IL RUOLO DELL’ARTE E DELLA CULTURA NELLA
SOCIETÀ CONTEMPORANEA
Buongiorno a tutti e benvenuti a
quest’incontro con l’arte, la cultura e la solidarietà. Sono felice, ma anche
emozionata nel partecipare a questo Evento sul tema “Parole, luci e colori dal
mondo”, nell’ambito delle attività
promosse dal 37° Premio Internazionale “Fontane di Roma”, ideato con competenza
e passione dal Dott. Benito Corradini, presidente dell’Accademia Internazionale
LA SPONDA.
È un evento che vuole celebrare il
legame speciale e forte tra la città di Roma e l’Arte, la Cultura, la
Solidarietà e vuole mettere in evidenza alcuni significativi percorsi artistici. Vuole anche essere un'occasione per
riflettere sul ruolo educativo della creatività, in particolare per i giovani,
poiché qualsiasi servizio educativo deve partire
dai contenuti per farsi strumento di cittadinanza, di inclusione sociale e di espressione delle diversità culturali.
Sono esposte le opere degli gli artisti Azzam Albazzaz, Annichiarico, Attisani, Baldieri, Ercole Bolognesi, Bonanni,
Cernigliaro, Chiuchiarelli, Crabuzza, Esposito, Farina, Gabrieli, Gale,
Giaquinto, Gonnella, Gubiotti, Guia Muccioli, Hamlet, Viola Iapino, Kattinis,
Manera, Minardo, Monoscalco, Luigi Modesti, Notari, Orofino, Reale, Riccarda,
Seby Ruocco, Scuccimarra, Trojano, Trotti, Saverio Ungheri, Val.
Sono artisti molto diversi tra loro per età,
per stile, per tecnica, ma quello che più conta per risultati espressivi sempre personali. Tutti
gli artisti hanno preso ispirazione
dalla realtà che ci circonda, ma tutti hanno cercato di esprimere le emozioni
che essi hanno provato a contatto con essa. La cultura è come una pietra
lanciato nello stagno, parte sempre da un punto ma poi si diffonde a largo
raggio nella consapevolezza che è l’unica attività umana capace di contrastare
tutte le istanze corrosive che promanano dalla nostra società.
Sono
presenti il poeta Gioacchino Ruocco, autore del libro “Avverbi, diverbi e
sentimenti”, Edizioni Book Sprint e lo scrittore Livio Toschi, autore del libro
di saggistica “Storia della lotta attraverso l’arte e la letteratura da Roma
imperiale al Novecento”, Edizioni Efesto .
Ruocco
Gioacchino (POESIA) nel suo libro “Avverbi, diverbi e
sentimenti” recupera, attraverso il gioco fuggevole e
consolatorio della memoria, che evidenzia o nasconde i ricordi in pieghe
d’ombra, tutte le geografie del suo passato come le atmosfere di Castellammare
di Stabia suo paese natale, il mare con le sue calme e le sue tempeste,
dove nulla di fisso vi dimora e su cui,
dopo il diploma all’Istituto Statale Nautico di Piano di Sorrento, ha navigato
come capitano di macchina, il Piemonte in cui le difficoltà di un nuovo lavoro
come ispettore degli apparecchi a
pressione sulla terraferma si mescolano alla gioia di vivere nelle atmosfere
delle Langhe, sulle tracce dei luoghi cari a Cesare Pavese, il suo scrittore
preferito e, infine, il mare di Roma che incrementa la sua attitudine alla
poesia con versi pervasi da rime e assonanze, ma anche da un’intima musicalità, da una sottile ed irridente
ironia e dall’amore in tutte le sue più sottili sfumature.
L’Architetto
Livio Toschi (SAGGISTICA), nato a Roma dove risiede e lavora nel suo ultimo libro “Storia della lotta attraverso l’Arte
e la Letteratura da Roma imperiale al Novecento” affronta le tecniche di lotta
. Una suggestiva sequenza di note esplicative, i
numerosi brani letterari e biblici, le fotografie, le incisioni, le
iconografie, le schede tematiche, le antiche anfore con le figure nere dei
competitori che lottano, le numerose illustrazioni di pitture, sculture,
bassorilievi con le relative didascalie fanno da contrappunto alla storia
scritta con un linguaggio esemplare e la valorizzano facendo intuire il
prezioso background artistico e culturale dell’Autore.
La
cultura è un luogo d’incontro dell’artista con l’oggetto del suo amore e della
sua creatività, dello spirito con la materia, della realtà con la fantasia, del
fruitore con l’opera. Spesso gli artisti,
nel comunicarmi e chiarire gli intendimenti che li hanno guidati, mi hanno
raccontato che sono le stesse forme di un’opera d’arte a guidare la loro mano e
l’intera opera si viene rivelando un poco alla volta, quasi per tentativi.
