Coffee |
Dedicato a Cinzia e a Coffee
Quello che segue è qualcosa che ha scritto cinziamaria una sera di Febbraio del 2008 …..
La chiamammo Coffee per ricordare il
colore di quel caffè espresso che in Nord Dakota, negli anni ’90, non sapevano
ancora cosa fosse, e per me, invece, era il colore dell’Italia, del caffè,
della compagnia.
Lei era al canile insieme alla sua
sorellina bionda, in gabbia, in attesa di essere adottata. Appena ci vide,
cominciò a correre avanti e indietro e fu amore a prima vista……
Non serve a niente pensare che era
“solo” un cane, perchè non è affatto così. E’ stata una componente della
famiglia a tutti gli effetti. Ed è un altro pezzetto di cuore che si è spento
quando se ne è andata ad aspettarci “dall’altro lato”.
La mia Coffee mangiava le olive
(senza nocciolo), la frutta e la lattuga. Quando mangiava il gelato era uno
spettacolo e la gente si fermava a guardarla mentre leccava il cono fino alla
base e poi cominciava a mangiare la cialda. Dovevamo solo reggerlo per lei.
Qualsiasi cosa di commestibile cadesse sul pavimento, si poteva evitare
di preoccuparcene tanto da meritarsi il nomignolo di Vacuum-dog (cane
aspiratutto). Il cibo è stata la sua grande passione e perfino stamani,prima di
stare male, ha fatto colazione!!!… Sapeva usare gli occhioni dolci per ottenere
sempre qualche cosa… e adorava i muffins!
Non sopportava di vedere valige, si
intristiva e andava a nascondersi per piangere. Avrà corso questo giardino per
chilometri…ma da un po’ di tempo dovevi trasportarla dentro e fuori perchè non
camminava più. Era una gran pisciona ma da un po’ di tempo indossava i
pannoloni a cui facevamo il buco per far passare la coda. Ogni giorno, bagno a
mia madre e a lei per pulire gli “errori” corporali della notte.
E’ cresciuta in mezzo ai gatti e,
sicuramente, pensava di esserne uno perchè ti saltava in grembo come fanno i
felini, senza comprendere che lei pesava 25 kg e mostrandosi molto sorpresa quando ti
facevi male e non l’abbracciavi subito. Ma da un po’ di tempo ti implorava con
gli occhi di sederti accanto a lei sul pavimento…
E’ stata una grande amica,
silenziosa, comprensiva, onnipresente.Si era affezionata così tanto a mio
padre, durante le sue visite, che quando lui morì – in Italia – qui in
America non si riusciva a comprendere che cosa avesse il cane tanto era
inquieta e piagnucolante, negli stessi minuti. Certo, apparteneva più a mio
marito che a me, e insieme facevano lunghe passeggiate; eppure, più di una
volta me la sono ritrovata con la zampa sulla mia gamba e gli occhi nei miei a
tentare di consolare un pianto dirotto di una depressione che non mi lasciava.
Sono migliaia i fotogrammi della sua
storia connessa con la nostra che mi passano davanti agli occhi da stamattina:
da quando è arrivata come un cucciolo vociante fino a quando è partita stamani,
avvolta nella sua coperta, verso un veterinario che ha solo confermato quello
che non avremmo voluto mai ascoltare.
Solo un grande filo accomuna e mette
in fila tutti i passati 16 anni con lei: quello di un amore sconfinato e
incondizionato che lei ha saputo regalarci, giorno dopo giorno, fino a
stamattina quando, pur non abbaiando più da mesi, si è fatta sentire abbaiando
una sola volta per farci capire…
La mia Coffee….. Non era un cane
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