ICE ONE: “ECCO LA MIA CARRIERA A 360 GRADI”
Ice One, forse per molti la presentazioni potrebbero essere superflue, ma nel dubbio te lo domandiamo comunque : presentati e raccontaci qualcosa che anche i tuoi fans più accaniti ancora non sanno
Ciao, sono IceOne, all’anagrafe Sebastiano Ruocco. Il corpo dove abito momentaneamente è nato nel 1966 a Torino, e dal 1972 abito a Roma, per la precisione ad Ostia Lido. Amo la musica fin dalla mia nascita, ed ho approcciato ad un giradischi come strumento di intrattenimento mio personale già dall’ età di tre anni, e ad uno strumento musicale a cinque anni, tutto questo grazie ai miei genitori. Ho iniziato a 16 anni come dj professionale, a suonare alla discoteca Marylin di Ostia Antica, e qualche anno dopo ho cominciato a suonare anche in locali più prestigiosi grazie alla spinta datami da Marco Trani, che credo non abbia bisogno di presentazioni. Nel 1979 sono rimasto folgorato da una mostra alla galleria d’arte “La Medusa” di Roma, dove mia madre, appassionata d’arte mi portò per puro caso. Li vidi per la prima volta i “graffiti”. Poi arrivo l’ Hip Hop, piano piano. La mia valigetta di dischi dall’ 1981 al 1982 si modificò completamente, e piano piano si riempì di Rap. Il funk già lo conoscevo, ed era una delle prime cose che mi aveva fatto apprezzare Marco Trani. Ballavo Breakdance in un gruppo che si chiamava Special Breaking Crew, fondato da me nel 1982, la cui formazione iniziale era composta da un italiano, cioè io, un cileno ed un peruviano. Dall’ 1982 al 1984 la formazione cambiò parecchie volte, ed entrò a farne parte anche il tredicenne Crash Kid. Contemporaneamente frequentavo galleria colonna a Roma, dove coltivavo oltre al breaking, tramite le sfide, anche il rap, insieme ad MC Shark. Li sempre pianificavamo le prime scorribande sui muri a “sbombolare” insieme ad altri personaggi ormai spariti dalla scena. Ora vi racconto un po’ di cose che pochi conoscono. Mi piaceva fare lo Human Beat Box, e sono stato uno dei primi a praticarlo, ed un aneddoto che pochi ricordano, e cioè che a Rimini in uno dei primi party io e Kaos One (bravissimo per lo standard dell’ epoca) ci sfidammo andando avanti , botta e risposta, per una bella oretta. Ho militato in una delle primissime DJ Band tra il 1988 e il 1989. Si chiamava Mad DJ’s Band, ed era capitanata dai DJ Luca Cucchetti e Massimo Berardi, io mi occupavo di fare rap e collaboravo nelle produzioni e nelle grafiche. I featuring fissi erano il compositore Stefano Di Carlo, I dj Andrea Piangerelli, Francesco Zappalà, Lory D, Gli MC erano Daniele Barouchell aka Brother D, MC Sabina, Carlotta Corsi aka Charly Jay e Giulia Puzzo aka Julie P (Poi anche Power MC’s e Soldi Contanti Prod). Con la Mad DJ’s Band abbiamo anche prodotto uno dei primi dischi di strumentali ed effetti scratch del nome “Mad DJ’s Grooves”. Andò a ruba.Ho suonato e rappato, in un orchestra molto potente. Trombe Rosse del bravissimo Maestro, compositore e direttore Massimo Nunzi, dove rifacevamo in chiave Hip Hop e funk i classici del cinema e dove collaboravo in parte agli arrangiamenti inserendo campionamenti. Sempre grazie al Maestro Massimo Nunzi ho avuto il piacere di suonare i giradischi e di fare il rap con Lester Bowie (Chicago Art Ensamble). Ad un evento Nike mi sono ritrovato a dare consigli a Biz Markie su quale fosse il miglior telefono cellulare dell’ epoca, per poi suonare prima di lui. Ho creato il finimondo ad un concerto dei Public Enemy in cui aprivo con un dj set, facendo una rissa con loro, da solo, a causa di un loro membro ubriaco che disturbava il mio set. Chiaramente finita con scuse da parte loro.
Di storie ce ne sono tante… e tante ne verranno.
E’ uscito da poco “ Iniezione Musicale” Progetto in collaborazione con Cal, come è stato collaborare con lei.
Come dice Cal, in un’altra intervista , è stato come ritrovare una vecchia compagna di viaggio. Il disco ha avuto una lunga gestazione, durata circa un anno. Ma alla fine beat e rime hanno dato forma ad Iniezione Musicale. Molti testi erano già scritti, e molte delle strumentali fatte sono state scartate, per trovare quelle giuste per i versi contenuti nell’ album. La matrice sonora, jazz, funk e
con un pizzico di elettronica, è stata la chiave di volta per coagulare le 11 tracce che abbiamo tirato fuori.
