Coronavirus, il vaccino a Pomezia: i tempi e cosa aspettarsi
Advent-Irbm ha
concluso la fase dei test di laboratorio e si prepara ad avviare la
sperimentazione clinica in Inghilterra
13 aprile 2020
La corsa al vaccino per il Coronavirus sembra aver
ricevuto un’improvvisa accelerazione. E l’Italia, con le sue eccellenze in
campo farmacologico, ha recitato un ruolo di primissimo piano. A scovare un
possibile “antidoto” per il COVID-19, infatti, sono stati i ricercatori della
Advent-Irbm, azienda farmaceutica con sede a Pomezia, a poche decine di
chilometri di distanza da Roma.
Il centro di ricerca
alle porte della Capitale, infatti, è una delle strutture più
all’avanguardia nel settore della ricerca chimico-farmaceutica e
sin dai primissimi giorni dall’esplosione dell’emergenza aveva iniziato a
lavorare su possibili medicinali contro il Coronavirus. Ora,
fanno sapere i vertici Advent-Irbm, la fase di test di laboratorio si è
conclusa con successo, si può dare inizio alla fase successiva: quella
dei test clinici sulle persone. E ora entra in gioco uno
dei partner più importanti per Advent-Irbm in questa “impresa”: lo Jenner
Institute dell’Università di Oxford, nel Regno Unito.
Vaccino Coronavirus,
parte la sperimentazione
A dare notizia delle
novità sul vaccino per il COVID-19 è Piero di Lorenzo, amministratore delegato
di Irbm. Stando alle parole del dirigente dell’azienda italiana, nei prossimi giorni partirano da Pomezia 550 dosi del vaccino in
direzione del Regno Unito. Qui, sotto la supervisione e il controllo
dei ricercatori dello Jenner Institute, il vaccino sarà testato su altrettanti
volontari sani, così da valutarne efficacia ed eventuale tossicità.
“Si è deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica
sull’uomo, in Inghilterra – spiega Di Lorenzo all’ANSA – ritenendo,
da parte della Irbm e della Oxford University, sufficientemente testata la non
tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio,
che sono stati particolarmente efficaci”.
Quando sarà
disponibile il vaccino contro il Coronavirus
L’amministratore
delegato dell’azienda italiana ha anche fornito una road map futura su quella
che potrebbe essere la distribuzione del vaccino nel
caso in cui i test sulle persone diano i risultati sperati. I primi vaccini potrebbero essere
somministrati già a settembre, al personale sanitario e alle forze dell’ordine
in “modalità di uso compassionevole”. Terminata questa prima fase di
vaccinazione, il medicinale potrebbe essere messo finalmente a disposizione dei
sistemi sanitari nazionali, incluso quello italiano.
Ipotizzabile,
dunque, che dai primi mesi del 2021 le persone più a rischio potrebbero
iniziare a essere vaccinate contro il COVID-19. Il piano, poi,
potrebbe subire un’ulteriore accelerata grazie a nuovi finanziamenti “di
rilevante entità” da parte di vari investitori e diversi Governi, interessati
ad avere a disposizione il vaccino il più presto possibile.
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