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ROMA
2005
Passeggio per Roma notturna. Lui coi suoi capelli bianchi; lui mi
abbraccia e sogna tutto quello che farebbe se avesse 70 milioni. I miei
tacchetti s’ incastrano nei sanpietrini. Resto sospesa assaporando il
piacere dell’incapacità, della necessità di essere aiutata perché un piedino di
donna è meravigliosamente attraente per la mano di un uomo. Ecco, si abbassa, si
china a liberarmi. Io, con le mie scarpette guardate e riguardate per un mese
nella vetrina. - Non posso permettermi di spendere 150 euro.- Non posso. Ma
quante cose non posso, io? Le voglio, quelle scarpette le voglio, quel
piedistallo d’avorio per la mia femminilità rifiutata. La mia inutile bellezza
trionferà contro ogni orribile realtà. Volerò sulle scarpette di velo come fossi
il delicato fiocchetto a farfalla che congiunge il laccetto di pitone. Sono
una donna, io!.. – fu la sola cosa che dissi dopo il bacio improvviso , il bacio
del risveglio, che in un lungo sospiro d’abbandono sciolse le lacrime. - Io,
col mio vestitino nero profilato di bianco, 30 euro soltanto – l’anno scorso in
un negozietto di Roma. Roma, Pescara, Salerno, Finlandia e ovunque sia scappata
o scappi dalla sofferenza di non essere più amata. Io, donna ammirata , bella,
intelligente, spigliata, simpatica. Devo dimenticarlo. Le sue braccia m’
hanno scaraventata lontano, come un gatto spelacchiato, come la bambola bionda
che rifiutai quando m’imprigionarono nel castello buio dell’infanzia. Io, con la
giacchetta appena comprata in un negozietto di Roma. Roma, Pescara Finlandia
Salerno Genova; in fuga, sempre, dalla donna che lui non ama più, che lo
imprigiona nel rimorso di volerla annullare, e per sempre, dalla sua
vita. Una giacchetta beige, come le mie scarpette, foderata, elegante, solo
50 euro. Lui ha i capelli bianchi ed io gli voglio bene perché mi tratta come
la sua principessa. Perché ha le mie radici: è Ruocco. Si china a liberare il
tacchetto dai sanpietrini, mi abbraccia, mi consola con calde parole, con quel
suo accento del sud, l’accento delle certezze, di mio padre, della mia bella
adolescenza di fata. Come sarebbero i miei capelli se non li tingessi? Ho un
meraviglioso parrucchiere – Gabriele, l’arcangelo Gabriele - che per 70 euro mi
restituisce la mia faccia, mi riaccende gli occhi. Che cifra enorme per le mie
tasche! Non pago le multe, salto bollette e tasse. Potrei morire domani e voglio
morire femmina, la più bella femmina morta! Vivi, mi dico, vivi! - Fai quel che
vuoi, mi dicono, e guarirai dall’abbandono. Pensa a te stessa.- Lui continua
a sognare: 3 milioni a te, un bel po’ ai miei figli, un paio all’amico andato in
rovina e altrettanti alla moglie di lui che si consoli e non lo tratti troppo
male.- A te ti porto in un atelier e tu compri vestiti, cappelli, scarpe,
borse….mi sfili davanti e io guardo. – Rido, - E’ il sogno di ogni donna-
dico. - E di ogni uomo - dice lui. Io che ho strisciato malvestita,
spettinata, disfatta dalla sofferenza di non essere più amata, di non essere
trattata da donna. Sarei così stupida da ricominciare. Invece no! Lui ha lo
spirito del gran signore e io sono la sua principessa. Certo che voglio
vivere! Il tempo si è accorciato e non ho soldi. Ho comprato anche una borsa, 18
euro soltanto – cominciavo ad accusare sensi di colpa. Accanto a lui sono la
fanciulla di quarant’anni fa; le trecce nere, gli occhi splendenti, il corpo
infantile che adesso esplode ai fianchi, al seno, alle cosce, un corpo da letto,
che il mio amore ha rifiutato. Non posso farmi ingannare ed ingannare ancora.
Lui è solo il mio principe lontano e il castello dei sogni compare e
scompare come in uno specchio girevole. Sono sola, a parte una madre
sofferente, una figlia così in gamba da farmi sentire una nullità – anche se ci
ragiono e so che l’ho condotta io, passo passo, ad essere quel che è. Ho una
gatta che non può essere lasciata sola, la dichiarazione dei redditi che prima o
poi dovrò pur decidermi a fare. Ma ora sono sulle scarpette; traballo sui
sanpietrini, mi lascio abbracciare, corteggiare perché devo salvarmi e risognare
e
amarmi.
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