Parlando del duo Calice, cosa dobbiamo aspettarci nel futuro prossimo
Innanzitutto molti Live. Invitiamo infatti tutti i promoter ed organizzatori di serate a contattarci tramite i nostri canali di diffusione. Il Live è una bomba. Stiamo lavorando ad una versione strumentale dell’ album molto particolare, che prenderà forma anche in vinile.
Ed inoltre siamo già al lavoro su un nuovo album. Siamo anche attivi e disponibili per produzioni e remix. Per chi ne volesse sapere di più in termini pratici, rimandiamo all’ ascolto del remix prodotto per i Banana Spliff “XVI Round” Cal+IceOne Remix.
Un nostro lettore ci ha chiesto di domandarti quanto sia cambiata la tua strumentazione/modo di lavorare dai tempi di “Quelli che benpensano” di Frankie Hi Nrg, ad oggi?
Sono stato il primo in Italia ad usare il campionatore Akai MPC 60, per le produzioni, usando la tecnica del chopping, quando in America ancora in pochissimi la usavano e si contavano sulle dita di una mano. Ho insegnato a molti, soprattutto con l’esempio, ad usarlo dato che molti erano fossilizzati sul mitologico 950, che però doveva essere usato con un computer o con un sequencer. Il suono dell’ MPC era molto meglio di quello del 950, grazie all’ esperienza infusa in quella macchina da Roger Linn, gia creatore della mitologica Linn Drum. Con l’Akai ho avuto anche un percorso di endorsement, quando era di Grisby Music, molto fruttuoso, interrottosi per mancanza di visione del nuovo distributore che endorsa artisti che l’MPC manco lo sanno usare. Con l’MPC sono arrivato fino al 4000, una macchina eccezionale. Ad oggi, penso siano lecite tutte le interfacce di produzione. Per esempio trovo geniale anche il Maschine, anche se io ad oggi uso un azione combinata di Reason, un software che emula un intero studio, ed un Mpc o un MPd. Ho cambiato anche il mio modo di lavorare, usando e sviluppando un metodo incredibile di isolazione sonora, che prende spunto dal lavoro dei fonici più geniali. Ad oggi sono in grado di estrarre un singolo suono, od un singolo giro di strumento da un ensamble di suoni anche molto elaborato e pieno. In Italia che io conosca, l’unica altra persona che lavora ad alti livelli su questo fronte è DJ Stile. Nel mondo ci saranno altri 4 o 5 pazzi che ne sanno qualcosa.
Il mondo della musica è in continua evoluzione e con esso anche il mondo di rapporti al pubblico e pubblicizzarsi. C’è qualcosa che rimpiangi dal punto di vista della promozione musicale pensando a una ventina di anni fa ?
Non rimpiango niente. Le scelte fatte appartengono al passato. Ed il mio mantra è sempre stato “Sono Io che faccio la Casa, non è la Casa che fa Me”. Per cui per quanto imperfetto possa essere stato in alcuni punti il mio percorso, è sempre stato vero, di quella verità che a me basta e piace. Inoltre alcuni revisionisti sparano tante cazzate scrivendo libri e facendo interviste, ma la realtà dei fatti era ed è diversa. Si l’Hip Hop era difficile da far accettare alla case discografiche, ma stiamo parlando di colossi che niente avevano a che vedere con quelle di oggi. I presidenti delle major di prima si rapportavano con vendite di milioni di copie, oggi se fai centomila copie sei dio. Per cui sì, prima c’era poco spazio per l’Hip Hop che si inseriva in un contesto Titanico. Oggi c’è più spazio ma lo spazio si è ridotto talmente tanto che è sicuramente di meno di quello che si aveva anni fa. Prima un disco d’oro lo facevi con 100.000 copie ed un platino con 1 Milione. Oggi? La risposta la sappiamo.
C’è un beat di quelli presenti in “Iniezione Musicale” che ti ha fatto “sudare” più degli altri ?
In realtà tutti, anche perché io lavoro in maniera molto veloce. E più mi piace quello che sta succedendo, e più vado veloce e più sudo eheh! Però ti dico due titoli: “Ai 4 Venti”, per la struttura, dato che sulle tracce più dilatate e più essenziali in realtà diventa tutto più delicato ed entra in gioco la parte più strategica del compositore; e poi “Iniezione Musicale”, dato che avevamo scelto di comporre l’undicesimo pezzo (undicesimo in ordine di composizione, nella tracklist è il numero 8) prendendo 10 campionamenti, ognuno preso dalle altre 10 tracce. Per cui la parte più impegnativa è stata rivoluzionare le intonazioni ed adattare tra di loro tutti i suoni. Questa scelta nasce dal bisogno di far capire meglio che quest’ album aveva un sound unico.
Hai mai pensato di mollare tutto ciò che concerne il mondo della musica ?
