Pisciotta
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Pisciotta comune | |||||
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Campania | ||||
Provincia | Salerno | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Ettore Liguori (centrosinistra) dal 07/05/2012 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 40°07′00″N 15°14′00″E | ||||
Altitudine | 171 m s.l.m. | ||||
Superficie | 30 km² | ||||
Abitanti | 2 880[1] (31-12-2010) | ||||
Densità | 96 ab./km² | ||||
Frazioni | Caprioli, Marina di Pisciotta, Rodio | ||||
Comuni confinanti | Ascea, Centola, San Mauro La Bruca | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 84066 | ||||
Prefisso | 0974 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 065096 | ||||
Cod. catastale | G707 | ||||
Targa | SA | ||||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||||
Nome abitanti | pisciottani | ||||
Patrono | santa Sofia, san Vito,sant'Agnello | ||||
Giorno festivo | 30 settembre,15 giugno,14 dicembre | ||||
Geografia fisica
È inserita nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L'abitato principale di Pisciotta, a circa 100 km a sud del capoluogo Salerno. Si è sviluppato intorno alla cima di una bassa e ripida collina prospiciente il mar Tirreno.
Sui cui fianchi scorrono i torrenti Fiori e S. Macario. Le fo- ci dei due corsi d'acqua delimitano più a valle la minusco- la frazione di Marina di Pisciotta, sul litorale sottostante, distante circa tre km. di strada. Più all'interno, a circa 9 km, e a maggiore altitudine, sorge la frazione Rodio, che la leggenda vuole originata da un insediamento di Cavalieri di Rodi. Infine, a circa sette chilometri in direzio- ne di Palinuro si è sviluppata la frazione Caprioli, priva di un vero e proprio centro urbano, composta di diversi borghi sparsi su un'area relativamente vasta, che va dal mare alle basse colline retrostanti.
- Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003.
Storia
Le prime ipotesi sulle origini e sulla storia di Pisciotta sono collegate alla distruzione di Troia (650 a.C.): Nel 650 a.C. i troiani, sfuggiti all'incendio e alla distruzione della loro città, approdarono sul lido ionico, dove fondarono Siri. Gli abitanti di Siri (sirini) avanzarono verso ovest, seguendo l'ampia valle del fiume Sinni, fino al lago e al monte Sirino (che da essi presero il nome), presso l'odierna
Fondata Siruci (oggi Seluce, frazione diLauria),si spinsero fino al mar Tirreno, sul lido dell'odierno Golfo di Policastro.
Qui essi fondarono la colonia di Pixous. A testimonianza di ciò una rarissima serie di antiche monete, recanti, in caratteri arcaici, i nomi coniati di Sirinos e Pixoes, riferentisi, rispettivamente, alle popolazioni delle due città di Siri e Pixous. Il nome "Pixous", dalla radice "PYX", deriva dal bosso (buxus semprevivens), arbusto sempreverde delle buxacee (simbolo della giovinezza e della forza, del coraggio, della perennità del pensiero e dell'opera; ornamento dello stemma comunale di Pisciotta). Dall'etimologia greca e da quella latina derivano i nomi di Pixous, Pixo, Pixunte, Buxentum e Bussento.
Nel 194 a.C. la pixous greca divenne la Buxentum romana e nel 915, quando questo centro viene depredato e bruciato dai saraceni di Agropoli, ne ha già cambiato il nome latino in quello attuale di Policastro. È l'anno 915 a segnare la nascita di Pisciotta: Gli abitanti di Bussento, dopo che i saraceni di Agropoli assalirono, saccheggiarono e diedero alle fiamme il loro villaggio, cercarono scampo sui monti e sulle alture circonvicine.
Molti si trasferirono al di là dei promontorio di Palinuro, dove formarono un piccolo villaggio, che chiamarono, in ricordo della perduta patria, Pixoctum, cioè piccolo Pixous. Da Pixoctum si ebbero poi Pixocta, Pissocta e Pisciotta. Nulla però si conosce dei primi anni di vita del nuovo borgo e solo nel XII secolo, sotto Guglielmo II, troviamo per la prima volta il toponimo Pissocta, posseduta come feudo da Niello, suo cittadino.
È del 1144 il documento più antico che riporta il nome di Pisciotta, il Catalogus Baronum. L'anno 1464 segna poi per il paese uno sviluppo notevole allorquando gli abitanti superstiti di Molpa, in seguito alla distruzione del loro villaggio si rifugiarono a Pisciotta. Fino al 2 agosto 1806, quando Giuseppe Bonaparte re di Napoli decretò finita la feudalità.
I Caracciolo (1270), i Sanseverino (nel 1400), i Pappacoda (1590), sono alcune delle famiglie (tra le più potenti del regno) ad averne avuto il possesso. Fra i tanti passaggi è da segnalarsi quello del 1554 a don Sancho Martinez de Leyna, capitano generale delle regie galee per 17.000 ducati. Nel 1578 il Capitano la rivendette a don Camillo Pignatelli per 30.000 ducati.
Da segnalare sono altresì due sacerdoti locali eletti vescovi: Luigi Pappacoda, nominato Vescovo di Capaccio nel 1635 e di Lecce nel 1639; Giovanbattista de Bellis di Rodio, Vescovo di Telese.
Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie.
L'anno 1806 fu teatro di duri scontri tra francesi e borboni. La guerra tra francesi e spagnoli, i moti del Cilento e l'epopea garibaldina, a cui, in nome dell'indipendenza e della libertà, presero parte numerosi cittadini pisciottani, sono i grandi avvenimenti della storia che coinvolsero il paese. Il Cenotafio di Palinuro, il castello, le torri di avvistamento, la chiesa di S. Pietro e i palazzi padronali, sono alcune testimonianze di questo passato, tramandate fino ai nostri giorni.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Vallo della Lucania.
Il comune ha recentemente deliberato per il referendum correlato al Progetto Grande Lucania.
Il progetto, che in realtà aveva radici molto antiche, nacque ufficialmente il 24 ottobre 2006, quando nella Certosa di Padula, si costituì l'organismo del comitato promotore. Il progetto, che aveva conqui- stato qualche consenso a livello popolare, fu presentato a livello nazionale il 7 maggio 2007, quando alcuni organizzatori parteciparono alla trasmissione televisiva Vota Antonio!, trasmessa da Rai 2.
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