Siena, estremisti di destra volevano far esplodere
moschea
Avrebbero progettato, salvo poi rinunciare, di far esplodere la moschea di
Colle Val D'Elsa
Dodici persone sono state indagate per
detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un’associazione con
finalità eversive nell’ambito di un’operazione della Polizia di Firenze e Siena,
coordinata dalla Dda. Come riporta ‘Ansa’, gli indagati
dell’inchiesta sull’estremismo di destra avrebbero progettato,
salvo poi rinunciare per paura di essere scoperti dalle forze dell’ordine,
di di far esplodere la moschea di Colle Val d’Elsa (Siena).
In un’intercettazione,
riferisce ‘Ansa’, si sente dire: “Aveva già portato le mappe, gli si voleva far
saltare il coso col gas così saltava tutto”. Il progetto, poi, sarebbe stato
però bloccato.
Gli uomini delle Digos,
coordinati dalla Polizia di prevenzione, stanno eseguendo numerose
perquisizioni a abitazioni e uffici in provincia di Siena.
I destinatari del
decreto di perquisizione nell’inchiesta della Dda di Firenze su un gruppo di
estrema destra operante nel Senese sono tutti incensurati.
Tra di loro c’è anche
un 60enne, considerato il più attivo del gruppo. Per la Digos, i contatti
tra gli indagati, accusati di detenzione abusiva di armi o esplosivi aggravata
dalla finalità del terrorismo, avvenivano sia attraverso i social che con
incontri diretti.
In una conversazione
intercettata, riporta ‘Ansa’, il 60enne invocava la necessità di ricostituire
una ‘guardia nazionale repubblicana’ in grado di garantire la sicurezza “armi
alla mano” per fare “giustizia sommaria” senza bisogno di chiamare le forze
dell’ordine.
In un’altra
intercettazione dello scorso ottobre, si affermava che “bisogna sparare” per
risolvere le questioni politiche italiane. E ancora: “Se c’è da andare a
sparare noi s’ha tutti l’armi e tante”.
Le indagini hanno
portato alla luce anche offese anche contro il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella.
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