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Avverbi, Diverbi e sentimenti...

giovedì 22 maggio 2014

Lo so perché piangi...



Lo so perché piangi!
Come quando io mi sento solo
e credo nell’indifferenza degli altri
di non ritrovare più me stesso.
Ostinatamente
cerco di trattenerlo
ma niente mi permette di farlo,
ne la mia volontà
che non ha più forza.
Sto perdendo conoscenza delle mie virtù
e guardando
il tuo volto
non trovo il mio che mi rassomiglia.
Ho perso le carezze
di chi mi ha generato,
le parole severe di mio padre.
Ho perso l’eco della mia sostanza
nella lontananza delle cose,
degli avvenimenti
ed il mio cuor non ha più pace.
Mi vuoi affianco a te ?
Saremo poi capaci
di camminare assieme ?
E quanto tempo
per dirti una parola
che ti salva
dalla mia estraneità,
da tutto quello che non è più strada,
più tempo delle mie abitudini
della gioia del pane che mi sazia,
del groviglio di grida e di risate
perso sullo spazio tra le case
finite come fango
dentro al mare.
Lo so perché tu piangi.
Il mio dolore
che non è mai finito
ha ancora gli occhi uguali ai tuoi,
del giorno
che tornando non trovai
più niente della storia dei miei giorni
neppure scavando tra la sabbia,
nella memoria
che per quanto infinita
stenta a ricordare impaurita
quello che mi manca.


 Gioacchino Ruocco
Ostia lido   22/05/2014



I know him it why cry!
As when I feel only me 
 and I believe in the indifference of the others 
not to find again myself anymore.
Obstinately 
I try to hold back him
it but nothing allows me to do him/it, 
of it my wish
that it doesn't have strength anymore.

I am losing knowledge of my virtues 
and looking
your face 
I don't find mine that resembles me.
 I have lost the caresses
 of whom has produced me,
 the severe words of my father.
I have lost the echo of my substance
 in the distance of the things,
of the events
and my cuor doesn't have peace anymore.
Do you want me I place side by side to you?
Will we be able then
to walk together?
And how much time
to tell you a word
that you salute
from my extraneousness,
from everything that that is not road anymore,
more time than my habits
of the joy of the bread that satiates me,
of the tangle of cries and laughters
lost on the space among the houses
you end as mud 
in the sea.

I know him it why you cry.
My pain that you is never ended 
it still has the equal eyes to yours,
of the day that returning I didn't find
more nothing of the history of my days
not even digging among the sand,
in the memory
that however endless 
stenta to remember afraid

what it misses me.

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