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venerdì 24 gennaio 2014

DELFINA: Il racconto di una storia familiare - della serie Ruocco si raccontano - Cap. 1

Delfina Ruocco

Mi sono spesso proposta di raccontarti un po’ di me, partendo dalla storia della mia famiglia, ma non riesco mai a trovare il tempo o la necessaria concentrazione. Ci provo adesso, magari con un pezzettino, un po’ alla volta, come se scrivessi capitoli di un romanzo.

Come ti ho detto tempo fa, io sono una Ruocco al quadrato, da parte di padre e di madre, perché i miei genitori avevano lo stesso cognome. Mio padre, Ruocco Francesco Saverio, era nato a Castellammare di Stabia il 1° ottobre 1922; mia madre, Pia Giovanna Ruocco, era nata a Murano (l’isoletta veneziana nota in tutto il mondo per la lavorazione del vetro) il 4 giugno 1921.

Mio nonno materno (che non ho mai conosciuto perché morto poco più che quarantenne, prima che mia madre si sposasse) si chiamava Alfredo Ruocco.

Era originario di Castellammare di Stabia e faceva il capitano di navi di lungo corso. Per un’avaria alla nave che capitanava, fu costretto a soggiornare diverso tempo a Venezia e in quel periodo conobbe mia nonna Maria Pinzan.

Si sposarono giovanissimi, e nell’arco di un ventennio misero al mondo ben 11 figli! Se mio nonno non fosse morto prematuramente, forse ora avrei un’altra ventina di cugini!+

Mia madre era la primogenita e come tale, dopo la morte del padre, venne spedita a Castellammare di Stabia per far visita ai parenti paterni e qui conobbe mio padre che, alla larga, faceva parte del parentado.

Non so dirti esattamente il grado di parentela, ma credo che mio nonno materno (Alfredo Ruocco) e mio nonno paterno (Carmine Ruocco) fossero figli di due cugini; fatto sta che i miei genitori portavano lo stesso cognome e discendevano da un ceppo comune.

I due giovani si innamorarono, ma erano lontani, l’uno al Sud e l’altra al Nord, e negli anni ’40 le distanze sembravano insormontabili.

A tenerli lontani ci si mise di mezzo anche la Seconda Guerra Mondiale che vide mio padre prima al fronte e poi prigioniero in Russia (se non ricordo male i suoi racconti), ma si tenevano in contatto (non so come, forse con lettere).


Suppongo che entrambi i miei genitori appartenessero a famiglie agiate, nel senso che - per quanto ne so - a quei tempi era privilegio di pochi poter frequentare le scuole ed arrivare addirittura agli studi universitari, cosa che invece a loro è stata possibile: mio padre era iscritto a Napoli alla facoltà di Giurisprudenza e mia madre a Venezia alla facoltà di Lettere e Filosofia. I loro sogni di gloria vennero smorzati, appunto, dalla guerra e - come tutti - dovettero ricostruire il loro futuro.


Francesco Saverio Ruocco, Pia Giovanna Ruocco e le sorelle di Pia Livia e Valeria

Pia Giovanna Ruocco e Francesco Saverio Ruocco 

Pia Giovanna Ruocco

Loredana Ruocco e la madre Pia Giovanna Ruocco a Castellammare di Stabia

Pia Giovanna Ruocco e Francesco Saverio Ruocco nel porto di Castellammare.

Finalmente, dopo anni di sacrifici e di peripezie, il 26 luglio del 1953 i miei genitori Ruocco Francesco Saverio (di Carmine e di Regina Di Massa) e Ruocco Pia Giovanna (fu Alfredo e di Maria Pinzan) si sposarono a Castellammare, nella chiesa di San Francesco.




Accettami come un fratello


Accettami nella tua voglia di vivere
come un fratello
che puoi stringere al cuore
senza vergognarti,
come un ricordo amico
che ravviva le tue giornate,
nella tua gioia di ridere
guardando in faccia
la realtà di oggi
dura come le pietre della strada,
senza accoglienze facili
stringendomi la mano
per tenermi fermo
per non doverti perdere
all'istante
come un sogno
che ho già fatto tante volte
e non si avvera mai

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido 04/04/2013

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