La rivoluzione di maggio
La rivoluzione di maggio
ebbe inizio per te
nel giorno che uscisti di casa
quando, come se fossi stato un
padrone,
mi dicesti: - Se sbagli non ti
perdono
e altre parole come un addio.
Ti piegasti all’amore
come a un’idea che da calore
al cuore e alle membra.
L’idea della mala sorte
mi balenò
quando aprivi e chiudevi le
porte
a separarci per la tua pudicizia.
Boia chi molla
che dentro al letto c’era
qualcosa come la colla
per non farmi spostare,
attraversarlo
per venire da te.
Soltanto più tardi
quando mi stavo annoiando
il tempo diede una scossa
alla tua insipienza
stringendoti a me
con l’essenza che dona piacere
Successe qualcosa
di cui gli annali di storia
non hanno memoria
o ne hanno fin troppe
fra un uomo e una donna:
tremavi, avevi quasi la febbre
sentivo che stavi soffrendo.
Ti strinsi, ti presi…
Il tuo ventre bolliva
di un fuoco ardente
e mi chinai a baciarlo
per calmarlo,
per prenderlo ancora
fino a colmarlo
di altri brividi
per dargli altro fuoco,
altra gioia, altro amore.
Il tempo, come di concerto
diluviò quasi tutta la notte
e ti stringesti a me sempre più
forte.
Quando riapristi la porta
che teneva lontano dal letto
il resto della casa,
mi guardasti con dispetto
ed io con un sorriso
che coprì di piacere
il mio viso e il tuo
che mi chiedeva
ancora di farlo
forse fino a stancarmi di te.
Ostia Lido 09.05.019
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