ARTE E CULTURA
Don Diegoh autentico ribelle di questi maledetti anni 2000
Partecipatissimo concerto condiviso con il leggendario Ice One, Kiave e gli amici di sempre
Mercoledì 17 Agosto 2016 - 18:0
Quando ad Eugenio Finardi abbiamo chiesto, in occasione del suo arrivo a Crotone per i 40 anni di Musica Ribelle, quale potesse essere, oggi, la musica ribelle da ascoltare, non ha avuto nemmeno un istante di esitazione: “il rap, con le sue denunce, la freschezza di un linguaggio diretto ed interpreti che vengono dalla strada che sempre meno è frequentata da etichette e promotori prezzolati!”
Don Diegoh assieme ad Ice One, con la partecipazione di Kiave ieri all'inaugurazione della quarta edizione del Rebel Festival nei vicoli adiacenti il lungomare di Crotone, ha proprio cantato la strada e la Crotone che ostinatamente rimane periferia di Calabria e dei sud del mondo.
Ottima ed entusiasta la partecipazione di una fetta della città che, forse, ci mette pure parte di orgoglio in questa ostinazione. L'impressione l'abbiamo avuta quando seguendo l'esibizione di apertura di Logos & Lorenzino, giovanissimi rapper crotonesi agli esordi, i due ragazzi snocciolavano con orgoglio strofe di “interessante” indolenza per il livello di partecipazione ed approvazione che suscitava nei tanti che l'hanno apprezzata.
L'impressione è aumentata quando a salire sul camioncino/palco allestito dall'Arci e dall'associazione Il Sole dell’Avvenire (ideatrice dell’evento), è salito Francesco Perri non solo per ringraziare Don Diegoh, Ice One e Kiave e la collaborazione del Bounty Pub, l'Alcatraz Way Out nel dare il via ufficiale al “Rebel Way Festival 2016 On stage”.
Cambia tutto e niente quando, invece, Diego Le Chiara in arte Don Diegoh prende il microfono da subito assistito dal leggendario producer ICE ONE: cambia tutto perchè stile, studio e fatica sono di altissimo livello e sudore; cambia niente perchè, come da raffinati scrittori della realtà, si rifanno alla stessa desolazione che accomuna proprio tutti quelli che stanno in quel vicolo.
Il cappello alzato da subito strofato rivolto al proprio Grande Papà, Don Diegoh lo canta e lo espone certo non per uso privato; ogni strofa è lì come se dovesse disegnare quelle pietre miliari che gli antropologi studiano per arrivare a deconfezionare lo stereotipo e riportarlo all'archetipo!
Anche l'evidente emozione che subisce è governata in tal senso. Ecco se per Sergio Cammariere il pianoforte è parte di un artista che è tale a New Olerleans così come a Cannicattì, senza che il passaggio per Crotone possa avere conseguenze, per Don Diegoh la scrittura e la contestuale (e mai casuale) collaborazione con il gigante Ice One, diventa pennello di una catartica immersione nel e per il territorio. Alluvione, mentalità, bonifica e tumore sono i segni che VUOLE lasciare ai suoi giovani fan; Latte & Sangue, origine e cicatrici, musica e storie di tutti i giorni, casino e paura, danno e conseguenze, indolenza ma anche studio e passione: questo il titolo che dovremmo dare tutti alla nostra vita quotidiana per avere il diritto di mandare a cagare chiunque.
Don Diegoh ha tutto il diritto di sentirsi autentico interprete dell'ancora più complicata possibilità di sentirsi ribelle di questi maledetti anni duemila, anche perchè è stato e sarà autentico crotonese di periferia!
Procolo Guida
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