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venerdì 6 dicembre 2013

Le porte di Gerard Ruocco. Simboli e arredi del nostro tempo e della nostra storia abitativa.











La porta è un'apertura che permette il passaggio da un ambiente ad un altro, ma anche per separaci dagli altri che inevitabilmente, passando per strada, scruterebbero, volenti o nolenti, la nostra vita. E' l'espressione tangibile del nostro diritto alla riservatezza.
Ci consentono di delimitare lo spazio di vita sottraendolo allo sguardo altrui, per riservarci uno spazio dover dar luogo alle rappresentazioni più intime della nostra esistenza e del nostro animo.
Dietro a una porta c'è di tutto, i nostri respiri e i nostri sospiri, tutto il bene e il male di chi vi abita fino a quando non sarà svelato da avvenimenti che la legge consente di indagare. Mettono al riparo dell'altrui invidia i nostri tesori fino a quando non saranno violati contro la nostra volontà.
Aprire la porta agli altri è un segno di civiltà e di accoglienza dei bisogni altrui. Lasciare fuori della porta le proprie preoccupazioni vuol dire dimenticare il mono e il suo travaglio almeno per il tempo in cui abiteremo la casa che ne è dotata.
Varie tipologie e forme di porta hanno caratterizzato gli edifici in tutta la storia continuando anche oggi a permet- tere l'identificazione di un ambiente in un determinato codice stile. 
In realtà nel campo dell'arredamento le porte sono essenziali alla finitura di un ambiente creando a volte un vero e proprio complemento caratterizzandosi come reali elementi di design
Nella realizzazione di porte, queste sono fissate su cardini incorporati in una intelaiatura o telaio (infisso), che a sua volta ricopre un cosiddetto falso telaio, generalmente in legno grezzo, ancorato al muro.
Dai grandi portali con archi o timpani che sovrastavano e sovrastano tutt'oggi le facciate di  palazzi  e chiese  arricchendo il prospetto di questi, a quelle interne più o meno modanate, in materiali naturali o artificiali altamente tecnologici, arricchite con manigliechiudi porta e cerniere classiche decoratissime o minimali di ultima generazione, le porte offrono ai disegnatori una gamma infinita di possibilità stilistiche.
Non è da sottovalutare inoltre la possibilità di utilizzare questi varchi come elementi portanti per i giochi di luce in un ambiente, creando ad esempio varchi a tutta altezza con ante non a tampone lasciando così che la luce filtri dalle feritoie createsi o fornendo gli imbotti di corpi illuminanti. 
Applicando uno specchio su una porta si può ovviare alla mancanza di spazio per la sua collocazione oppure unendola ad una parete specchiata si trova l'effetto illusorio di raddoppiamento dello spazio.
Modi di dire riferiti alla parola porta.



Modi di dire riferiti alla parola porta.

A porte chiuse
In privato, senza la presenza di estranei. Riferito a un processo, un esame o simili, che si svolge senza ammettere la presenza di pubblico.
 

Aprire le porte
Accogliere o ammettere qualcuno in un gruppo o simili.
 

Chiudere le porte
Respingere qualcuno più o meno brutalmente, rifiutargli l'accesso a un ambiente, a un gruppo e simili. Anche negargli un favore, o un aiuto, bocciare una sua richiesta e così via.

Dare dalla porta e togliere dalla finestra
Trovare modo di recuperare abbondantemente quanto si è dato.

Essere alle porte
Essere imminente, sul punto di sopraggiungere, riferito a persone ma soprattutto a situazioni o scadenze. Si dice pertanto del nemico, dell'inverno, degli esami e così via.

Mettere alla porta
Scacciare, allontanare, mandar via, riferimento particolarmente a un ospite poco gradito. Di un dipendente, licenziarlo in tronco, con decorrenza immediata.

Picchiare alla porta
Chiedere aiuto a qualcuno, implorare un favore o simili.
Bussare alla porta
Imporsi con urgenza, riferito a un evento ormai inevitabile e generalmente prevedibile. Può trattarsi della morte come della primavera.

Prendere la porta
Andarsene, in genere infuriati dopo una lite o simili.

Ridursi alle porte coi sassi
Essere in grande ritardo.
Ridursi all'ultimo momento, doversi affrettare e affannare a fare qualcosa per la quale non rimane più che pochissimo tempo.
È un detto fiorentino che sembra risalire ai tempi in cui la città, ancora circondata dalle mura, chiudeva le porte all'una di notte. Gli eventuali ritardatari erano quindi costretti a picchiare con i sassi per farsi aprire.
Una versione più gentile vuole invece che i guardiani, sapendo che soprattutto nelle sere d'estate molti cittadini uscivano a passeggiare fuori delle mura, battesse con un sasso sulla porta per avvertire della chiusura imminente.

Sbattere la porta sul naso
Rifiutarsi di ricevere qualcuno, come chiudendogli la porta in faccia.
Sbattere la porta in faccia

Sfondare una porta aperta
Voler dimostrare qualcosa di ovvio, che nessuno mai contesterebbe.
Anche cercare di superare un ostacolo o una difficoltà in realtà inesistente, e in senso ironico, vantarsene.

Trovare tutte le porte aperte
Non incontrare difficoltà, ostacoli o simili; essere facilitati in quello che si fa.
Aprire tutte le porte

Trovare una porta chiusa
Vedersi negare un aiuto, una possibilità, un appoggio su cui si contava.

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