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venerdì 18 luglio 2014

"Codice Ruocco"

Lectio Magistralis sul "Codice Ruocco"




   Ormai sembra essere la regola: le opinioni scientiste ed estremiste vengono  gentilmente   ospitate dalla stampa 'seria', il genuino spirito scientifico trova spazio solo in forum e blog.

Qualcuno si stupisce ancora che La Sapienza sia scivolata fino al 440° posto  tra le Università del mondo? Riporto da EnergeticAmbiente un pregevole commento di lino.dl61 (del 16 luglio scorso) in risposta all'ultima 'indecente' uscita pubblica di un pezzo da '90 dell'ateneo romano.

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È arrivato il Codice Ruocco?
Sul manifesto di domenica 8 luglio è comparso un articolo di Giancarlo Ruocco intitolato "Fusione fredda - i truffatori della scienza parallela" . Occorrerebbe, in generale, un dibattito serio sulle distinte “missioni” di ricerca accademica e di ricerca industriale, ma l‘impostazione dell‘articolo e il soggetto estensore impongono una risposta netta immediata.
Con il pretesto di una notizia marginale riguardante Scilipoti (notizia data nelle ultime righe per ottenere il plauso finale del lettore), Ruocco espone in realtà una sorta di manifesto ideologico reazionario, peraltro dal nesso precario, per tentare di screditare chiunque osi tentativi, esperimenti, ipotesi o congetture fuori della scienza accademica, incarnata da lui stesso e di cui si auto nomina implicitamente depositario. Tiene infatti a firmarsi “prorettore”, a convalidare opinioni senza argomentarle. 

1. Il termine "truffatori" configura un reato preciso e prima di accusarne qualcuno su un giornale dovrebbe usarsi cautela, specialmente da parte dello stesso Ruocco. Il manifesto dovrebbe pertanto accogliere la richiesta dei soggetti coinvolti, rettificare il titolo e prendere le distanze. 

2. Secondo Ruocco i “para-scienziati“ (così definisce sprezzantemente i ricercatori fuori del controllo accademico) “si riconoscono dalle lacune metodologiche delle loro opere“. Niente male come insulto a ricercatori e sperimentatori. “lacune metodologiche” (le lacune le stabilisce lui ). È incredibile come scelgono da un po’ di tempo i docenti alla Sapienza. 

3. Per giustificare tale asserzione gratuita, il Ruocco usa il tipico metodo grottesco: mescola senza pudore "la ricerca del moto perpetuo" degli stregoni e la presunta “violazione dei principi della termodinamica” (che solo a lui viene in mente di mettere in discussione) con una serie ventennale di tentativi di estrarre energia dagli elementi di transizione a temperatura compatibile con i materiali. Tentativi che hanno diverse filiere e diversi scopi. Tentativi finora falliti ma ben più dignitosi di alcune sue "ricerche" accademiche sulla vibrazione acustica del vetro o simili, con fondi pubblici. 

4. Il Ruocco dovrebbe evitare pudicamente di scrivere che “gli esperimenti degli anni ‘90 non danno risultati e queste attività sono finite nelle ricerche dei para-scienziati“. Anzitutto perché dovrebbe imparare la sintassi e poi perché qualche risultato comincia finalmente a venir fuori. Lui si occupa d’altro e dovrebbe evitare prolusioni, sentenze e conclusioni in merito. 

5. In secondo luogo dovrebbe comunque sapere, visto che tiene pure corsi, che gli esperimenti “falliti” sono fondamentali; smetta perciò di rovinare la carta con un argomento tanto stupido. In chiaro: Colombo fallì nel cercare una via breve per le Indie, ma scoprì una cosuccia non da niente. Michelson fallì nel cercare l’etere col suo interferometro, ma cambiò tutta la Fisica. Wilson fallì nel cercare di riprodurre la pioggia con la sua camera a depressione fatta in casa, ma inventò la camera a nebbia e scoprì la radioattività. E crede, il Ruocco, che Fermi innescò la sua rischiosa “pila atomica” senza anni di tentativi falliti? O pensa che la accese al primo colpo? 

6. In terzo luogo i suoi falsi esempi non c’entrano niente, sono mistificazioni: la “ricerca del moto perpetuo”, e “curare le malattie bevendo un bicchiere d’acqua” non c’entrano niente con esperimenti condotti in un laboratorio con strumentazione e apparecchi di misura, che sia un garage, una caverna sotto il Gran Sasso o una stanza degli edifici della Sapienza. Mancava poco che citasse telepatia, sedute spiritiche e viaggi nel tempo per screditare la teoria dei quanti. 

7. Ma c’è una cosa più grave, che squalifica definitivamente l’articolo e il personaggio: in dieci righe inventa una assenza a priori di "ripetibilità" di tutti gli esperimenti a lui invisi, tutti omologati come truffe (senza citarne nessuno, si badi). Ma dov'era il Ruocco a maggio, quando all’Istituto Pirelli di Roma veniva ripetutamente e pubblicamente acceso, spento e ancora riacceso il piccolo reattore, brevettato dalla Scuola a nome dello Stato Italiano (cosicché nessuno può adesso appropriarsene), mentre l’evidenza e la strumentazione in vista indicavano un fenomeno vistoso e perlomeno imprevisto? Dov’era? Eppure era stato invitato, come Istituto universitario e personalmente, e c’erano decine di ricercatori e giornalisti (ma né lui né alcun suo sottoposto).
Ecco: il personaggio eviti da oggi in poi di invocare la “ripetibilità”, perché - almeno lui - non ne è più abilitato. A meno che non chieda pubblicamente il favore di assistere agli esperimenti e l’autorizzazione a fare misure. 

