Via Campo Sportivo
24/B - 70038 Terlizzi (BA) tel: 080 3510420
Terlizzi (Terrézze in dialetto barese[2]), è un comune italiano di 26.983
abitanti della città
metropolitana di Bari, in Puglia. Dista 30 km a Ovest del capoluogo. È stata
denominata città
dei fiori, considerata l'importanza dell'attività
florovivaistica per l'economia della cittadina.
Le origini di Terlizzi risalgono al VI secolo d.C., benché
le prime testimonianze concrete della sua esistenza risalgano solo alla
Donazione di Wacco (VIII secolo), feudatario longobardo che dona al Monastero di Montecassino il casale in Trelicio in quel tempo circondato da macchia mediterranea
e querceti (quercus ilex). Da qui deriva, plausibilmente, il toponimo Trelicium o più diffusamente, nelle più antiche pergamene, Terlicium, equivalente a terra
ilicium, locus
inter ilicia, "terra di lecci" o "luogo posto
fra i lecci" oppure Terlitium ovvero "terra contesa", Terlicio "tre luoghi", Terlizzo, Terlizo o Terricium ovvero "terra circondata da
torri" . Dopo la dominazione bizantina, a partire dall'XI, secolo Terlizzi
rientra nella sfera d'influenza di Giovinazzo, sotto il dominio del normanno conte Amico, artefice delle fortificazioni in entrambe le
città (ed a Terlizzi, del poderoso castello con tre torri, ripreso nello stemma
cittadino), all'epoca ancora identificata come castellum. Nel 1123 acquisì il
titolo di città (come testimonia una stele affissa alla Torre Maggiore delCastello
Normanno, unica superstite della struttura, in gran parte
crollato tra XVIII e XIX secolo). Nel Duecento fu capoluogo
di contea infeudata alla famiglia Tuzziaco; in seguito fu dominio di Federico
Wrunfort. Nel 1230 l' imperatore Federico
II di Svevia, imperatore del Sacro
Romano Impero Germanico vinse la lotta
contro il papa: Gregorio IX. Subito dopo la vittoria Federico riconobbe tutte
le città che lo affiancavano, tra cui Terlizzi. Lui, essendo anche un poeta,
per ringraziare Terlizzi la agevolò nel commercio e le scrisse anche una frase
di benevolenza cioè "Terlitium inter spinas lilium" ovvero "Terlizzi un giglio
fiorito fra rovi spinosi". Nel1361 diviene
signore di Terlizzi Guglielmo Sanseverino, per eredità di uno zio. Questa
famiglia detiene la signoria fino al 1407, quando Ottavio/Ottaviano Sanseverino, che è
anche signore di Parabita e di Cellino, viene privato di tutti i possedimenti
per ribellione a re Ladislao di Durazzo. Subito dopo verrà investito della
signoria di Terlizzi (assieme ad altri feudi) Francesco Orsini, conte e poi
duca di Gravina. Nel 1532, però, il suo discendente Ferdinando Orsini, 5º
duca di Gravina, perde definitivamente la signoria di Terlizzi, che passa ai
Grimaldi principi di Monaco marchesi di Campagna che
l'amministrarono fino al 1641[3]. Dal 1607è amministrata dai baroni de
Gemmis di Castel Foce, luogotenenti del feudo. Dai Grimaldi passò ai
Giudice Caracciolo Duchi di Giovinazzo e Principi diCellamare,fino a quando, morta Donna Eleonora
Giudice Caracciolo senza figli né
eredi diretti nel 1770,tutti i corpi feudali furono devoluti alla Regia
Corte. Messa all'asta nel 1778 dalla Regia
Camera della Sommaria per ordine del Re Francesco
I di Borbone, i cittadini terlizzesi, tra cui il Barone
letterato Ferrante
de Gemmis, per non far nuovamente ricadere la città sotto
la servitù feudale del probabile acquirente il Duca Carafa di Andria, promossero il riscatto feudale versando 90.000
ducati alla regia
corte nel 1779 e Terlizzi
divenne città demaniale. Tale somma però, non essendo nella disponibilità della
Università di Terlizzi, fu prestata dal Barone Gennaro Rossi di Napoli il quale
aveva ipotecato a sé tutti i corpi feudali di Terlizzi compreso il castello, fu
rimborsata nell'arco di oltre un secolo e mezzo con molte difficoltà e
vicissitudini giudiziarie chiusesi addirittura nel 1930.