Dal Versante Napoli
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Nomi che accompagnano il cognome Ruocco: Alfonso, Angelo, Antonio, Attilio, Biagio, Bianca, Carmela Edmondo, Filomena, Giovanna, Giovanni, Giuseppe, Giuseppina, Gregorio, Guido, Italia, Lidia, Luca, Lucrezia, Luigi, Luisa, Maria, Matteo, Pasquale, Salvatore, Virginia, Vittorio, ecc.
Alcuni di essi svolgono attività commerciali (caseifici, elettrodomestici, salumifici) altri svolgono attività professionali, altri conducono (bad and breakfast), altri (bar)
Risidieno principalmente in
Via | Insediamenti |
acampora | 1 |
Capasso | 1 |
Casalone | 2 |
Caucelle | 4 |
Diaz | 2 |
Florio | 1 |
Iovieno | 7 |
Locoli | 4 |
Madonna di Loreto | 1 |
Paipo 80051 | 1 |
Pendola | 2 |
Piano | 2 |
Principe di Piemonte | 3 |
S. Lorenzo | 1 |
Tuoro | 2 |
Villani | 1 |
Agerola è un comune italiano di 7.399 abitanti della provincia di Napoli in Campania
Agerola è posizionata sui monti Lattari ed è famosa per i suoi formaggi. La sede comunale è nella frazione di Pianillo. Agerola è di fatto l'unico comune della provincia partenopea, a parte quelli isolani, a non essere parte integrante dell'area metropolitana di Napoli, essendo contiguo invece ai comuni della costiera amalfitana.
La vocazione agricola del paese ha indotto a far risalire il toponimo al latino ager=campo, tuttavia esiste anche una seconda ipotesi avanzata dallo storico Matteo Camera secondo la quale il nome può anche derivare dalla voce latina aëreus nel senso di "luogo elevato".
Esiste anche un'altra tesi che farebbe derivare il toponimo da Jerula=gerla, forse per la forma a conca dell'altopiano su cui è eretto il paese. Ed infatti ancora oggi, Agerola in dialetto agerolese si pronuncia "ajerl".
Le prime tracce di presenza umana nel territorio risalgono all'età del bronzo (III-II millennio a.C.).
In epoca romana la zona era ricca di "ville rustiche" soprattutto nella parte pianeggiante, per cui si suppone che fosse ampiamente coltivata data la posizione privilegiata.
In seguito ai danni arrecati dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., il suolo fu coperto da un metro e mezzo di pomici per cui si registrò un certo spopolamento anche se l'allevamento bovino dovette rimanere florente, tanto che nella seconda metà del II secolo d.C., Galeno, medico di Marco Aurelio e Commodo, nel "De metodo memendi" (V,12) vantava la bontà e le qualità terapeutiche del latte prodotto sui Monti Lattari (Lactarius mons) tanto che Cassiodoro (Variae, XI 10) scriveva tra il 533 ed il 537 d.C. che il re dei Goti aveva ordinato ad un suo servo di ricorrere ai "rimedia lactarii montis", poiché le cure dei medici non gli giovavano.
Nei secoli centrali del medioevo la conca di Agerola si ripopolò e sviluppò nei suoi 5 casali: Campulo, Memoranum, Planillum, Ponte e San Lazzaro, parallelamente al rifiorire della Costiera e al costituirsi del Ducato Amalfitano. Divenne parte integrante del territorio di Amalfi con cui condivise gli scambi commerciali che la collegavano all'intero Mediterraneo, a Bisanzio e, ovviamente, a Napoli. Divenne sede di una manifattura di tessuti in seta in cui gli agerolesi divennero specializzati.
Nei secoli che seguirono, il comune entrò a far parte del Regno di Napoli di cui seguì le alterne vicende fino all'Unità d'Italia.
Nel settecento Agerola visse un periodo assai prospero, durante il quale si verificò una riduzione delle tasse, un miglioramento delle condizioni economiche, che è attestato dalla crescita esponenziale del numero dei suoi abitanti e dal forte calo del brigantaggio.
La condivisione delle idee ispiratrici della Rivoluzione Francese da parte dei nobili agerolesi residenti a Napoli, fecero in modo che Agerola aderisse subito alla costituzione democratica della repubblica partenopea, tanto che venne piantato nello spiazzo antistante la chiesa Madonna di Loreto, nella frazione Campora, un tiglio, simbolo di libertà, che da allora è stato sempre ripiantato.
Nel XIX secolo la figura dominante fu il generale Paolo Avitabile che costruì la sua fortuna servendo prima l'esercito borbonico, poi il Maharajah di Lahore. Nel 1854 il generale ottenne la scissione di Agerola dalla provincia di Salerno, Principato Citeriore, per aggregarla a quella di Napoli. La città venne separata dal territorio di Amalfi con cui aveva condiviso secoli di storia e restò ad esso collegato solo attraverso l'arcidiocesi.
Versante Costiera amalfitana
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