BIG BAMBU'
BIG BAMBU.
Via dal ventre della città più antica
i ricordi che imbrattano le strade
a una certa ora
come se la contrada fosse un deposito ATAC.
Via dalla cistifellea i calcoli dannosi,
via dalle vie tutto quello ch’è noioso
e vi dorme sopra per giorni
perché altro non c’è per quel riposo.
In una fila sola o in doppia fila
via le cosiddette macchine
che rompono il passaggio
ad ogni istante
col rischio di perderti dagli occhi.
Lo sguardo audace
a volte ti rincorre
ma via da questa via quel che nuoce
alla mia vista e lo smarrimento,
di non trovar l’accento
dove l’ho posto,
un sorriso del sole,
uno spiffero di vento
come il mio fiato che ti insegue.
Invece porteranno via
Big Bambù
che brulica di canne e di gente
dove tu
non sei passata neppure una volta
a vedermi arrampicato sulla cima.
Penso e ripenso:
- Adesso dove vado
per far parlar di me,
per vederti arrivar da lontano,
da oltre il Tevere
dove si fa pantano
di cattivi pensieri
e odi ancora lamenti di vacche?
Ora le lacche, le linee,
i pacchi, i segni
sono essi gli ingegni dell’avvenire
prima che il tempo finisca
e ci fanno una bisca
di rabbie e di morti.
Gioacchino Ruocco
Inserita nella raccolta “Secondi e contorni”
Ostia Lido 07/03/2015
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