La CIE, Carta Identità Elettronica, per poter accedere ai servizi INPS
24 Gennaio 2020 11:26
Ministero dell’Interno, Inps e Poligrafico per la semplificazione dei servizi a milioni di cittadini segnalano che, con la CIE (Carta d’Identità Elettronica), ora si potrà accedere a tutti i servizi INPS.
La CIE, Carta Identità Elettronica, per poter accedere ai servizi INPS
Roma, 24 gennaio 2020 – Accedere ai servizi per i lavoratori, utilizzare il Portale dei Pagamenti, verificare la propria posizione contributiva o previdenziale, consultare il cedolino della pensione: questi sono solo alcuni dei servizi online dell’INPS accessibili da oggi, grazie alla collaborazione tra l’INPS e il Poligrafico e Zecca dello Stato, ai milioni di cittadini italiani, già in possesso della Carta d’Identità Elettronica 3.0, il documento rilasciato dal Ministero dell’Interno e prodotto dal Poligrafico.
“E’ un importante sviluppo di nuove utilità per tutti i cittadini italiani in possesso dell’innovativo documento d’identità, realizzato con grande impegno dal Poligrafico nostro partner, che potranno così usufruire delle prestazioni disponibili in rete con il massimo livello di sicurezza”, afferma Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno.
“La nostra azienda è orgogliosa di dare il proprio contributo alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione”, ha commentato così Paolo Aielli, Amministratore Delegato del Poligrafico e Zecca dello Stato Spa, e ha continuato: “Con la Carta d’Identità Elettronica il Poligrafico e Zecca dello Stato rappresenta l’avanguardia europea, garantendo interconnessione e massima tutela dei dati personali, grazie alle tecnologie in uso che consentono la realizzazione di un documento tanto innovativo quanto sicuro.”
“Con la CIE” ha dichiarato il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ”vengono ad ampliarsi le modalità attraverso cui il cittadino può accedere, tramite l’apposita area MyINPS, ai servizi online dell’Istituto. Mi fa piacere ricordare che INPS è stata la prima amministrazione a consentire l’accesso con SPID ed è tra le prime a consentire l’accesso con la CIE, strumento innovativo con grandi potenzialità”.
Quello che era un quartiere degradato è oggi un vero museo a cielo aperto da ri-scoprire, rigorosamente a piedi, tra murales e versi in romanesco
LIVIA FABIETTI (GEDI DIGITAL)PUBBLICATO IL19 Ottobre 2018ULTIMA MODIFICA16 Giugno 2019 13:06
“Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi” – disse Alberto Sordi, uno dei personaggi più celebri della romanità (e non solo al cinema). Lei, la culla de ‘La Dolce Vita’, ha fascino da vendere motivo per cui è sempre nella wishlist dei viaggiatori. E proprio a piedi merita di essere vissuta e scoperta. Lasciando da parte icone senza tempo come il Colosseo, la Basilica di San Pietro, i Fori Imperiali, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi etc., gli amanti del turismo esperienziale possono spingersi verso quelle realtà estranee al turismo di massa ma comunque degne di essere viste e, soprattutto, vissute. Come il Trullo: il nome di questa borgata non si trova infatti sulle guide turistiche ma, sempre più, sta uscendo dall’anonimato suscitando grande interesse.
Trullo, da borgata degradata a culla della street artSe in passato godeva di una cattiva fama in quanto era consi derato un quartiere malfamato, grazie all’impegno (soprattutto) dei suoi abitanti sta cambiando volto. In tutti i sensi. Sono soprattutto i giovani a darsi da fare: sono tante, infatti, le iniziative in cantiere per dare la giusta visibilità a realtà che, troppo spesso, rimangono nell’om bra. Come Perìfera, una start up nata da un gruppo di studenti e ricercatori dell’Università di Roma Tre con l’obiettivo di raccogliere, in un’apposita piattaforma, idee originali e tour insoliti alla scoperta delle periferie. Non è da meno Trullo Lab, un’associazione culturale creata da ragazzi del Trullo che, mossi da grande entusiasmo, inten dono dare una nuova vivibilità al loro quartiere.