Anche i poeti spesso mi confidano che i loro
versi si scrivono da soli, emergendo spontaneamente dal subconscio, loro si
limitano a chiarire, per quanto possibile, il significato profondo che essi
dissimulano, i significati che essi accumulano. Mi consola pensare che i
creativi nelle più diverse direzioni, dopo averle percepite non si sa da dove, forse
dall’inconscio collettivo, consegnino all’esterno delle verità, dei concetti o
anche semplicemente delle sensazioni per lasciare che essi si ripercuotano con
un’onda d’urto nel gran gioco delle reazioni successive. Come afferma il Dalai
Lama “Nulla esiste separatamente. Tutto, al contrario, è unito a tutto”.
In passato ogni periodo culturale ha
generato un’arte propria, correnti artistiche che non si sono più ripetute
nella totalità delle loro linee operative. Se noi guardiamo attentamente queste
opere che scandiscono con diverse potenzialità semantiche ed espressive gli
ambienti di questa Biblioteca ci possiamo rendere conto che c’è una compresenza
di quasi tutte le correnti artistiche che offrono un panorama quasi completo
dell’arte attraverso una serie di opere di stile classico, figurativo, astratto,
impressionista, espressionista, metafisico, simbolico, concettuale, futurista
fino al graffitismo metropolitano eccetera, spesso con apporti culturali
provenienti dall’archeologia, dalla tradizione e dalla storia. C’è una
compresenza di Avanguardia e di Tradizione che mi fa pensare alla teoria di
Jean Francois Lyotard, uno dei più celebri filosofi francesi contemporanei,
scomparso a Parigi nel 1998 che, nel suo rapporto sul sapere nelle società più
sviluppate, pubblicato in Italia con il titolo “La condizione postmoderna”
ipotizza che “ il sapere ha cambiato di statuto, cioè ha mutato i suoi principi
fondamentali, nel momento in cui le società entrano nell’età detta
postindustriale e le culture nell’età detta postmoderna”. Questa evoluzione la
fa iniziare tra la fine degli anni Cinquanta e gl’inizi degli anni Sessanta che
in Europa segnano la fine della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale.
Man mano la società è stata percorsa sempre più da una molteplicità di
linguaggi che derivano dalle progressive ed incalzanti trasformazioni ed
innovazioni tecnologiche e la trasmissione
del sapere, divenuto un tipo di prodotto, una merce di scambio da cui ricavare
guadagno e potere, per l’avanzare incessante e continua della tecnologia
robotica circola attraverso i nuovi canali dei mass-media: i libri, la televisione, i giornali, la
radio, il cinema, i computers, le banche dati, i terminali intelligenti, i
satelliti per telecomunicazioni, i telex, laser, i cavi a fibre ottiche, gli
I-Pod, gli I-Phone, gli SMART-Phone e perfino
gli smart toys che rientrano nella robotica per bambini, anche detta
robotica educativa ecc. Questi mass media spesso s’intrecciano, interagiscono, spesso
entrano in conflitto, poiché nulla è più misurabile con un’unica misura Come
dire che Avanguardia e Tradizione, nella molteplicità delle loro
manifestazioni, siano slittate su un unico asse atemporale e le
cristallizzazioni del passato e la ricerca di novità proiettata nel futuro siano
livellate nel presente senza attriti o contrasti, perché il passato è visto come rievocazione, il
futuro come previsione.
Qui nella Biblioteca Elsa Morante il mese di maggio è il mese dei libri e della lettura che sono
l’essenza ed il sangue della cultura che è l’unica attività umana che ci rende
liberi dall’ignoranza, dai pregiudizi, dalla disinformazione, dall’isolamento.
La cultura è veramente l’unica attività umana capace di contrastare tutte le
istanze corrosive che promanano dalla nostra società. Ci permette di conoscere
e di penetrare l’ambiente che ci circonda non solo come realtà ed esperienza,
ma anche come sogno, fantasia e spiritualità. Nell’epoca della globalizzazione
occorre che ognuno di noi, sempre di più,
sappia difendere la propria identità culturale, le proprie radici, la
propria anima. Ogni opera d’arte è figlia del suo
tempo, spesso è madre dei sentimenti umani.
Migrano
come voli di uccelli i miei pensieri
senza
tempo e senza barriere.
Impalpabili
ombre, segnali ed echi di voci
mi
parlano di mistero e di eternità.
Inestricabili
radici affiorano
in
un’evoluzione continua nell’aria
e
nell’anima mia
dove
freme la vita con le sue dissonanze
con
i suoi percorsi contraddittori:
sentimenti
ed assenze
incontri
ed addii
pensieri
e desideri
ragione
e follia
progetti
e casualità
insieme
procedono
stimolando
la forza del cuore
alla
ricerca della felicità.
D.sa Anna Iozzino
(Storico e critico d’arte)