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giovedì 23 luglio 2020



Coronavirus, quanti ceppi circolano e perché si diffonde ancora

In Italia continuano a nascere focolai di coronavirus. Gli esperti provano a chiarire quando è arrivato nel nostro Paese e quanti ceppi sono circolati
L’epidemia di coronavirus in Italia non ha ancora cessato di diffondersi, e continuano ad emergere quasi su base quotidiana nuovi focolai. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Massimo Galli, primario di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha affermato: “Crediamo che Sars-CoV-2 sia entrato in Italia intorno al 25-26 gennaio, attraverso una serie di contatti non ricostruibili”.
Coronavirus, quanti ceppi circolano in Italia
Circa un mese dopo, è stato identificato il paziente uno in Italia, a Codogno, ed è ufficialmente iniziata la fase emergenziale. Secondo uno studio dell’Università Statale di Milano, sono due i ceppi che si sono diffusi nel nostro Paese: uno è il B1, proveniente dalla Germania e prima ancora da Shanghai, e il secondo è il ceppo B, assimilabile a quello originario di Wuhan.
Un altro studio promosso dalla Fondazione Cariplo e realizzato da ricercatori dell’Ospedale Niguarda di Milano e del Policlinico San Matteo di Pavia ha invece provato a spiegare cosa sia successo in Lombardia e perché è stata la regione più colpita.
Coronavirus, come si è diffuso in Lombardia
Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha affermato al Corriere della Sera: “Abbiamo analizzato le sequenze virali di 350 pazienti. Lo studio ci ha permesso di identificare due catene di trasmissione virale: la A, più rapida nell’espandersi, si è diffusa nel nord della regione (Bergamo, Alzano, Nembro). La B ha caratterizzato l’epidemia del sud (Lodi e Cremona)”.
“Le differenze che abbiamo identificato tra i ceppi sono minime – ha spiegato Perno – 7 mutazioni su un totale di circa 30mila basi di genoma virale. Questo offre delle speranze in merito alla possibilità di arrivare a un vaccino. I coronavirus, per le loro caratteristiche biologiche, variano poco. C’è però un problema: l’infezione porta alla produzione di anticorpi, ma non sempre genera un’immunità neutralizzante efficace”.
Coronavirus, perché continua a diffondersi
Sul perché il coronavirus continui a diffondersi, ha provato a fare chiarezza Massimo Galli: “L’80% delle infezioni è causata da superdiffusori asintomatici, mentre la maggior parte dei positivi attuali trasmette il virus poco e male. Purtroppo non abbiamo un test che possa stabilire quanto è contagioso un paziente”.
Un altro studio ha invece provato a spiegare perché al Sud e sulle isole il coronavirus ha avuto un impatto più contenuto, individuando due geni che potrebbero, al contrario, averne favorito la diffusione al Nord.
VIRGILIO NOTIZIE | 24-07-2020 07:31
Coronavirus: i focolai attivi in Italia. Dove e quanti casiFonte foto: ANSACoronavirus: i focolai attivi in Italia. Dove e quanti casi



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