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mercoledì 2 agosto 2017

Chi gioca da solo va contro i nostri principi, non credo che succederà


Ruocco: “Chi gioca da solo va contro i nostri principi, non credo che succederà”

E su Roma: le responsabilità saranno di Virginia
ANSA
Dopo aver lavorato per Reconta Ernst&Young e come controller in una società farmaceutica diventa funzionario alle Entrate. Eletta deputato nel 2013 è stata vice presidente della commissione Finanze e membro della commissione vigilanza sull’anagrafe tributaria

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Pubblicato il 26/09/2016
INVIATO A PALERMO
Carla Ruocco ascolta dal backstage le urla di sostegno a Virginia Raggi mentre attraversa gli stand della festa. Quando si incrociano il saluto è un ciao con la mano e un sorriso. A distanza, però. Ruocco è considerata una delle più aspre avversarie di Raggi e all’interno del direttorio incarna, con Roberto Fico e Carlo Sibilia, l’ala più ortodossa e movimentista, critica verso la costruzione leaderistica e mediatica di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, accusato di non aver condiviso l’indagine sull’assessora di Roma Paola Muraro.  

Roberta Lombardi ha detto che voi due, assieme a Paola Taverna e a Roberto Fico, rappresentate il M5S delle origini, che badava alla sostanza dei temi. Altri invece, sottinteso Di Maio e Di battista, si concentrano sulla comunicazione. È così?  
«Per me il Movimento è uno soltanto. Sicuramente il discorso sulla comunicazione sbilancia un po’ tutto, e rischia di travolgere i principi di trasparenza e di lealtà, che devono essere il nostro faro». 

Chi sono per lei Di Battista e Di Maio? Due leader mediatici?  
«Sono nostri compagni di viaggio. Non credo giocheranno una partita personale. Sarebbe contro i principi del M5S e non porterebbe da nessuna parte. E poi Beppe l’ha detto: in tv bisogna andare a raccontare le iniziative, informare sui temi. Punto». 

Intanto hanno chiuso loro due dal palco assieme a Casaleggio jr e Grillo. E sempre loro sono andati in coppia su Raitre da Lucia Annunziata.  
«Io ero sul palco a parlare dei miei temi: economia, finanza ed euro, secondo la visione del governo a 5 Stelle. Ho parlato di contenuti. Ognuno di noi ha avuto i suoi spazi. Poi, Beppe ha voluto mantenere un equilibrio rispetto a quello che siamo stati ultimamente, per evitare sconvolgimenti. Ma ha anche ribadito che è lui il capo politico, cosa che io ho sempre pensato. Non ho mai creduto al passo di lato, a differenza di altri». 

È ancora Di Maio il vostro probabile candidato premier?  
«Come ho detto preferisco parlare di programmi e contenuti, non di persone». 

Dichiarandosi capo politico, Grillo ha recitato il de profundis del direttorio?  
«Per me quello che ha detto Beppe è stato chiaro da sempre. Il ruolo del direttorio è stato talvolta malinterpretato o equivocato da qualcuno. Per me significa focalizzare temi come l’economia, il rilancio della piccola e media impresa. Questa missione la voglio portare avanti. Infatti ripartiamo con il Pmi tour, coinvolgendo ancor di più i territori». 

E cosa ne sarà nel direttorio?  
«È nelle cose che ci sia uno sviluppo del M5S. Tutto cresce ed evolve, ognuno continuerà a occuparsi di quello di cui si è sempre interessato». 

L’assessore al Bilancio di Roma è diventato un incubo per voi: proprio lei aveva attaccato Salvatore Tutino ai tempi della nomina alla Corte dei Corte firmata da Enrico Letta.  
«Abbiamo presentato un’interrogazione. È dovere di tutti leggerle, tanto più penso che nel coordinamento generale del M5S sia opportuno prestare attenzione al nostro lavoro in Parlamento. Altrimenti che cosa facciamo a fare gli atti parlamentari?» 

Lei è stata accusata di attaccare la Raggi perché sostenitrice dell’ex assessore al Bilancio, dimissionario, Marcello Minenna.  
«Io discuto per competenza. L’economia è il mio settore, e penso che la mia storia professionale parli per me. Sugli assessori come su altro, noi avevamo proposto tutti assieme un’idea del governo della città, condivisa. Ma il sindaco è Raggi, decida lei e poi, qualunque cosa succeda, si assuma le sue responsabilità».  

Raffaele Marra e Salvatore Romeo, due fedelissimi di Raggi, nominati nonostante i veti di Grillo, sono rimasti dov’erano.  
«Anche su questo le mie valutazioni sono state trasparenti, ma decida la sindaca». 

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