TEL: 0825624145
TEL: 0825610116
TEL: 0825624145
TEL: 0825626324
Fu fondata, secondo ipotesi fantasiose di antichi scrittori, da Sabatio,
pronipote di Noè, il quale dette il
nome di Sabathia al primo insediamento umano che trovò vita lungo la vasta
fascia di terra bagnata, ieri come oggi, dal corso fluviale del
"Sabato", così denominato proprio in omaggio al discendente di Noè.[4]
I luoghi dove intorno all'anno mille sarebbe nato il primo nucleo
di Atripalda avevano ospitato - sul pianoro tufaceo che da nord-ovest domina
l'attuale centro abitato - Abellinum,
un insediamento sannita, poi colonia romana sorta per volontà di Silla nell'82 a.C.,
poco dopo le riforme agrarie promosse dai Gracchi.
La comunità di Abellinum era prevalentemente formata da milites lassi - trapiantati da Silla tra le mura di Civita - i quali
ripopolarono questo lembo di terra irpina dopo aver allontanato da essa i primi
abitanti, cioè i "Sabatini" che vengono considerati i grandi antenati
degli atripaldesi.
Nel 1559, il "feudo
Tripalda" passò nelle mani del nobile finanziere genovese Giacomo
Pallavicini Basadonna che
l'acquistò per 60.200 ducati.
Il governo del finanziere genovese servì a rafforzare l'innata vocazione al
commercio degli abitanti della zona, i quali, già prima della venuta del
Basadonna in Irpinia,
coltivavano con successo l'"arte del mercanteggiare" lungo le sponde
del fiume "Sabato".
Un episodio verificatosi nel 1560 (quindi all'epoca del Basadonna)
sarebbe la dimostrazione di quanto forte sia stato l'influsso esercitato sulla
popolazione residente dal nobile genovese in tema di finanze e di reperimento
di risorse necessarie per la gestione del feudo: gli Atripaldesi, in
quell'anno, decisero di realizzare una strada "dentro la terra" per
imporre il pagamento del pedaggio a quanti, per portarsi dai paesi limitrofi
nel vicino capoluogo, cioè ad Avellino, dovevano attraversare il territorio di
Atripalda.
I Caracciolo, con una programmazione "rivoluzionaria",
seppero incentivare le risorse dell'intera valle bagnata dal
"Sabato".
Le filande, l'industria del ferro, la lavorazione del rame, della carta e della lana concorsero ad assicurare
agli Atripaldesi un elevato tenore di vita - superiore a quello del vicino
Capoluogo - tanto che in quel periodo non furono censiti "cittadini
poveri" tra la popolazione.
Notevole impulso venne assicurato al mondo della cultura che conobbe, grazie al
mecenatismo dei Caracciolo, l'Accademia degli Incerti.
Le origini di Atripalda affondano le radici anche nel sangue dei
Martiri cristiani: lo Specus Martyrum, conservato all'interno della Chiesa
Madre dedicata a S. Ippolisto e S. Sabino (patrono della città), è considerato
uno dei maggiori monumenti dell'archeologia cristiana del Meridione. Da li, inoltre, è cominciata
l'evangelizzazione del territorio irpino.
Monumenti e luoghi
d'interesse
Chiesa di San Nicola
Dogana dei Grani
Falò di San Sabino
Tradizione antichissima ma non religiosa, si ripete ogni anno la
sera precedente la festa patronale (cioè la sera dell'8 febbraio). Viene
inaugurato e acceso il falò principale in piazza, ma ogni quartiere ha diritto,
se vuole, al suo piccolo falò. Tradizionalmente, vengono arrostite alla brace,
quando il falò comincia a spegnersi, vari cibi come salsicce e carne.
Giullarte - Ogni anno, nella prima settimana di settembre, si tiene nel centro storico del paese l'evento di Giullarte - Festival Internazionale artisti di strada e mestieri.
Personalità legate ad Atripalda
Nicola Adamo, deputato
della Repubblica Italiana per il Partito comunista, eletto alla Camera dei Deputati nelle consultazioni del 1976 e del
1979.
Andrea Ascolese, nato ad Atripalda, attore
Andrea Belli, giurista e letterato lucano di famiglia atripaldese.
Raffaele Aversa, di famiglia atripaldese, visse
ad Atripalda l'infanzia e l'adolescenza. Capitàno dei carabinieri, reduce dalla
Russia, eseguì insieme al maggiore Giovanni
Frignani, per ordine del re Vittorio Emanuele III, l'arresto di Benito
Mussolini. Arrestato e torturato nel carcere di via Tasso, fu trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare
Luigi Barbarito, nunzio apostolico
Alfredo Bonazzi, poeta
Giuseppe Cammarota, nato ad Atripalda, avvocato, è stato
giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800 come aderente all'esperienza della repubblica napoletana del 1799
Pellegrino Capaldo, banchiere
Leopoldo Cassese storico e archivista
Antonio Cassese, giurista di diritto internazionale, figlio dello storico Leopoldo
Sabino Cassese, giurista nel campo del diritto pubblico e amministrativo, figlio dello storico Leopoldo,
giudice della Corte Costituzionale
Carlo Vittorio Cicarelli, deputato del Regno d'Italia dal 1904 al 1919
Valentina Paris, deputata della Repubblica Italiana
Sabino di Avellino, vescovo di Abellinum nel 525-526 d.c. e patrono della città
insieme al diacono San Romolo
Vittorio De Caprariis, di famiglia atripaldese,
visse ad Atripalda nel 1944-45 e vi fondò la sezione del Partito d'Azione.
Redattore delle riviste Nord e Sud e Il Mondo
Nessun commento:
Posta un commento