Cominciamo con il Casatiello dolce. Seguirà quello salato, per concludere tra qualche giorno con la ricetta della pastiera napoletana, dolce pasquale per eccellenza.
Prima di poter confezionare i “casatielli” sarà necessario preparare il lievito madre – o “crescito” . Per ciascun chilo di farina che si utilizzerà dovremo preparare un “crescito” con 250 gr di farina, 30 gr di lievito di birra, un pizzico di sale e uno di zucchero, e 1 bicchiere di acqua tiepida. Mescolare acqua,sale,zucchero e lievito e con questa mistura impastare la farina. Coprire e fare crescere. Usare dopo 24 ore.
CASATIELLO DOLCE
Il crescito preparato ieri – 800 gr farina – 5 uova grandi – 200 gr burro – 300 gr zucchero – 1 bicchierino di rum – 1 cucchiaio di scorza di arancia e limone grattugiata – canditi a piccoli pezzetti – uva sultanina
In un largo recipiente mettete la farina e al centro di essa le uova, il burro morbido, lo zucchero, il rum, il crescito e la scorza degli agrumi grattugiata. Amalgamate benissimo tutti gli ingredienti e ricavate un impasto morbido e appiccicoso che sbatterete energicamente con la mano per incorporare moltissima aria. Unite poi i canditi e l’uvetta e ponete in una teglia dai bordi alti (tipo panettone) generosamente imburrata. Fate crescere per almeno 3 ore in luogo caldo e poi infornate (in forno preriscaldato) a 180 gradi per 45-60 minuti o finchè il dolce sia gonfio e dorato come si vede nella foto.
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A Pasqua era una festa che con i suoi momenti febbrili non poteva passare inosservata. Metteva il suo forno a disposizione di tutti i vicini che la ricambiavano sempre e comunque in qualche modo. Era comunque una festa, specialmente per noi ragazzi che affollavamo gli spazi liberi intorno al forno rincorrendoci nei viottoli che collegavano una casa all’altra.
I casatielli dopo la cottura venivano appoggiati a raffreddarsi su tavole poste all’ombra, ricoperti di un velo bianco, per preservarli dalle mosche e dagli insetti. Ed erano una tentazione che cercavamo in qualche modo di soddisfare inseguiti dalle minacce degli adulti.
Quando le campane tornavano a suonare per affermare la resurrezione di Cristo, la festa raggiungeva l’acme e il fracasso che prima era tollerato appena, diventava assordante, insistente, inebriante con gli adulti che si abbracciavano e si baciavano sulle guancia per testimoniare il senso di fratellanza e di appartenenza alla propria fede .
Il grano messo a germogliare veniva esposto, finalmene, nel suo candore ad attestare una voglia di rinascita e di affermazione che attraversava tutti noi dopo che la guerra era finita, anche se sulla spiaggia c’erano ancora tanti residuati bellici a ricordarcela.
Spero che lo leggerai.
Ti saluto e ti auguro una grande felicità. Ciao. Giò