Scafarto ai magistrati: "Io non ho tarocca- to le indagini sul padre di Renzi. Ma qual- cuno lo ha avvisato"
Il maggiore di Castellammare rompe il silenzio dopo l'interrogatorio a Roma
di redazione
Parla. Dopo mesi da protagonista di un'inchiesta arrivata
fino al padre di Matteo Renzi, Scafarto decide di rompere il silenzio. Risponde
alle domande dei magistrati, ma pone anche altre domande. Va al contrattacco il
maggiore di Castellammare, ex Noe, accusato dalla procura di Roma di
depistaggio e rivelazione del segreto di ufficio nel filone dell'indagine su
Consip che riguarda la presunta fuga di notizie.
Il militare torna a parlare
dopo l'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Roma, che nei giorni scorsi
ha disposto una interdittiva che lo sospende dal lavoro per 12 mesi, e
premettendo di non avere "taroccato nessuna informativa su Tiziano
Renzi" chiede a chi sta conducendo le indagini di accertare "chi ha
avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo".
Scafarto,
difeso dagli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, ha aggiunto di
"non avere nulla contro il padre dell'ex presidente del Consiglio" e
che anzi ricorda "di aver corretto l'informativa redatta da un mio
collaboratore che aveva erroneamente attribuito a Marco Carrai (imprenditore
vicino a Matteo Renzi) una conversazione riconducibile invece ad altra
persona". Per l'ex Noe nella vicenda Consip, però, "restano ancora
tante domande a cui qualcuno deve rispondere" e fa riferimento alla
chiamata che il 7 dicembre 2016, (48 ore dopo l'avvio dell'intercettazione)
Roberto Bargilli, autista del camper di Matteo Renzi al tempo delle primarie
del Pd nel 2012, fece all'imprenditore Carlo Russo invitandolo per conto di
Tiziano Renzi a non chiamare più "il babbo".
"Chiedo a chi
indaga: chi ha avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo? A
conoscere quella informazione - spiega - eravamo in tre: il sottoscritto, il pm
Henry John Woodcock e un maresciallo e io posso dire di non avere rivelato
alcun segreto.
Noi non ne parlammo con nessuno: chi ha dato quella
informazione? Io aspetto una risposta".
E ancora: "sono molto provato da questa vicenda. Sono
sempre stato leale e corretto nei miei 23 anni di servizio. Io non ho mai
rivelato a nessuno di essere indagato - ha aggiunto -. Non ho mai inviato
informazioni riservate, che non dovevano essere conosciute, a qualcun
altro". Infine l'ultima "stoccata" l'ufficiale dei carabinieri
la riserva al procuratore di Modena Lucia Musti, che davanti al Csm definì
Scafarto "spregiudicato" perché disse che sul caso Consip
"scoppierà un casino, arriviamo a Renzi". Una versione respinta
dall'ex Noe per il quale "è storicamente provato" che l'incontro con
il procuratore avvenne "l'11 luglio del 2016 e che gli strumenti per le
intercettazioni ambientali nell'ufficio di Romeo sono stati installati il primo
agosto 2016. Quella che riguarda Tiziano Renzi è del 3 agosto.
Dunque, l'11 luglio del 2016 il nome del padre di Matteo
Renzi non esisteva affatto in questa inchiesta". Le parole di Scafarto
arrivano proprio nel giorno in cui il Tar ha dichiarato legittima l'esclusione
della Romeo Gestioni dalla maxi-gara avviata da Consip per l'affidamento dei
servizi integrati, gestionali e operativi, per gli immobili in uso alle
pubbliche amministrazioni, alle istituzioni universitarie e agli istituti di
ricerca.
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