Sulle orme dei Pittori Anonimi del TrulloQui vige solo una regola: camminare rigorosamente con il naso all’insù. A rapire l’attenzione sono infatti coloratissimi murales. Sono ovunque. I meriti vanno ai Pittori Anonimi del Trullo: chi sono? “Noi siamo come i pagliacci che vanno negli ospedali a portare il sorriso alla gente” – spiega Mario D’Amico, uno degli esponenti del gruppo. Proprio così, loro sono degli street artist per passione che, con il loro tocco magico, hanno cercato di abbattere ogni barriera: usano la loro arte per incentivare la socializzazione e andare oltre il classico, ma freddo, ‘buongiorno’ e ‘buonasera’. “Noi usiamo i colori per creare connessione” – precisa Mario.
Tutto nacque un po’ per caso circa quattro anni fa quando, una notte, iniziarono i primi esperimenti volti a cambiare il quartiere e renderlo protagonista di una vera e propria rigenerazione. La reazione della gente? Stupore ma anche tanta felicità. Ecco che, poco alla volta, quelle mura grigie si sono spogliate della loro tristezza per vestirsi di nuovo. “Quando facciamo un disegno nuovo suoniamo a tutti e chiediamo la loro approvazione. Basta un solo no per non portare avanti il progetto” – precisa Mario. E non è mai successo.
I nuovi romantici, i Poeti Anonimi del TrulloVedere per credere. Passando per via Massa Marittima, ad esempio, c’è lei Nina, opera firmata Solo, uno street artist conosciuto soprattutto per i suoi supereroi. Il disegno di questa bellissima ragazza in lacrime è accompagnato da una poesia che recita: “Nun piagne Niné se l’arte s’è estinta. Sur muro ’na rima, un ritratto, ’na tinta. Poeti e Pittori non so’ stati vinti, so’ vivi ’n colori, frammenti, dipinti.” Dietro questi versi c’è la mano, e soprattutto la mente, dei Poeti Anonimi del Trullo, un collettivo di sette giovani artisti di street poetry che hanno deciso di mettere in versi la loro quotidianità. Come si definiscono? “Un coro che soffia e diffonde, da un piccolo pezzo di mondo chiamato Trullo, il vento poetico del MetroRomanticismo” – si legge su quello che si potrebbe definire il loro manifesto.
Nina, murales firmato Solo – foto di Domenico Di Ruocco
Proseguendo per via del Trullo a spiccare è il ritratto di Mario D’Amico, raffigurato da Gomez e accompagnato dalla poesia “Ovunque sono” del Poeta del Nulla. Spostandosi in via Ventimiglia, a far sgranare gli occhi è l’ultimo capolavoro di Moby Dick, un’opera fresca fresca che rispecchia a pieno il suo animo ambientalista. Marco, questo il suo vero nome, parte dalla natura per portarla in posti popolari: l’obiettivo? Rendere l’arte accessibile a tutti. Ma non solo. Anche lanciare un messaggio per chi non ha voce, gli animali appunto.
La Giraffa Nera by Moby Dick – foto di Domenico Di Ruocco
Il suo ultimo disegno, “La Giraffa Nera”, ricorda il triste episodio che ha reso protagonista una cacciatrice americana che, durante un viaggio in Sudafrica, ha ucciso un raro esemplare di giraffa nera per poi vantarsi sui social del suo “trofeo”. A fornire il suo prezioso contributo è stata anche Manuela Mello e il suo murales “cinematografico” dedicato a Totò e Ninetto Davoli, protagonisti della pellicola “Uccellacci e uccellini” di Pasolini, girata proprio in zona.
Murales di Manuela Mello – foto di Domenico Di Ruocco
L’opera, ora in bianco e nero ora vivacizzata dalla presenza di colorati fiori, sottolinea l’importanza del camminare, un gesto creativo ed ecologico che permette di soffermarsi sulle piccole cose della vita dandogli una valore diverso. Una bella novità visto che si tratta dei primi murales dedicati al camminare.Entrambe le opere sono state infatti realizzate in onore della VII edizione della Giornata Nazionale del Camminare promossa da Federtrek in tutta Italia e dell’iniziativa “Periferia delle Meraviglie. Trullo Corviale in cammino” ideata da Ilaria Canali, attiva da anni nella promozione dei cammini in Italia.
