A Capaci è prente almeno un nucleo familiare col cognome Ruocco al centro della cittadina.
Insieme ai due comuni limitrofi di Torretta e di
Isola delle Femmine fa anche parte di una Unione di Comuni.
Il significato della parola Capaci non è stato
ancora accertato: varie sono le ipotesi in proposito. Da alcune testimonianze
si sa che al tempo dei garibaldini il paese era conosciuto con il nome di
Capece.
Storia
e Arte
Il centro abitato si sviluppa lungo un asse
stradale molto antico, di epoca romana, che collega il Capoluogo con le città
più importanti della Sicilia occidentale di Trapani e Marsala.
Numerosi reperti archeologici ancora da analizzare e collocare cronologicamente
testimoniano un passato preistorico particolarmente interessante mentre è certo
che il primo insediamento stabile risale al 15 settembre 1241.
Il suo nucleo originale è sorto in seguito alla
concessione della "licenzia populandi" ottenuta da Francesco
Beccadelli di Bologna il 18 marzo 1517 con la quale otteneva anche il titolo di
Barone di Capaci,. A partire dal 1523 si cominciò a sviluppare il centro
abitato ai piedi della Montagnola
Santa Rosalia, sovrastata dalle balze concave della "Quarara".
Alla metà dello stesso anno risalgono le fondamenta dell'antica Chiesa Madre
(1573), centro di primario interesse religioso, artistico e culturale,
edificata accanto al castello. La nuova Chiesa Madre venne edificata a partire
dalla prima metà del settecento, per volere di Don Ignazio Pilo, Conte di
Capaci, e aperta al culto il 25 marzo 1741, presenta un prospetto barocco a cui
si accede da una sontuosa scalinata a tenaglia, l'interno, a forma ottagonale,
divisa nelle canoniche tre navate, è ricca di opere d'arte tra le quali
spiccano: la volta affrescata da Giuseppe Trisca nel 1744, le cappelle del SS.
Sacramento, della Madonna del Rosario e del Patrono S. Erasmo. Nella prima è
collocato il Crocifisso ligneo opera di Frate Innocenzo da Petralia (sec.
XVII). Nelle altre due cappelle si trovano delle grandi tele attribuite alla
scuola del Trisca (sec. XVIII). Infine rivestono particolare attenzione alcune
statue:l'Addolorata,in telacolla, rialente al 1500, ed esposta in chiesa solo
durante il periodo della Quaresima, che risulta essere il manufatto artistico
più antico del paese, quella lignea di S. Erasmo, di scuola gaginesca
realizzata nel XVI secolo, un'altra, pure in legno, di S. Giuseppe opera del
1816 di Girolamo Bagnasco e quella della Madonna del Rosario che scomparsa
dalla chiesa circa cinquantanni fa è stata recentemente ritrovata e riposta
nella sua originaria collocazione. Importante anche la Chiesa di San Rocco,
edificata per interessamento dell'Arciprete Don Matteo Triolo nell'anno 1723,
conserva al suo interno delle preziose statue lignee settecentesche e
fantasiosi affreschi realizzati nel 1988 dal maestro Manlio Manvati.La Chiesa
di Maria SS. Addolorata voluta dall'omonima Confraternita ed edificata sulle
rovine dell'antica Chiesa Matrice venne aperta al culto il 15 ottobre 1768,
custodisce le statue lignee settecentesche della titolare, attribuita a Rosario
Bagnasco, e del Cristo morto. Tra gli edifici religiosi merita una menzione
speciale la Chiesetta della SS. Trinità, del 1730, in cui era
conservato un affresco del secolo XVI raffigurante la Madonna delle Grazie,
abbattuta per incuria e negligenza negli anni settanta del novecento. Alla
prima metà del 1800 risale il Santuario rupestre di S. Rosalia, sulla collina
omonima, sorto nel luogo in cui sin dal secolo XVI i capacioti andavano in
pellegrinaggio per venerare la Santuzza palermitana raffigurata in una bella
statua lignea opera attribuita a un Bagnasco. Sulle rovine del castello
cinquecentesco, intorno alla metà del secolo XVIII venne edificato il Palazzo
dei Conti Pilo, recentemente restauro e adibito a sede municipale. Dopo lo sbarco
di Garibaldi in Sicilia, molti capacioti, sotto la spinta rivoluzionaria di
Rosolino Pilo, considerato loro concittadino perché discendente della famiglia
che aveva retto le sorti del paese per ben due secoli, si unirono e
parteciparono alle battaglie di Palermo e San Martino delle Scale. Nei primi
decenni del XVI secolo, con la riunificazione dei vari possedimenti in un'unica
baronìa l'agricoltura divenne l'attività primaria sino alla metà del 1900,
periodo in cui ebbe un forte sviluppo il commercio ambulante che portò i
capacioti a spingersi, per lavoro, in ogni parte del mondo. Anche la pesca,
praticata nella vicina Tonnara di Isola delle Femmine (frazione del Comune di
Capaci sino alla fine del 1800) conobbe una attività molto redditizia e poté estendersi,
con le famose barche denominate "le capaciote", sempre più lontano
fino a raggiungere le coste dell'Africa settentrionale. E Susa sul Golfo di Hammamet, in Tunisia,
ancor oggi reca la testimonianza di un intero quartiere che porta il nome di Capaci.
La strage
dell'autostrada
Il 23 maggio 1992, sull'Autostrada A29, nei pressi dello svincolo
di Capaci (ma in territorio di Isola delle Femmine, un comune adiacente), una carica di tritolo posta in un tunnel che passa sotto
l'asfalto fu fatta esplodere dalla mafia e uccise il giudice antimafia Giovanni Falcone,
sua moglieFrancesca Morvillo, anch'ella magistrato, e tre
agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo,Antonio
Montinaro.
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