Ancora un giorno…
Ancora un giorno a chiedermi
nella calura estiva
o nella festiva noia del riposo
sempre indigesto per non avere idee,
se vale la pena veramente
perdermi ancora appresso alle parole
che scrivo come versi sopra i fogli
finanche dei giornali.
Ormai è una vita
che questa è persa nel dilemma
se assecondare il rito.
Qualcuno ha chiesto se le scrivo ancora
perché ero bambino quando l’estro
si appoggiò al mio cuore
in cerca di giorni felici
dopo la guerra del 43.
I tedeschi ritornando a casa
perduti nella loro prepotenza
avevano lasciato le case vuote
di mariti e padri, di figli e amici.
Sciolti da ogni regola morale
diventammo nemici di noi stessi.
Ma il giorno che sentì il cuore accendersi
fu come ritrovare la mia vita,
stordita, persa senza mai capirla.
Ostia Lido 02 novembre 2011 ore 10.00
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