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sabato 12 ottobre 2013

Marco RUOCCO: Architetto

Montalto di Castro (VT), Italia

Nuova Struttura Teatrale Polivalente

Concorso di progettazione
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Vista dall'alto
Nato per colmare in parte le carenze della mancata progettazione urbana di un quartiere che non prevede nessuna struttura sociale e culturale, il progetto del nuovo centro polivalente posto alla periferia di Montalto di Castro, con le sue geometrie chiude l’apertura visiva lasciata libera da uno stabilimento dell’Esso, divenendo punto di identificazione delle attività collettive.
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Schizzo degli esterni
Pilastri rastremati, promenade coperte, superfici vetrate , specchi d’acqua, parterre verdi, alte alberature, costituiscono gli elementi caratterizzanti il nuovo centro cittadino collocato inaspettatamente tra la stereotipa monotonia di parallelepipedi residenziali.
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Schizzo degli esterni
E’ la semplicità formale ed il rigore stilistico che determinano l’architettura dell’insieme, e la sua articolazione per più livelli consente la lettura delle funzioni interne, distinte per forma e per materiali. Ciò nonostante il complesso di edifici appare unitario nella sua articolazione di spazi collettivi serviti condivisi tra esterno ed interno, e spazi serventi connotati da materiali diversi. Il teatro costituisce il corpo principale, elemento di fusione tra il foyer rivolto verso la via Aurelia Tarquinia, antico tracciato urbano, il bar-ristoro aperto su una grande piazza pavimentata per manifestazioni estemporanee attrezzata con alberature e panchine, la cavea allungata luogo di permanenza per spettacoli teatrali all’aperto. Un volume a due piani adibito ad uffici chiude l’edificio a sud e si sottopone al volume torre dei servizi del palcoscenico del teatro. Territorialmente inserito in un parco urbano il centro si aggrappa alla strade con dei porticati che si srotolano fino ad invadere spazi esterni all’area divenendo occasione di sosta pullman o spazi collettivi coperti .
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Il camminamento e la trasparenza
L’area dequalificata sotto il profilo urbano, appare tuttavia per la particolare collocazione , crocevia di arterie stradali , via Aurelia Tarquinia,SS Castrense, favorevole ad accogliere un parco urbano, tradeunion tra il nucleo storico a nord e l’area di recente espansione a sud.
La struttura teatrale polivalente si immerge in vasche d’acqua e si protegge dietro alberature di alto fusto che fanno da cornice ad una serie di allestimenti nel verde, piccole piazze pavimentate, giochi d’acqua, che rappresentano l’ideale continuità visiva tra le emergenze naturalistiche presenti sul territorio ( il mare, il fiume, il parco Naturalistico Archeologico di Vulci),
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Vista sulla cavea
Il ripristino di tale continuità è meglio leggibile grazie all’ipotesi di interramento della SS Castrense che consente una migliore fruibilità degli spazi esterni.
I volumi esigui concessi dal PRG all’edificazione hanno comunque consentito la realizzazione delle funzione richieste dal bando, interconnesse tra di loro ai vari livelli e contemporaneamente distinte da un diversificato utilizzo. In particolare , dalla sala auditorio, la più rilevante delle richieste, deriva la forma degli spazi e della sua caratterizzazione. Infatti la forma rettangolare è studiata per consentire la massima capienza ( 420 posti a sedere) e definisce un’area distinta in due settori dai corselli d’ingresso, dalle diverse pendenze che portano al piano scenico collocato ad una quota superiore 0.80 determinando uno spazio servito dai camerini e spogliatoi alle spalle dello stesso. Un ampio vano di scarico che immette direttamente nelle quinte facilita la manovre tecniche preparatorie ad ogni rappresentazione.
