Situato nel Salento, nella parte settentrionale della
provincia di Lecce, dista 11 km dal capoluogo e
22 km dal mare Ionio. Il comune
è inserito nel parco del Negroamaro e
comprende anche parte della frazione di Villa Convento. Territorio[modifica | modifica
wikitesto]
Il territorio del comune di Novoli, che si estende su
una superficie di 17,8 km², è compreso tra i piccoli rilievi di Monte
d'Oro a nord e la Valle della Cupa, una vasta depressione
carsica che si estende intorno al capoluogo salentino e caratterizzata da
terreni fertili e abbondanza di acqua facilmente reperibile grazie alla falda
poco profonda. L'agro novolese è quasi complessivamente coltivato a vigneti con
i quali si producono eccellenti vini, primo fra tutti il Negroamaro.
Il territorio comunale confina a nord con i comuni
di Campi Salentina e Trepuzzi, a est con il comune di Lecce,
a sud con i comuni di Arnesano e Carmiano, a est con il comune di Veglie.
Storia
Secondo il filologo Rohlfs l'etimologia
del nome deriverebbe dal latino Novulum-Novale (campo
da arare). Pare che questo nome venisse usato da paesani e forestieri visto che
il nome esatto del feudo era Santa Maria de Novis.
Non sono ancora chiare neanche le origini. Il villaggio sarebbe sorto intorno a tre antichissime chiese (S. Salvatore, S. Giovanni e S. Maria Madre di Dio) grazie agli abitanti del casale di Porziano che si trasferirono da una zona paludosa poco distante, e diedero al paese il nome di Santa Maria Nove. Le testimonianze più antiche della presenza dell'uomo sono quelle rinvenute nelle grotte di Cardamone (ossa fossili risalenti al Pleistocene superiore e selci scheggiate neolitiche) e in contrada Pietragrossa (menhir dell'età del bronzo). Al periodo magno-greco risalgono due tombe del VI secolo a.C. con relativo corredo. Tracce dell'epoca bizantina sono i resti dell'affresco presente nella chiesa dell'Immacolata che rappresenta la Madonna in trono con il Bambino con accanto la scritta in greco "Madre di Dio" databile al XV secolo.
Dal 1520 in comproprietà e poi dal 1532 in proprietà esclusiva[5] il feudo passò sotto la casata dei Mattei e conobbe un periodo di splendore. La famiglia fece edificare il palazzo baronale e numerose chiese, fra le quali la Chiesa di Sant'Andrea Apostolo, la Chiesa di Sant'Antonio abate e la Chiesa di San Salvatore con una caratteristica forma ottagonale. Successivamente, dopo i Mattei, il feudo passò sotto il controllo dei Carignani fino al 1806 con l'abolizione della feudalità[6].
Non sono ancora chiare neanche le origini. Il villaggio sarebbe sorto intorno a tre antichissime chiese (S. Salvatore, S. Giovanni e S. Maria Madre di Dio) grazie agli abitanti del casale di Porziano che si trasferirono da una zona paludosa poco distante, e diedero al paese il nome di Santa Maria Nove. Le testimonianze più antiche della presenza dell'uomo sono quelle rinvenute nelle grotte di Cardamone (ossa fossili risalenti al Pleistocene superiore e selci scheggiate neolitiche) e in contrada Pietragrossa (menhir dell'età del bronzo). Al periodo magno-greco risalgono due tombe del VI secolo a.C. con relativo corredo. Tracce dell'epoca bizantina sono i resti dell'affresco presente nella chiesa dell'Immacolata che rappresenta la Madonna in trono con il Bambino con accanto la scritta in greco "Madre di Dio" databile al XV secolo.
Dal 1520 in comproprietà e poi dal 1532 in proprietà esclusiva[5] il feudo passò sotto la casata dei Mattei e conobbe un periodo di splendore. La famiglia fece edificare il palazzo baronale e numerose chiese, fra le quali la Chiesa di Sant'Andrea Apostolo, la Chiesa di Sant'Antonio abate e la Chiesa di San Salvatore con una caratteristica forma ottagonale. Successivamente, dopo i Mattei, il feudo passò sotto il controllo dei Carignani fino al 1806 con l'abolizione della feudalità[6].
