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martedì 28 giugno 2011

Via Silvio Ruocco a Sarno

Via Silvio Ruocco



Via Silvio Ruocco



Sarno è un comune italiano di 31.353 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
Il 5 maggio 1998 il comune fu colpito, insieme con i vicini centri di Quindici, Bracigliano e Siano, da un gravissimo fenomeno franoso, composto da colate rapide di fango, che interessò la metà del territorio comunale. L'evento provocò la distruzione di molte abitazioni e la morte di 137 persone nella sola Sarno.
È situato in un territorio a cavallo tra le tre province di Napoli, Avellino e Salerno e occupa una posizione baricentrica rispetto ai capoluoghi campani.

Territorio

Sarno fa parte geograficamente dell'Agro nocerino sarnese e si sviluppa alle falde del monte Saro e sulle rive del fiume Sarno, da cui prende il nome. La sua economia si basa principalmente sulla produzione agricola e sull'industria conserviera, in particolare di pomodori (famoso il pomodoro San Marzano dop) e olive.

Clima

La stazione meteorologica più vicina di cui siano disponibili i dati è quella di Napoli Capodichino. Secondo le medie mensili calcolate sul periodo 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di circa +8,1 °C, mentre quella del mese più caldo (agosto) è di circa +23,7 °C. Le precipitazioni medie annue sono di circa 1000 mm.



Aggiornamento del 21 luglio 2011


ALBERTO MIRABELLA:
“Il valore paradigmatico dei soprannomi a Sarno”
Termini, mestieri e giochi finiti nell’oblio.
Ovvero r’i stuortonòmme. strangenòmme, scangianòmme e anginòmme

Brunolibri Editore, Salerno, 2010
ISBN 978-88-86836-60-9

Cercavo di sapere qualcosa su Silvio Ruocco e non mi ero accorto nella mia continua ricerca della nota che avevo prelevato da Internet su Sarno.
Avevo chiesto aiuto come sono solito fare, ma fino ad oggi non mi è pervenuto nessuna informazione.
E’ vero che il mio blog ha tante pretese e  non ha ancora suscitato l’interesse che desideravo.  Ma la mia distrazione è perdonabile solamente per il poco tempo che riesco a dedicare a questa attività con la quale vorrei arrivare al vero carattere di quelli che hanno il mio stesso cognome.
Don Dilvio Ruocco invece stava nel libro di Alberto Mirabella  dove l’ho rintracciato soltanto oggi per pura combinazione scoprendo con grande sorpresa che era un prete che si applicava nello studio della storia in particolar modo della città di Sarno alla quale dedicava una pubblicazione dal titolo “Storia di Sarno” che pubblicava “con cadenza periodica e quando c’erano i soldi. “

Molte volte nel libro di Alberto Mirabella ricorre il nome, non in forma di soprannome ma come riferimento bibliografico, di un prete poco amato e altrettanto poco riconosciuto in vita per il valore dei suoi studi. Il personaggio portava il nome di Silvio Ruocco. Don Silvio è stato il primo, unico, vero, grande storico moderno che la Città di Sarno abbia avuto. Tutti gli storici d’oggi sarnesi non possono nemmeno immaginare come don Silvio scriveva i capitoli della sua “Storia di Sarno”. Una calligrafia a mano di difficile lettura ed interpretazione faceva penare i compositori che dovevano decifrare quanto lui aveva scritto e che poi dovevano comporre a mano lettera per lettera. Gli scrittori contemporanei di questa Città, veri maestri del “copia e incolla” elettronico, devono a lui, don Silvio, alla sua scienza storica ed alla sua abilità di scrittore e ricercatore, tutto quello che sappiamo del nostro passato. Ricordo che mio padre mi affidava il compito di portare alla sua casa in viale Margherita le bozze della sua “Storia ” che il prete gli ordinava di stampare a sedicesimi, con cadenza periodica e quando c’erano i soldi. Burbero e poco incline alla conversazione, don Silvio era poco amato dai compaesani. Una donna panciuta vestita di nero mi apriva la porta e lo avvertiva a gran voce che “‘o guaglione r’o stampatore” aveva portato i fogli. Mi faceva entrare e li prendeva con un mugugno che mi sembrava un grugnito. Mi indicava poi con la mano la porta. Anche io avrei potuto avere un posto ed un soprannome in questo libro soltanto se il buon Alberto avesse ricordato che mio padre era “ ‘o stampatore” di piazza Municipio ed io suo figlio. “

Da
che ringrazio sentitamente per la sua opera di divulgatore.

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