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domenica 29 marzo 2020

Il cognome e le sue fortune....

Qualcuno tempo fa, qualcuno dei più onesti, mi scrisse se tenevo in serbo la noti- zia sciock che il nostro cognome provenisse da una famiglia nobile o che si era guadagnata la stima dei potenti. Gli risposi onestamente di NO.
Non tutti i cognomi provengono da capostipiti che hanno guadagnato le conside- razioni a cui molti aspirano e non sono neppure incline a suggerire scappatoie presso quelli che vendono titoli araldici.
Se restiamo a quello che raccontano la Bibbia e gli altri documenti che parlano della nostra avventura terrena, discendiamo da noi stessi, da quello che eravamo e che sono stati capaci di essere i nostri antenati quando accumulavano privilegi o torti nella loro sistenza antecedente la nostra venuta al mondo.
I nomi, i cognomi e i soprannomi sono nati per esigenze di individuazione  deter minati dagli atteggiamenti di ognuno di noi o derivanti dalle famiglie di apparte- nenza, o addirittura  dai comportamenti che assumevano all'interno delle comuni tà di allora con il linguaggio che sia andava sviluppando, per cui ognuno di noi ha la sua teoria o le sue panzane da raccontare o le storie che fin qui si sono suc- cedute che hanno preteso che ognuno si rendesse identificabile per vantare diritti e sottostare a doveri nell'ambito delle convivenze territoriali di insediamento.

Se è vero che siamo il risultato di una ingegneria genetica attuata su ominidi esi-
stenti sulla terra attuata da altriesseri provenienti da altri pianeti dell'Universo, é facile comprendere, se lo vogliamo, che la nostra esistenza e i nostri valori vengono da altre parti anche se umanamente compatili con il supporto sul quale hanno operato per toglirci da una condizione di vita e farcene assumere una con maggiori responsabilità, ma da quia a pensare di essere quello che non si è solamente per un attributo cognominico di individuazione non deve fare di noi dei prescelti, ma solamente degli esseri più adatti ad amministrare quello che è intorno a noi lasciati nella loro condizione subalterna, quando non ci sopravanzano con la loro forza.

Esistono altri modi di procacciarsi delle considerazioni da parte dei nostri simili procurando col nostro impegno condizioni migliori di vita e la disponibilità per tutti, senza strafare, di vivere nel rispetto che abbiamo messo alla base del nostro tipo di convivenza.
Inoltre non macano occasioni, vista la nostra fragilità esistenziale, per guadagnarsi delle benemerenze, dei segni distintivi, che ci danno onore e gratitudine per continuare a vivere o a sopravvivere nei momenti di sconforto.

Direi di non aspettare più nessuno, ma di essere gli artefici della nostra fortuna.
Nella natura umana è stata inculcata la considerazioni di valori che chiedono rispetto e danno rispetto per cui non dobbiamo aver paura di è fuori dal nostro universo per il fatto che hanno collocato in noi gli stessi valori che loro hanno,
che sono i parametri della loro esistenza. Noi siamo figli/fratelli dei nostri progenitori di quelli che hanno cambiato la nostra esistenza da vegetativa ad intellettiva e fantastica.

Gioacchino Ruocco

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