Chiesa di Sant'Antonio
Abate
La chiesa di Sant'Antonio Abate, interamente
realizzata in conci di calcarenite (tufo), risale alla prima metà
del XVII secolo. L'edificio subì numerosi
interventi di ampliamento e restauro; gli ultimi risalgono al 1885 e
ne hanno determinato l'attuale fisionomia.
La facciata della chiesa, preceduta da una scalinata con annesso piazzale, presenta uno stile neoclassico scandito da quattro paraste con capitelli dorici sovrastate da un timpano triangolare nel mezzo del quale è presente un orologio. Sul lato sinistro, in posizione arretrata rispetto alla facciata, vi è un alto campanile che riprende le linee architettoniche del prospetto. L'interno, al quale si accede da un portale riparato da un piccolo tamburo in legno al di sopra del quale è posto l'organo e la cantoria, è costituito da una navata centrale e da due navate laterali con tre altari per parte. Gli altari, tutti in marmo, sono dedicati a San Luigi, alla Madonna di Pompei, al SS. Crocifisso (sul lato destro), ai Santi Medici, a Santa Lucia e alla Madonna Addolorata (sul lato sinistro). Le due navate si prolungano in due cappelle dedicate a Sant'Antonio Abate e al SS. Sacramento. La navata centrale è illuminata da sei finestroni con vetri policromi martellati, sostenuti da telai in ferro. Sul transetto risponde una cupola circolare con otto finestroni nel tiburio e otto finestrini nella lanterna, che danno luce all'edificio si procura un foio.
La facciata della chiesa, preceduta da una scalinata con annesso piazzale, presenta uno stile neoclassico scandito da quattro paraste con capitelli dorici sovrastate da un timpano triangolare nel mezzo del quale è presente un orologio. Sul lato sinistro, in posizione arretrata rispetto alla facciata, vi è un alto campanile che riprende le linee architettoniche del prospetto. L'interno, al quale si accede da un portale riparato da un piccolo tamburo in legno al di sopra del quale è posto l'organo e la cantoria, è costituito da una navata centrale e da due navate laterali con tre altari per parte. Gli altari, tutti in marmo, sono dedicati a San Luigi, alla Madonna di Pompei, al SS. Crocifisso (sul lato destro), ai Santi Medici, a Santa Lucia e alla Madonna Addolorata (sul lato sinistro). Le due navate si prolungano in due cappelle dedicate a Sant'Antonio Abate e al SS. Sacramento. La navata centrale è illuminata da sei finestroni con vetri policromi martellati, sostenuti da telai in ferro. Sul transetto risponde una cupola circolare con otto finestroni nel tiburio e otto finestrini nella lanterna, che danno luce all'edificio si procura un foio.
Palazzo Baronal
Edificato agli inizi del XVI secolo dai baroni Mattei, l'edificio
divenne sede di una ricca biblioteca ad opera di Alessandro Mattei II, noto
come "grande umanista e mecenate", il quale ospitò nel Palazzo
Baronale il filosofo e medico di Leverano Girolamo Marciano, che si servì della
Biblioteca del Conte ("ricchissima di tanti libri che non ha pari nella
provincia") per completare la sua "Descrizione di Terra
d'Otranto". Verso la metà del Seicento il palazzo fu ampliato e
modificato, mentre le ultime trasformazioni furono volute dall'ultimo dei
discendenti del Casato Mattei (il pronipote Alessandro III) che fece costruire
nel 1700 una
passeggiata scoperta nel cortile e la fontana opera di Giuseppe Cino (tuttora visibile
all'interno del palazzo, al piano superiore). All'interno del castello, infine,
sono rimasti agli angoli di una sala, alcuni stemmi di famiglie che vi hanno
soggiornato: Della Torre, Pepoli, Malvezzi. Il quarto è andato perduto.