8. Secondo lui solo le ricerche del suo ambiente accademico sono valide, le altre sono da fermare: intervenga il Ministro, sono una “devastazione culturale“ (così scrive anche in una lettera al Miur; chissà dove ha letto questa locuzione evocativa che usa spesso per darsi l‘aria di intristito dai progressi scientifici che non capisce). Ecco: siamo al Codice Ruocco. Petizioni, richiesta di smentite, raccolta di firme e richiesta di dimissioni contro chiunque partecipi a convegni extra-Ruocco (il suo sport preferito). Secondo il Codice Ruocco, Galileo avrebbe dovuto limitarsi ad interpretare le sacre scritture, e non costruire - maledetto pisano - quello strumento del demonio e puntarlo sul cielo. E Faraday, secondo il Codice Ruocco, non avrebbe dovuto fare esperimenti con bobine e scintille in un laboratorio suo, personale e non autorizzato dalla cultura ufficiale, inventare il disdicevole motore elettrico e infine uscirsene con quell‘eresia del “campo elettromagnetico“. E quel Leonardo mai e poi mai avrebbe dovuto sezionare di nascosto i cadaveri, e permettersi di studiare occhio e cuore - maledetto anticristiano, omosessuale e figlio illegittimo. E che dire di quel capellone dell’Ufficio Brevetti di Berna che si permette, senza carica universitaria alcuna, di affermare idiozie giudaiche sulla somma delle velocità? E di quel miserabile ingegnere militare di Coriolis che calcola il lavoro delle forze di inerzia, distruggendo la perfetta coerenza accademica del moto inerziale e contraddicendo, mio Dio, perfino Kant? E quel tale Tesla, che pretenderebbe di utilizzare la sua inesistente “corrente alternata”, fenomeno da baraccone? O quell’altro para-scienziato di Foucault che pretende di “dimostrare” la rotazione terrestre rispetto a non si sa cosa?

9. Il Ruocco sappia che se si segue pari pari la scienza ufficiale accademica e non ci si libera dai dogmi, si possono commettere errori gravi. Lord Kelvin, dunque la scienza accademica massima, non solo dell’epoca, dimostrò “l’impossibilità matematica e fisica” della portanza dell’ala, promulgando un elegantissimo, geniale e indiscusso teorema, mentre dopo solo qualche mese i fratelli Wright si alzavano in volo con l‘aggeggio fatto in casa. È solo l’esempio più noto, ma l’elenco di dogmi accademici crollati sperimentalmente è enorme, per nostra fortuna.
Lo dico ai suoi malcapitati allievi: l'approccio antiscientifico, di cui il Ruocco si bea, rende ormai pericoloso che questo personaggio stia in cattedra ed è salutare che venga da essi pubblicamente e decisamente contestato durante le lezioni, come facemmo noi tanto qualche tempo fa cacciando dalle aule i suoi antenati baroni. E ricordo loro che in un “garage” (ambiente che spaventa molto il Ruocco) due ragazzi hanno costruito il PC, scavando la fossa a imprese colossali che lucravano affittando macchine da ufficio. E che sono stati due tecnici telefonici, senza laurea e titoli, a sintonizzare, provando e riprovando senza che nessuno glielo avesse chiesto, il disturbo che sentivano sugli strumenti, e a scoprire la radiazione di fondo del big-bang. Ecco: l’impostazione del Ruocco va rovesciata. Dico ai suoi studenti, come ai miei: fate esperimenti, andate in rete e cercate, non smettete di pensare con la vostra testa. A volte basta una intuizione fuori dai canoni per fare un salto inatteso. Le sfide del futuro stanno aspettando voi, non i circoli accademici, né gli insulti di Ruocco.
Sia chiaro: Ruocco tutte queste le cose le sa, il suo è solo un tentativo di far convergere i finanziamenti per la ricerca su lui stesso e i suoi sodali. Lo scrive pure: “la devastazione culturale.. ha causato un grave vulnus alla normale operatività scientifica: i fondi per la ricerca, sempre meno gestiti dagli organismi preposti (cioè lui..) secondo i canoni progettuali classici, sono in parte passati a una gestione clientelare“.
I miseri finanziamenti di Profumo se li tenesse Ruocco, ma abbia la compiacenza di non provocare più, paragonando tutti a imbecilli gestiti da Scilipoti e dalla Gelmini (ma quando mai..), se ne stia in pace a lavorare coi i suoi ologrammi al computer, le sue vibrazioni nei vetri, i suoi colloidi e con le tesi di laurea, invece di esternare idiozie e farsele convalidare dalle firme dei suoi sottoposti.

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