ANGHIARI (AR), Italia
RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO DI VILLA GENNAIOLI - Anghiari (AR)
La "scatola" scenica
© OLIMPIA NIGLIO . Pubblicata il 17 Giugno 2009.
L’eccezionale collocazione della villa Gennaiolì ,con i suoi annessi rustici e il suo giardino-parco,impone che tutti i ragionamenti intorno ad una qualsiasi idea progettuale parta dalle caratteristiche del luogo e dalla sua interpretazione sensibile. Anghiari e le propaggini collinari hanno una connotazione di straordinaria qualità paesaggistica, che pur fortemente antropizzata resta in possesso della certezza di un equilibrio perfetto fra natura ed architettura. Intervenire in un contesto di così forte identità riporta a quella concezione di dover costruire senza costruire”, o meglio lasciare dei segni in un luogo senza snaturarne le sue preziose componenti. Il progetto proposto cerca di svelare quella complessità che nel tempo ha ordinato misure, proporzioni, rapporti e reciprocità, diventando percorsi, masse, profili, tensioni e contrasti: prende forma quindi una dualità tra episodi, come ad esprimere i rapporti tra la struttura della natura e quella del costruito. La relazione ambientale tra il centro antico di Anghiari e la villa Gennaioli avviene attraverso una passeggiata pedonale che tocca tutti i punti destinati alla vita sociale della città, dalla via lungo le mura a piazza Baldaccio, sottopassando la Galleria Magi fino alla piazza IV Novembre e parte della via Gramsci, unificata e segnalata dalla stessa pavimentazione in pietra d’Alfero. La connessione fra la piazza IV Novembre, su cui prospetta la sede della Banca d’Anghiari e Stia, e la soprastante villa Gennaioli, si concretizza attraverso un percorso protetto, frutto di una dimensione interpretativa di un progetto che coinvolge nelle proprie espressioni formali, tutti gli innumerevoli sensi emergenti dalla lettura delle preesistenze architettoniche e ambientali, imponendo al rapporto con la dimensione del luogo un spessore privilegiato. Per accedere pedonalmente dalla via Gramsci alla via Nova e superare lo sbalzo altimetrico che le separa, si propone la conformazione artificiale di un vero e proprio contrafforte che cela al suo interno quattro piani di parcheggio e si stempera in un disegno di collegamenti, che attraverso muretti di sostegno, definiscono e contengono i vari dislivelli, che con il loro segmentato perimetro segnano naturalmente lo spazio del terrazzamento. Dal parcheggio si può uscire direttamente sulla via Nova e accedere alla villa attraverso il giardino,oppure percorrere un passaggio coperto, memoria delle volte della via del Destino, e raggiungere sempre al coperto il piano interrato della villa e quindi il nuovo auditorio. All’interno del giardino della villa, sull’area della demolita casa colonica, si innalza il volume di una scatola scenica, a spartire due aree ludiche, debitamente attrezzate per le rappresentazioni all’aperto; un volume questo, inteso nella sua forma pura e nella sua materialità (la stessa pietra d’Alfero) come una concrezione del luogo, come un frammento ad esso assonante, che non indulge nel scivoloso crinale della mimesi, pur rivelando la sua connotazione di “metafora” della casa colonica toscana. La scatola scenica denota la sua forte incisività volumetrica attraverso l’andamento della copertura a due falde a capanna,che ne diventa anche il tratto distintivo. Un’unica apertura nel fronte del nuovo volume verso il centro antico:uno sguardo puntato verso la monumentale abside di Sant’Agostino, un canocchiale visivo e relazionale fra i diversi sensi del luogo.
© OLIMPIA NIGLIO . Pubblicata il 17 Giugno 2009.
© OLIMPIA NIGLIO . Pubblicata il 17 Giugno 2009.
© OLIMPIA NIGLIO . Pubblicata il 17 Giugno 2009.
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