“Queste opere rappresentano un segnale positivo di sinergia tra chi crede nei valori dell’ecologia e della sostenibilità veicolati dal camminare e chi, sulla strada, fa dono di arte e poesia come gli street artist. Sono entrambi gesti che celebrano la bellezza” – ha detto la Canali. Tutti sono quindi invitati a lasciare a casa la pigrizia per riscoprire il fascino di un bel trekking urbano: una semplice passeggiata permette di regalarsi una vera e propria full immersion tra street art, poesia e architettura.
Montecucco, la Roma dimenticataLa zona, infatti, è un vero contenitore di meraviglie. Gli amanti di storia e archeologia possono spingersi fino alla collina di Monte Cucco, una vera e propria terrazza panoramica, per godere di una vista incredibile sull’Eur e l’ansa del Tevere.
Monte Cucco, scorcio panoramico sulle rovine – foto di Domenico Di Ruocco
Lamia storia non ha trovato spazio sui muri del quartiere. Già la mia casa soffre a contenerla. Scrivo ogni giorno.. Trascrivo i miei pensieri. Ne ho raccolte piene. Cerco ogni tanto un po' di spazio sullo scaffale tra riviste e libri e raccolte d'altri che mi regalano sogni astratti lontano dai miei che hanno piedi piatti e idee come i matti. Avrei voluto scrivere io l'Odissea, ma qualcuno mi disse: -Ma chi sei che coi tuoi sogni sei rimasto fermo come un infermo su una sedia a rotelle qui nel quartiere ? Gli corro appresso a volte. e se lo acchiappo gli strappo i pantaloni mandandolo in mutande a dirne in giro altre quattro per attaccare invece il suo ritratto in memoria di questo evento che col vento che tira asciuga la vernice sopra sui muri in un momento per ricordare la nostra vita in eterno o fin che dura la sua seccatura.
Minori: 24 agosto “Musica & Poesia del XX secolo” con il musicista Roberto Ruocco
Scritto da (redazioneip), giovedì 22 agosto 2019 10:22:16
Ultimo aggiornamento giovedì 22 agosto 2019 10:22:16
Il fenomeno dei Cantautori Italiani è il protagonista di "Musica & Poesia del XX secolo", momento di spettacolo con Roberto Ruocco, pianista, sassofonista, compositore, arrangiatore, sabato 24 agostoa Minori, in Piazza Cantilena alle 21.00, nell'ambito degli eventi estivi 2019 a Minori: un Unicum nel panorama musicale internazionale, con la sua speciale rilevanza dei testi, spesso prioritari sulla intessitura musicale scarna.
Presente sin dagli anni ‘50 nel panorama musicale italiano, il genere cantautorale si è evoluto nel corso dei decenni nelle scelte degli stili musicali e dei temi trattati, a partire dallo swing italiano di Buscaglione e Carosone, per arrivare alla scuola genovese negli anni Settanta, più politicizzata e con brani impegnati, e a Lucio Battisti, le cui canzoni, fin dagli anni '60, sono forse le più eseguite, per la semplicità delle strutture musicali, della bellezza immediata dei testi di Mogol, e la specialità della voce stessa di Battisti
Un viaggio musicale affidato oltre che ai suoni di Piano & Sax di Roberto Ruocco, alla voce raffinata di Cristina Bozzi, cantautrice con trascorsi Sanremesi di ottima fattura, alle fatiche letterarie di Amalia Mancini autrice di "Emozioni private - Lucio Battisti", edito da Arcana, una biografia psicologica di Battisti, con un'intervista esclusiva a Mogol. Con lei ne parlerà lo scrittore e giornalista Alfonso Bottone.
Un momento culturale quello del 24 Agosto che aiuta a renderci più consapevoli del valore immenso della nostra canzone nazionale, che, oltre a vantare un genere di canzone d'autore, quella napoletana, seppure in forma dialettale, non è certo da meno nell'ambito della canzone cantautorale, unica e di livello pregevole. Ed entrambi i generi hanno in comune il valore immenso dei testi, a pieno titolo aspiranti ad un posto di rilievo nella Poesia del XX secolo.