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giovedì 1 febbraio 2018

Scafarto ai magistrati: "Io non ho taroccato le indagini sul padre di Renzi. Ma qualcuno lo ha avvisato"


Scafarto ai magistrati: "Io non ho tarocca- to le indagini sul padre di Renzi. Ma qual- cuno lo ha avvisato"

Il maggiore di Castellammare rompe il silenzio dopo l'interrogatorio a Roma

di redazione

Parla. Dopo mesi da protagonista di un'inchiesta arrivata fino al padre di Matteo Renzi, Scafarto decide di rompere il silenzio. Risponde alle domande dei magistrati, ma pone anche altre domande. Va al contrattacco il maggiore di Castellammare, ex Noe, accusato dalla procura di Roma di depistaggio e rivelazione del segreto di ufficio nel filone dell'indagine su Consip che riguarda la presunta fuga di notizie.
Il militare torna a parlare dopo l'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Roma, che nei giorni scorsi ha disposto una interdittiva che lo sospende dal lavoro per 12 mesi, e premettendo di non avere "taroccato nessuna informativa su Tiziano Renzi" chiede a chi sta conducendo le indagini di accertare "chi ha avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo". 
Scafarto, difeso dagli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, ha aggiunto di "non avere nulla contro il padre dell'ex presidente del Consiglio" e che anzi ricorda "di aver corretto l'informativa redatta da un mio collaboratore che aveva erroneamente attribuito a Marco Carrai (imprenditore vicino a Matteo Renzi) una conversazione riconducibile invece ad altra persona". Per l'ex Noe nella vicenda Consip, però, "restano ancora tante domande a cui qualcuno deve rispondere" e fa riferimento alla chiamata che il 7 dicembre 2016, (48 ore dopo l'avvio dell'intercettazione) Roberto Bargilli, autista del camper di Matteo Renzi al tempo delle primarie del Pd nel 2012, fece all'imprenditore Carlo Russo invitandolo per conto di Tiziano Renzi a non chiamare più "il babbo". 
"Chiedo a chi indaga: chi ha avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo? A conoscere quella informazione - spiega - eravamo in tre: il sottoscritto, il pm Henry John Woodcock e un maresciallo e io posso dire di non avere rivelato alcun segreto.
Noi non ne parlammo con nessuno: chi ha dato quella informazione? Io aspetto una risposta".
E ancora: "sono molto provato da questa vicenda. Sono sempre stato leale e corretto nei miei 23 anni di servizio. Io non ho mai rivelato a nessuno di essere indagato - ha aggiunto -. Non ho mai inviato informazioni riservate, che non dovevano essere conosciute, a qualcun altro". Infine l'ultima "stoccata" l'ufficiale dei carabinieri la riserva al procuratore di Modena Lucia Musti, che davanti al Csm definì Scafarto "spregiudicato" perché disse che sul caso Consip "scoppierà un casino, arriviamo a Renzi". Una versione respinta dall'ex Noe per il quale "è storicamente provato" che l'incontro con il procuratore avvenne "l'11 luglio del 2016 e che gli strumenti per le intercettazioni ambientali nell'ufficio di Romeo sono stati installati il primo agosto 2016. Quella che riguarda Tiziano Renzi è del 3 agosto.
Dunque, l'11 luglio del 2016 il nome del padre di Matteo Renzi non esisteva affatto in questa inchiesta". Le parole di Scafarto arrivano proprio nel giorno in cui il Tar ha dichiarato legittima l'esclusione della Romeo Gestioni dalla maxi-gara avviata da Consip per l'affidamento dei servizi integrati, gestionali e operativi, per gli immobili in uso alle pubbliche amministrazioni, alle istituzioni universitarie e agli istituti di ricerca.



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