Questa domanda è molto particolare, e non mi era mai stata posta, ma mi piace molto e rispondo volentieri perché mi da modo di approfondire, per chi mi segue, da poco o da anni, la mia filosofia di vita. NO. Non ho mai pensato di abbandonare. Ho avuto momenti in cui mi sono chiesto come potevo evolvermi, e mi sono preso anche dei periodi sabbatici, ma la musica è il bene più prezioso, in cui i miei genitori, e poi tutti quelli che sono stati più o meno vicino a me, mi hanno lasciato crescere. Ho avuto grandi risultati ed ho collaborato con i talenti più creativi che mi potevano capitare a tiro. La musica per me non è legata a nessun target specifico. La Musica è la Musica, il Tempo e il Tempo ed il Denaro è il Denaro, ogni cosa al suo momento. Non sono mai stato uno di quelli che segue le mode del momento, piuttosto in certi casi le ho anticipate, la mia immensa e varia discografia parla da sola. Sono con i piedi ben piantati nell’ underground, che è il terreno dove nascono le cose più belle. Il mio cuore è sempre di più innamorato delle note e delle loro combinazioni possibili. La mia testa è piena di progetti che ancora devono prendere forma. Sono io che ho sempre fatto la “casa”, non è mai la casa che fa me, per cui sono cittadino di tutti i mondi, compreso il mainstream. Ci sono alcuni miei pezzi del passato che stanno ancora nel futuro e continuano a prendere dischi d’oro. Continuo ad avere la possibilità di pubblicare musica che altri non hanno il coraggio di fare, e trovo sempre compagni di viaggio che in sintonia reciproca, si tuffano insieme a me in progetti che per me sono sempre incredibili. Lavoro con la consapevolezza, che esiste un mondo lobbystico che si autoincensa con le proprie scorregge, e poi ci sono persone, che al di la se gli viene riconosciuto o meno sono dei veri geni.
Ci chiedono di domandarci se nella tua vita hai provato tutte le 4 discipline HH
Si.. Sono uno dei DJ più apprezzati in Italia. Il mio modesto modo di scratchare è sempre servo della musica, anche se amo anche il turntablism estremo ed i suoi eroi. Sono un producer attivo ormai da 30 anni, e non produco solo musica Hip Hop, ma anche Electro e musica da Club veramente cattiva. Ho fondato tra il 1982 e 1983 una delle prime Crew di breakdance Italiana gli Special Breaking Crew, ed ho insegnato a ballare meglio ad un già esperto tredicenne di nome Crash Kid. L’ultima cosa che ho imparato a fare prima di smettere di ballare erano circa due giri e mezzo di corona, ed ero famoso per il mio windmill senza mani con entrata senza mani. Ho praticato i graffiti ad oggi writing, guardando a quelli più bravi e geniali di me come Deemo e Zero T. Ho inciso un sacco di Rap ed ho praticato la nobile arte dello Human Beat Box. Mi sa che qui siamo a 5 di discipline J
Domanda extramusicale : Un ricordo felice della tua infanzia
Avevo un mangia dischi della Irradiette (che ho tutt’oggi), amavo metterci dentro un 45 giri di Nancy Sinatra, che sul bordo era sbeccato. Come in tutti i mangiadischi parte del 7” fuoriusciva dalla feritoia di inserimento ed io aspettavo la sbeccatura per bloccare il disco e farlo andare avanti ed indietro come in uno scratch ante litteram; ecco. questo è il ricordo più bello che ho, che racchiude anche la musica.
Saluta e ringrazia chi vuoi salutare e ringraziare e lasciaci i tuoi canali
Ringrazio e saluto tutti quelli che ci stanno supportando, seguendo e soprattutto ci stanno dando fiducia per il progetto Calice. Ringrazio Simone Cecconi, giovane rapper esordiente di cui secondo me presto sentirete parlare, che si è prestato come attore nel video, di prossima uscita, del prossimo singolo “Se non sai chi sono”. Ringrazio Jane Ruocco aka Foxey Fit, Rocco Gallo e Lisa Francescon, per essere apparsi nel succitato video;
Mattia Kollo Ceron che è il regista del video di cui sopra; Mandibola Records, nella persona di Umberto Damiani, per la fiducia riposta nel pubblicare “Iniezione Musicale”. Infine ringraziamo voi per lo spazio concesso.
Ci potete seguire e contattare per i nostri Live e DJ Set su i seguenti canali:
Iceone: https://www.facebook.com/iceonethebeattraveller https://www.instagram.com/iceone_official/
CaL: https://www.facebook.com/cal.calice.info https://www.instagram.com/the_real_cal/
CaL-IcE: https://www.facebook.com/calice.cal.iceone/ https://www.instagram.com/calice_official/
Acquisto CD: http://www.self.it/ita/details.php?nb=8053800842167&tc=c
Streaming & Digital Market: https://lnk.to/IniezioneMusicale?fbclid=IwAR31bjyXClaVX6H4ZrytQLQ07WjixRGOFod9ec_MnmuNSxIldvya5hEkc0s
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