioni. Dei dieci, solo due sono gli indagati che ieri notte erano in libertà: si tratta di Migliozzi, 57 anni, e Annibale Tummolo di 48 anni.

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