Teatro comunale
Nella prima metà dell'Ottocento Novoli coltivò grande
interesse e passione per il teatro; fu edificato così
il Teatro Comunale
(Novoli) che nacque come teatro popolare. L'edificio fu
costruito a ridosso del palazzo baronale e fu inaugurato nel 1891 dalla
compagnia Almirante. Finiti i lavori il teatro di Novoli rappresentava il primo
ed unico esempio nel Salento di edificio
ad emiciclo con ordini di due palchi in legno, un palcoscenico con 4 camerini
per gli attori; inoltre aveva pareti e soffitto riccamente decorati da artisti
del tempo.
Lingue e dialetti
Il dialetto parlato a Novoli è il dialetto salentino nella
sua variante centrale che corrisponde al dialetto leccese. Il dialetto salentino si
presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli
stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli.
Religione
Novoli appartiene all'Arcidiocesi di Lecce.
Fa parte della vicaria di Monteroni di Lecce ed
è sede dell'omonima unità pastorale formata
dalle quattro parrocchie del
paese (Sant'Andrea Apostolo, Sant'Antonio Abate, Maria Santissima del Pane,
Maria Santissima del Buon Consiglio) e dalla parrocchia di Villa Convento (Santa Maria delle
Grazie).
Sant'Antonio abate e la
Notte della Fòcara
la focara appena
accesa
I festeggiamenti risalgono intorno all'anno mille, in
epoca bizantina. Il culto per i Santi orientali fu probabilmente importato dai
monaci orientali in fuga dalla lotta iconoclastica. Questo è testimoniato anche
dall'affresco posto nella Chiesa dell'Immacolata, la più antica, che raffigura
la Madonna di Costantinopoli. Sant'Antonio abate divenne
protettore della città nel 1644 su volontà del popolo che nel frattempo
edificò, con le proprie offerte, una nuova chiesa in onore del santo.
I festeggiamenti in onore di Sant'Antonio abate iniziano
il 6 gennaio con una solenne cerimonia e terminano il 18 gennaio con la
cosiddetta "Festa dei Paesani". Simbolo della festa e di Novoli è
la Fòcara, un enorme falò di tralci di vite che può
raggiungere i 25 metri di altezza, unica nel suo genere in Italia e forse una
delle più grandi in Europa.
la focara il giorno
dopo
La fòcara viene accesa
con un magnifico spettacolo di fuochi d'artificio la sera del 16 gennaio dopo
la processione per le vie del paese. L'evento con il passare degli anni ha
attratto l'intero Salento e non solo.
L'edizione 2008 è stata trasmessa in diretta da 5 televisioni regionali tra le
quali Telenorba e da Puglia Channel, inoltre si stima che gli
spettatori presenti a Novoli erano circa 80.000.Intorno alla focara sono nate
decine e decine di iniziative che riguardano l'arte, la cultura,
l'enogastronomia, presentazioni di libri e proiezioni video, rassegne di fuochi
pirotecnici, artistiche esposizioni di luminarie; tanto da fare della "
Notte del Fuoco" l'evento clou dell'inverno salentino. Inoltre durante i
tre giorni di festeggiamenti si tengono numerosi convegni, iniziative e soprattutto
concerti che richiamano l'intero Salento a Novoli grazie anche ai treni
speciali che raggiungono il paese dall'intero sud d'Italia, immancabili le
centinaia di bancarelle e gli artisti di strada che si esibiscono nelle piazze
attraendo tanta gente. L'evento è stato seguito anche dalla National Geographic che
ne ha fatto un documentario. La "fòcara" rimanda al fuoco, al quale
Sant'Antonio abate è inscindibilmente legato, secondo riti e tradizioni
antichissime. Il 17 gennaio è "il giorno dei numeri unici novolesi",
i giornali umoristici locali, "Le Fasciddre te la Fòcara" e
"Sant'Antonio e L'Artieri ", i quali sono giunti rispettivamente alla
41ª e alla 40ª edizione e costituiscono le fonti di importanti informazioni sul
culto, sulle tradizioni, sul folklore e sulla devozione verso il "santo
del fuoco". Il 18 gennaio invece è la cosiddetta festa te li paesani,
giorno in cui i novolesi, liberi dalla massa di visitatori e pellegrini, si
godono gli ultimi momenti della festa. In tale occasione ricorre anche la
celebre "sagra te lu puercu" che risale ai tempi in cui un maiale,
scelto tra quelli allevati dai popolani e chiamato familiarmente "Lu Ntùnieggiu",
veniva lasciato libero di scorrazzare per le vie del paese e addirittura ben
accolto nelle case.
