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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

lunedì 15 dicembre 2014

Delfina: TELEFONATA IN UFFICIO N. 4

TELEFONATA IN UFFICIO N. 4

IO: Pronto?
LEI: La signora Delfina?
IO: Sì, con chi parlo?
LEI: Non so se vi ricordate di me; sono la signora XXX, otto anni fa ho fatto un rogito da voi.
IO: Otto anni fa??? Signora mia, cosa vuole che mi ricordi? Passa tanta di quella gente davanti alla mia scrivania!
LEI: Ho acquistato un immobile.
IO: Mi spiace signora, non ricordo… ma mi dica. Che è successo? Qualcosa non va nell’atto?
LEI: No, no, l’atto tutto a posto. Ma mi serve l’avvocato!
IO: L’avvocato??? Signora, mi faccia capire.
LEI: Signora Delfina, quando venivo da voi perché dovevo fare il rogito, vi ho chiesto se conoscevate un avvocato a cui rivolgermi perché avevo problemi con mio marito. Voi mi avete dato un sacco di consigli e poi mi avete segnalato un avvocato. Io ci sono andata; pure lui mi ha dato un sacco di consigli…
IO: Mi fa piacere signora, ma non riesco proprio a ricordare. Comunque?...
LEI: Comunque ci devo ritornare ma non mi ricordo il nome! Ha lo studio a Via XXX.
IO: Ah, ho capito! L’avvocato XXX?
LEI: Sì, proprio lui! Mi potete dare il numero di telefono? Devo prendere un appuntamento.
IO: Certo signora! Ma, mi scusi, son passati otto anni e lei ha ancora bisogno dell’avvocato?
LEI: Signora, sono passati otto anni e non è cambiato niente, anzi, qualcosa è cambiato, ma in peggio. Non ho seguito i vostri consigli, non ho seguito i consigli dell’avvocato; ho seguito il cuore… e ho sbagliato. “Chi nasce tunno nun more quadro” (chi nasce tondo non muore quadrato).
IO: Mi dispiace molto signora…
LEI: Ora devo pensare al mio domani, non posso andare avanti così, devo seguire la testa e mettere a tacere il cuore.
IO: So che non è facile signora. Che posso dirle? In bocca al lupo! Intanto le dò il numero dell’avvocato, ma  venga a trovarmi se vuole. Il suo cognome non mi dice nulla, ma se la vedo di persona…
LEI: Sì, sì, devo venire a ringraziarvi.
IO: No signora, non deve venire per quello. Se ha bisogno di me, se le va di parlare, io sono qui… magari dopo le feste di Natale, perché ora sono piena di lavoro!
LEI: Grazie signora Delfina. Buon Natale.
IO: (piuttosto turbata) Che dirle signora? Buon Natale a lei.

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MORALE - Questo aneddoto non è affatto divertente ma mi fa pensare:
1) Il mio lavoro, per quanto strettamente legato al vil denaro, mi consente di avere un rapporto umano con tantissime persone, e forse mi piace proprio per questo.
2) Sono completamente rimbambita perché da quando ho ricevuto questa telefonata, nonostante tutti i miei sforzi, non riesco a focalizzare il viso di questa donna, ne’ mi ricordo dell’episodio.
3) Ma cazzarola! Perché riesco a dare buoni consigli agli altri e non a me stessa?

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