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giovedì 25 dicembre 2014

Dalla Costiera Amalfitana alla carriera manageriale negli Stati Uniti: intervista a Michele Ruocco


Michele Ruocco è un cittadino di Minori emigrato a 22 anni negli Stati Uniti. Oggi lavora come manager presso un importante ristorante dopo tante prestigiose esperienze

Scritto da (Redazione), domenica 11 maggio 2014 11:37:36
Ultimo aggiornamento domenica 11 maggio 2014 14:21:10
Il sogno americano è un mito facente parte della nostra cultura di tempo che è stato in grado di segnare la vita di molti. Michele Ruocco è una delle tante persone originarie della Costa d'Amalfi che è riuscito ad esprimere il suo talento all'estero: fin dal 2004, infatti, vive negli Stati Uniti dove ha lavorato per ristoranti prestigiosi ed ha avuto modo di incontrare il presidente Barack Obama e la first lady Michelle.
In una recente intervista rilasciata al giornale Ulisseonline, Ruocco ha ripercorso la sua carriera: dai banchi di scuola dell'Istituto Tecnico Turistico di Amalfi fino allo sbarco negli Usa a 22 anni, passando per le varie esperienze lavorative in Costiera Amalfitana presso l'Hotel Maison Rafael di Minori ed a Positano. Il primo impatto con l'America è stato a New York dove ha iniziato a lavorare come cameriere presso il Ristorante Amarone. Successivamente, poi, è stata la volta del "New York City Restaurant Group NYCRG", del "Ristorante Puttanesca", del"Ristorante Scarlatto" e del "Film Center Café". Il viaggio negli States è poi proseguito con tante altre tappe: importante l'incontro con Franco Nuschese, originario anch'egli della Costiera, che gli ha consentito di conoscere Obama e la moglie Michelle oltre che John Kerry e altri politici. Attualmente Ruocco lavora presso il ristorante "Teddy & The Bully Bar".
Riportiamo l'intervista integrale rilasciata ai colleghi di Ulisseonline.
Michele da quanto tempo vivi lontano da Minori?
Sono venuto negli USA nel 2004.
Com'era la vita a Minori prima di partire?
Si stava bene a Minori. La Costiera è bellissima e in estate c'erano tante cose da fare. Come ben sai veniamo davvero da un posto speciale.
Cosa ti ha spinto a lasciare la tua città natale?
Avevo voglia di provare qualcosa di totalmente differente. Dopo aver lavorato tre estati a Positano decisi di andare a New York solo per un inverno per migliorare il mio inglese. Purtroppo (per Minori), fu amore a prima vista; New York mi ha regalato momenti indimenticabili e mi ha fatto crescere davvero tanto come persona. Sono stato anche fortunato ad aver incontrato mia moglie Rosalba (nella foto sotto). Sono rimasto a NY per quasi otto (molto intensi) anni poi ci siamo trasferiti a Washington.
Cosa sapevi della città in cui ora vivi?
Sapevo che andare a NY sarebbe stato molto differente. In Costiera era tutto a "grandezza d'uomo" ed ero cosciente del fatto che andare via per una delle città più grandi del mondo, dall'altra parte del globo, sarebbe stato un passo molto importante. Sapevo che non sarebbe stato facile cambiare stile di vita; quando vivi in una comunità come la nostra, di solito stai a casa con i tuoi e quindi di certe cose non ti devi preoccupare. Andando via, specialmente in una città come la grande mela, l'affitto, la corrente, i mezzi pubblici, tutto diventa una tua responsabilità; l'indipendenza viene con un prezzo, molto caro a volte.
Com'è stata l'integrazione nella nuova realtà? Ti viene in mente qualche episodio in particolare?
In effetti, pensavo fosse molto più difficile, invece integrarsi non è stato un problema. Appena inizi ad andare a scuola o lavorare incontri nuove persone e questo facilita di molto il processo di integrazione.
Ha mai provato nostalgia per la Costiera Amalfitana?
Certamente! La Costiera è un posto fantastico, uno dei migliori posti al mondo. Quando vivi in Costiera tutto l'anno non te ne accorgi quanto sia bella; è quando vai via ti rendi conto che ti sei lasciato alle spalle un angolo di paradiso
Una domanda all'apparenza oziosa: è più un eroe chi lascia il Mezzogiorno, o come nel suo caso l'Italia, o chi ci resta?
E' una domanda che avrei risposto in modo diverso quattro o cinque anni fa. Qualche anno fa, quando la gente si lamentava di come andavano le cose a casa in Costiera, pensavo che fossero solo lamentele perché in fin dei conti si viveva bene. Non mi consideravo un eroe ad essere andato via ma solo un ragazzo che stava facendo un'esperienza lontano da casa. Adesso gli eroi sono quelli che ci rimangono in Italia. Dopo la crisi finanziaria le cose sono davvero cambiate e quelle lamentele del passato sembrano fondate. Spero che le cose in Italia migliorino perché è un paese che all'estero ci invidiano in tanti.
