In manette boss dello spaccio. Ma l'avvocato: "Non hanno trovato niente"
Accuse pesanti per Giuseppe Ruocco. Applicato il braccialetto elettronico: primo caso in Val di Cornia. Venerdì 30 l'interrogatorio di garanzia
PIOMBINO. Stavolta i poliziotti hanno messo le mani su quello che reputano un referente di spicco della malavita organizzata. E' stato arrestato ma non finirà in cella: a lui spetta lo sgradito privilegio di essere il primo arrestato di Piombino che porterà il braccialetto elettronico. Tutto nasce nell'ambito di una operazione molto complessa e durata oltre due anni per spezzare un fiume di droga che riforniva la piazza della Val di Cornia.
Gli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Piombino, al termine di una complessa attività d’indagine avviata da tempo, alle prime luci dell’alba di lunedì 26 gennaio, hanno arrestato Giuseppe Ruocco, esponente di spicco dell’omonima famiglia. Operazione avvenuta su ordine del gip del Tribunale di Livorno, che ha accettato le richieste avanzate dal sostituto procuratore Massimo Mannucci.
Ruocco è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del “braccialetto elettronico. Giuseppe Ruocco 53 anni,già in passato si è reso responsabile di gravi reati, era implicato in omicidio, rapina associazione camorristica ed altro.
Sul territorio di Piombino si è reso responsabile di episodi di estorsione e violazione della normativa sulle armi, senza mai abbandonare attività illecite di traffico di sostanze stupefacenti. Chiamato anche “Peppe”, era considerato personaggio di spicco negli anni ’90 del “clan Ruocco” di Mugnano di Napoli.
Secondo gli investigatori Giuseppe Ruocco tirava le fila di una rete di spaccio grazie a una serie di complicità nel tessuto cittadino. Spiccano alcune operazioni concluse positivamente con il sequestro anche di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente che appunto ha portato al suo arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione ha origine all’inizio del 2012, quando il commissariato di Piombino apprendva che all’interno delle acciaierie Lucchini si stava svolgendo un consistente traffico di stupefacenti. I servizi investigativi, nel tempo, hanno raccolto prove delle attività illecite che, secondo gli uomini del commissariato venivano organizate da Ruocco. Nel corso di mesi di interventi, la polizia ha isolato sempre più gli organizatori dello spaccio.
Dall’avvio delle indagini a oggi solo nella zona di Piombino sono state arrestate dieci persone, denunciate nove e sequestrati ingenti quantitativi di droga (in un’occasione ben venti chilogrammi). L’attività investigativa - spiegano in commissariato - "posta in essere con sforzi umani e professionali non disgiunti dall’uso di tecniche e tecnologie all’avanguardia, ha reso possibile assicurare alla giustizia l’arrestato".
Sulla vicenda, però, interviene anche l'avvocato di Giuseppe Rocco, Franco Balestrieri, che precisa alcuni dettagli.
"Ho partecipato alle perquisizioni a casa, nel magazzino e nel terreno a San Rocco di proprietà del mio cliente. E in nessuno dei tre posti è stato trovato niente di rilevante. Al momento, quindi, le accuse di spaccio di droga sono solo delle ipotesi, senza alcun riscontro. Dovranno dimostrarlo".
E sui presunti legami con la Camorra, Balestrieri è
ancora più netto: "Non è ipotizzato alcun reato riconducibile all'articolo 416 del codice, quindi l'accostamento è forzato. E una persona non è colpevole fino alla condanna definitiva. Esiste nel nostro ordinamento la presunzione di innocenza". Venerdì 30 ci sarà l'interrogatorio di garanzia.
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