Gli uffici amministrativi posta al primo livello della struttura sono stati concentrati in un corpo di fabbrica con accesso indipendente, ma al suo interno direttamente collegato al retropalco della sala auditorium. Quest’ultima sviluppata su due livelli, presenta un balcone per una capienza di 150 posti posto a quota 4,50 accessibile da due scale che si snodano l’una dal foyer, l’altra dal bar-ristoro. Esse confluiscono in una sosta comune che diventa un affaccio sullo specchio d’acqua che circonda all’esterno il foyer.
Il foyer si apre sulla via Aurelia Tarquinia riprendendo della stessa la particolare inclinazione, con un’ampia superficie vetrata filtro trasparente tra il costruito ed il verde. Il taglio a trenta gradi connota l’ingresso come una sorta di propileo della città essendo lo stesso visibile da tutte le direzioni.
Dall’interno della sala si accede al bar-ristoro, un ampio spazio attrezzato con tavolini per il servizio catering, che qualora necessario da estendersi anche all’esterno nella piazza prospiciente il bar. Il bar infatti è una struttura autonoma fruibile anche all’esterno quando non ci sono attività interne alla sala auditorium. Sul lato opposto al bar si apre una sala d’attesa ai servizi igienici che si affaccia sulla cavea esterna
La cavea destinata a rappresentazioni all’aperto ricopre un dislivello di 4,50 mt ed è chiusa su due lati da due camminamenti coperti che si aprono sul piccolo bar posto a nord, sulle vasche d’acqua, su vialetti e piazze pavimentate. Dalla cavea si accede attraverso un grande arco ribassato ad una piccola sala congressi situata al piano interrato per una capienza di 150 posti. Allo stesso piano è collocato un ampio parcheggio per 250 posti auto accessibile da una rampa posta su via dello Zodiaco strada a doppio senso di marcia ,di collegamento tra la SS Castrense e la via Aurelia Tarquinia. Il parcheggio interrato è stato collocato in corrispondenza delle aree libere al fine di avere una struttura autonoma che non entri in conflitto con quella del teatro.
Per quanto riguarda la struttura fuori terra ,la necessità di coprire grandi superfici, ha reso predominante l’uso del calcestruzzo e di conseguenza l’uso degli altri materiali impiegati. Tutto ciò che non rappresenta la struttura , resa plastica dalla forma della costruzione ed accentuata dalle graffiature esterne eseguite nei getti,è utilizzato quale necessario complemento della finitura dell’edificio, che si presenta intonacato bianco fatta eccezione per la torre del teatro , concepita rivestita in mattoni. È proprio il mattone segno del passato che emerge sul piano cromatico nelle pavimentazioni disposte secondo un reticolo ordinatore scandito da mattoni pieni posati di costa a varie combinazioni e da fasce di pietra bianca di Trani.
Il progetto affida inoltre al sistema strutturale degli architravi del porticato il disegno degli spazi esterni. Gli architravi sono intonacati con lo stesso disegno presente sulle facciate degli edifici . Il vetro alternato a regoli di acciaio lo si ritrova nelle facciate del foyer e del bar ristoro disegnato in continuità delle fasce intonacate in modo tale da conferire unitarietà all’invaso. Al suo interno, la sala auditorium è interamente rivestita di pannelli di legno che rendono la sala ovattata sul piano acustico, oltre a conferire alla stessa un aspetto sobrio ed elegante. I pannelli leggermente inclinati sia sul soffitto che sulle pareti laterali ai corridoi garantiscono una perfetta qualità di ascolto da ogni postazione, oltre che una diffusione sonora amplificata.
Sono stati utilizzati prevalentemente materiali di antico uso quali la pietra bianca per le riquadrature a pavimento, il mattone con trame differenziate nei parterre, il legno come rivestimento interno, per consegnare al nuovo centro cittadino il colore proprio della natura del luogo .Dialogano con questi, materiali più moderni quali l’acciaio ed il vetro.
L’intento è di restituire all’intorno uno spazio di vita e di aggregazione sociale.

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