Alla luce della tua esperienza umana e professionale, quali sono gli stereotipi che accompagnano l'essere italiani e in aggiunta meridionale?
Specialmente negli Stati Uniti, uno degli stereotipi più comuni è la nostra parlata e il gesticolare che accompagna. Ma poi mi sono reso conto che questo stereotipo non è comune solo negli USA ma in buona parte del mondo. Dopo tanti anni qui ancora mi fanno notare il mio accento italiano.
Oltre gli stereotipi quali i pregi e quali difetti che abbiamo?
Il difetto più grande che mi viene in mente è che a volte siamo persone di mentalità un po' chiusa. Non ci rendiamo conto che il mondo sta cambiando e quindi cambiare certe opinioni e pensieri fa parte del processo naturale, ci dobbiamo adeguare. Per quanto riguarda i pregi, il più importante (almeno che io creda) sono i nostri principi, i valori etici che noi abbiamo e che negli USA sono un po' differenti. Sono orgoglioso di essere di Minori e i miei genitori mi hanno insegnato tante cose, tanti valori e ideali che sono tipici dei genitori delle nostre parti. Spero di fare lo stesso per mio figlio.
Cosa consiglieresti a un giovane, che magari ha appena concluso gli studi, in termini di occupazione e crescita professionale?
Consiglierei di emigrare all'estero per fare un'esperienza lavorativa dopo gli studi. Andare all'estero ti dà l'opportunità di imparare nuove cose e stili di vita totalmente differenti dal nostro. Nello specifico, negli USA ho avuto la possibilità di lavorare e studiare, infatti, ho lavorato presso un ufficio contabile a Long Island NY. Per questo motivo ho cambiato il mio corso di laurea da Economia a Contabilità ed ho frequentato il College Kingsborough Community College Community dove ho l'equivalente della Laurea breve italiana con la possibilità di completare gli studi per altri due anni in un College normale.
Come vedi oggi il tuo paese di origine e cosa è cambiato, in meglio o in peggio, rispetto a quando tu ci vivevi?
Ovviamente mi tengo informato quanto posso tramite Internet o parlando con la mia famiglia. Come vorrei che le cose migliorassero per i cittadini italiani. Una cosa che davvero mi fa rabbia sono i politici. Avevo degli ideali politici di centro destra quando sono andato via. Nel corso degli anni, forse anche perché sono maturato più velocemente lontano da casa, mi rendo conto che non importa chi sia al potere fin quando l'interesse dei cittadini italiani sia sempre al primo posto. Le persone che ci hanno governato nel corso degli anni dovrebbero vergognarsi del modo in cui l'hanno fatto, basti vedere in che situazione ci hanno lasciato. Speriamo che il nuovo Presidente del Consiglio possa farmi ricredere.
Oggi, con il senno di poi, rifaresti la stessa scelta di prendere la valigia e andare via?
Probabilmente farei la stessa cosa. Ho fatto talmente tante cose nuove, conosciuto tante persone, ho messo su famiglia, ho comprato casa, sono cresciuto e diventato un uomo grazie alla mia scelta. Sono molto felice ma sarei più felice se potessi essere vicino alla mia famiglia ma non si può avere tutto nella vita.
Ha mai pensato di poter tornare a vivere nuovamente a Minori in futuro?
A volte ci ho pensato ma non credo che sia il caso. Tornare a Minori dopo così tanti anni sarebbe bello per un po', ma dopo qualche tempo mi renderei conto che per quanto stupendo sia forse è un po' riduttivo.
Qual è il messaggio che attraverso il nostro giornale vorresti dare ai minoresi e ai giovani del Sud in generale.
Vorrei dire a tutti di essere orgogliosi di essere italiani, di essere orgogliosi del nostro passato, della nostra Costiera. Quando sei nato e vivi in un posto per tutta la vita non ti rendi conto di quanto bello ed importante sia. E' quando vai via che certi sentimenti si manifestano come il patriottismo. Siamo sempre i primi a criticare certe cose, ma quando non le hai più quelle cose ti mancano.
Come vive la famiglia americana e cosa la differenzia del tuo ambiente di origine?
Non è tanto differente per ora. Ho detto a mia moglie che preferirei essere l'unico a lavorare così che lei si possa prendere cura di nostro figlio. Per ora l'unica differenza è che parliamo al piccolo Salvatore in italiano e inglese e sono sicuro che ne trarrà beneficio in futuro.
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