L'origine della "fòcara" è da far risalire intorno al
secolo XV, quando ci fu una presenza veneziana a Novoli che esercitava il
commercio sulla produzione locale di vino, olio e bambagia e gestiva di un
centro di allevamento di cavalli. Di anno in anno i costruttori della
"fòcara" si impegnano a variarne la forma, dotandola a volte di un
varco centrale, "la galleria", che poi è attraversata dal Santo in
processione. Nella "fòcara" novolese convergono antichissimi
comportamenti rituali popolari e sicuramente è un rimando di arcaici riti
propiziatori pagani. Era consuetudine prendere i tizzoni della focara, che
alimentavano le "bracera" (braciere), e ancora oggi si raccolgono le
ceneri che vengono sparse per i campi. Di grande importanza sono anche la
processione e la benedizione degli animali, di cui il Santo è protettore.
Summer Fest-Estate
Novolese
Si tratta della rassegna che chiude l'estate novolese.
Si svolge tra l'ultima settimana d'agosto e la prima di settembre e dura circa
quindici giorni. L'evento propone vari appuntamenti che vanno dai tornei
sportivi (pallavolo, calcio, tennis, basket, burraco, danza, tiro con arco,
karate) ai momenti di spettacolo (cabaret, danza, musica classica e
contemporanea) e ai concerti live sia di band emergenti e sia di rinomati
gruppi musicali.
Stracittadina Novolese
Gara podistica nazionale che si svolge solitamente gli
ultimi giorni di ottobre. Un appuntamento tradizionale che va avanti da
vent'anni, rinomato ed apprezzato dagli "addetti ai lavori" vista la
grossa partecipazione di atleti e gruppi sportivi provenienti da ogni parte
d'Italia. La manifestazione podistica è patrocinata da FIDAL e CONI,
dai comuni di Novoli e Carmiano, della
Regione Puglia e della Provincia di Lecce.
Festa patronale Maria
Ss. del Pane
È la festa patronale dell'estate, in programma la
terza domenica di luglio di ogni anno; anche i festeggiamenti in onore di Maria
Ss.del Pane sono patrocinati dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Lecce e dell'Unione
dei Comuni Nord Salento. Si tratta di una festa antica (nel 2007,
infatti, si è festeggiato il terzo centenario del miracolo della SS. Madonna
del Pane a Novoli) ed anche molto sentita dai novolesi, legati alla Vergine del
Pane che salvò, secondo la leggenda, la comunità da una grave epidemia nel
lontano 1707. Anche in quest'occasione si prepara un
cartellone pieno zeppo di eventi: dallo spettacolo (cabaret e musical) alla
musica live, senza dimenticare gli aspetti religiosi, quelli culturali, quelli
folkloristici tipici della tradizione popolare (allestimenti di artistiche
luminarie, raduni di concerti bandistici, degustazioni di prodotti tipici
locali).
Economia
L'economia del paese si basa principalmente sulla
produzione di vini pregiati e sul commercio del tessile. Presenti sono le
industrie che operano nel settore della trasformazione delle uve e della
lavorazione del legno.
]
Strade
I collegamenti stradali principali sono rappresentati
da:
·
Strada
statale 694 Tangenziale Ovest di Lecce uscita per Novoli;
Il centro è anche raggiungibile dalle strade
provinciali interne:
SP 4 Campi Salentina-Novoli-Villa Convento-Lecce,
SP 4a Novoli-Salice Salentino,
SP 13 Novoli-Carmiano,
Ferrovie
La cittadina è servita da una stazione ferroviaria posta
sulla linea Martina
Franca-Lecce delle Ferrovie del Sud Est.
È inoltre capolinea della linea Novoli-Gagliano
del Capo.
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